Corea del Nord, cresce la tensione. Imminente un nuovo test missilistico
Trasferito sulla costa orientale un razzo a medio raggio che sarebbe in grado di raggiungere la base americana di Guam. Casa Bianca: basta provocazioni. Bloccati per il secondo giorno i sudcoreani impiegati a Kaesong. Nei giorni scorsi annunciato lo ‘stato di guerra’
Pyongyang – Continuano le minacce e le provocazioni della Corea del Nord. Dopo aver annunciato ieri sera di aver ricevuto il “via libera definitivo” per un attacco nucleare “spietato” contro le basi Usa, l’esercito di Pyongyang ha trasferito un missile balistico a medio raggio sulla costa orientale. Lo ha annunciato il ministro della Difesa sudcoreano, Kim Kwan-jin, precisando che non sembra finalizzato a colpire il continente americano.
“Il missile sembra essere stato trasferito per un test o esercitazioni militare” ha detto smentendo così le notizie di stampa secondo cui i satelliti americani hanno individuato un treno merci diretto verso la costa orientale con a bordo un KN-08, che ha una gittata di 10mila chilometri e si ritiene in grado di raggiungere gli Usa. Secondo altri funzionari sudcoreani, citati dall’agenzia sudcoreana Yonhap, il missile sarebbe invece un Musudan, capace di coprire 4.000 chilometri e quindi di raggiungere l’isola di Guam, nel Pacifico.
La decisione di Pyongyang di spostare il missile, spiega la Yonhap, viene vista come una risposta alla mossa Usa di dispiegare un avanzato sistema di difesa anti missile nella loro base militare al largo delle Filippine.
Ieri sera, in un comunicato diffuso dall’agenzia ufficiale di Pyongyang – Kcna – il governo di Washington è stato infatti informato che “le minacce americane” verranno annientate“da mezzi nucleari sempre più piccoli, leggeri ed efficaci“. Netta la risposta della Casa Bianca. “La Corea del Nord deve smetterla con minacce provocatoria e cercare di conformarsi agli obblighi internazionali“. Si tratta di una “nuova dichiarazione provocatoria che isola ancora di più la Corea del Nord dal resto della comunità internazionale e che sottolinea il bisogno di sviluppo economico“.
Ma Pyongyang non si ferma e oggi, per il secondo giorno consecutivo, ha vietato ai lavoratori sudcoreani di entrare nel complesso industriale che amministra insieme a Seul, nella città di confine di Kaesong. Le autorità della Corea del Nord, secondo fonti della Yonhap, avrebbero inoltre chiesto il ritiro dall’area industriale di tutti i lavoratori della Corea del Sud entro il 10 aprile. Ma la notizia è stata smentita da Seul ed il ministero dell’Unificazione ha spiegato che non è stata avanzata nessuna richiesta di fare ritirare i lavoratori del proprio Paese.
Intanto la Russia che considera “inaccettabile” il mancato rispetto di Pyongyang delle posizioni dalle Nazioni Unite sulla non proliferazione, ha affermato che il passo della Corea del Nord per ufficializzare il suo status di paese nucleare elimina la possibilità di ripristinare i colloqui a sei, insieme, oltre che alla Russia, a Corea del Sud, Cina, Stati Uniti e Giappone.