I discorsi di Gino Strada spesso sono come la corazzata Potëmkin di fantozziana memoria
Il fondatore di Emergency a Palermo si lancia in una filippica di critica ai giornalisti che gli fanno mille domande su tutto lo scibile umano, ma non sulla sua creatura, salvo poi lanciarsi in una predica/fatwa contro gli Stati Uniti, centro del male del mondo. Si può dire che ha stufato, senza nulla togliere all’opera meritoria di Emergency?
No, Gino Strada – il fondatore di Emergency – non ci è piaciuto a Palermo (qui il resoconto di Rosaura Bonfardino). Per vari motivi, alcuni noti, altri nuovi.
Anzitutto, non ci è andata giù la “romanzina” (una ramanzina romanzata…) all’inizio del suo intervento contro i giornalisti che, poco prima, lo avevano “accerchiato” per porgli alcune domande, anche se non direttamente attinenti alla sua attività umanitaria:
«Sono stato preso d’assalto da un sacco di giornalisti – ha detto Strada – che mi hanno sommerso di domande: mi hanno chiesto di politica, nazionale ed estera, di spese militari, di guerra, ma nessuno che mi abbia rivolto una domanda su Emergency». Peccato, però, che il chirurgo, durante la sua “lectio magistralis” (?) abbia poi parlato di tutto questo. Fare domande è il nostro mestiere, che piaccia o meno al capo di Emergency.
Dopo il preambolo sulla storia di Emergency – lodevole, per carità – Strada ha iniziata la sua invettiva contro gli USA, come se gli americani fossero gli unici responsabili di tutte le guerre del mondo e della Storia, dimenticandosi che se si è intervenuto in Afghanistan – così, per dirne una – è stato perché Al Qaeda, tutelata dai talebani, aveva ucciso poco prima l’invasione tremila persone, facendo schiantare aerei civili su edifici civili (oltre che su obiettivi strategici, come il Pentagono e la Casa Bianca, per fortuna evitato).
Stucchevole, poi, il ricorso alla demonizzazione degli Stati Uniti d’America con un interrogativo banale e retorico: “Perché dovrei accettare di prendere ordini in tal senso da un Paese che ha usato un’arma terribile come la bomba atomica contro dei civili?“.
Il riferimento è ovviamente alla condanna dell’amministrazione Obama dell’uso delle armi chimiche da parte del regime di Assad e all’utilizzo di quelle atomiche durante la Seconda Guerra Mondiale. Un insulto all’intelligenza degli interlocutori indipendenti. Come se dovessimo attaccare oggi Angela Merkel citando la Germania colpevole della Shoa. Bisognerebbe lasciare il principio delle “colpe dei padri che ricadono sui figli” alle tragedie dell’antica Grecia. Tra l’altro, è stato triste sentire che uno dei pochi applausi che hanno intercalato il discorso di Gino Strada – al netto di quelli iniziali e finali – sia proprio derivato da questa affermazione qualunquista (e anche un po’ ignorante).
Infine, l’appello all’abolizione della guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali. È ovvio che ogni essere umano, con un minimo di cervello, ripudia (o dovrebbe ripudiare) la guerra, sinonimo di morte e distruzione. Ma, come insegna la storia, si tratta di un’utopia da confinare nel limbo dei pacifisti. Cosa sarebbe stato del mondo se Inghilterra e Francia non avessero dichiarato guerra ad Adolf Hitler, all’indomani dell’invasione della Polonia? Sì, una banalità. Ma una più, una meno…
Ciliegina sulla torta l’intervento del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha proposto la cittadinanza onoraria a Gino Strada: «La forma di tortura di questo secolo si chiama permesso di soggiorno. Le tante vittime nel Mediterraneo sono state uccise dal permesso di soggiorno».
Insomma, per il primo cittadino gli sbarchi – e le morti nel Canale di Sicilia – si risolverebbero permettendo a chiunque di entrare legalmente.
Sì, dai: venite tutti in Sicilia/Italia/Europa. Terroristi compresi.
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