Vittoria (Ragusa), Giuseppe Lo Presti ha assassinato Giovanna Nobile per motivi passionali (a senso unico…)

Tragica mattinata all’istituto compensivo “Pappalardo” della cittadina ragusana: il bidello 69enne ha sparato quattro colpi di pistola all’insegnante di 54 anni e l’ha uccisa. Inutile l’intervento chirurgico d’urgenza. “Rifiutava le mie avances” ha detto “il poeta”. Città sconvolta dal gesto criminale che getta nello sconforto varie famiglie

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E’ morta Giovanna Nobile, insegnante di religione dell’Istituto Comprensivo Pappalardo di Vittoria. A ucciderla Salvatore Lo Presti, 69 anni, prossimo alla pensione.

Giovanna Nobile è spirata durante il delicato intervento chirurgico cui i medici dell’Ospedale Guzzardi di Vittoria l’avevano sottoposta d’urgenza, nel tent20130615-salvatore-lo-presti-69-vittoria-didativo di salvarle la vita. Ignoti al momento i motivi del gesto su cui indaga la Polizia di Stato, con il coordinamento della Squadra Mobile di Ragusa.

Lo Presti – noto come “il poeta” – aveva manifestato qualche comportamento sopra le righe, ma mai nessuno lo aveva segnalato alle autorità di polizia. Alla fine del mese sarebbe andato in pensione e, al contrario, passerà con molta probabilità il resto dei propri giorni in una pensione diversa…

L’uomo ha sparato quattro i colpi di pistola con una 7.65 detenuta regolarmente contro l’insegnante. Si trova in stato di fermo, negli uffici del commissariato della Polizia di Stato di Vittoria, dove gli investigatori lo stanno sottoponendo ai primi interrogatori. A Lo Presti sarà contestato l’omocidio premeditato, perché si è presentato a scuola armato (indice di un disegno complessivo del bidello vittoriese).

Gli spari sono stati esplosi nell’aula di segreteria, alla presenza di altri insegnanti impegnati in una riunione. Pare che tra il bidello e la vittima non ci fossero particolari attriti. Non si esclude, dunque, che alla base del gesto vi sia un raptus al momento senza alcuna spiegazione.

Lo Presti ha ammesso di aver ucciso l’insegnante perché avrebbe respinto le sue avances in più occasioni. Movente passionale, dunque, ma a senso unico. Una punizione talebana nei confronti della donna, sposata, madre di due figli e da poco nonna. L’uomo, che a fine mese sarebbe andato in quiescenza dal servizio, è sposato e padre di cinque figli.

L’insano gesto ha sconvolto Vittoria, una cittadina dove si conoscono tutti, gettando nello sconforto assoluto più di una famiglia.

Da ambienti scolastici del plesso dove è avvenuto il grave fatto di sangue, i colleghi si lasciano sfuggire che “ce l’aveva con il mondo intero, ogni tanto sproloquiava, ma in fondo era uno tranquillo“. Parole su cui la magistratura dovrebbe effettuare i docuti approfondimenti, perché rendono evidente il cattivo funzionamento dei meccanismi sociali di prevenzione delle tragedie.

A volte un allarme esagerato in più è meglio di una sottovalutazione in più, perché dalla seconda quasi sempre derivano tragedie come quella accaduta stamattina a Vittoria.

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