Il traffico di immigrati causa una strage nel Canale di Sicilia: persone appese a gabbie tonni, 10 morti
I flussi visibili dell’immigrazione illegale: si arricchiscono i trafficanti che speculano sulle disgrazie umane
È stato un weekend tragico nel Canale di Sicilia, è ripreso il traffico visibile degli immigrati illegali, alla mercé di organizzazioni criminali transnazionali che sfruttano le disgrazie di interi popoli, per mercanteggiare la libertà con la vita umana. La ricerca di fortuna in Europa può però nascondere i pericoli di infiltrazioni terroristiche, anche se – va detto per chiarezza – i flussi principali di immigrati illegali sono per lo più quelli invisibili dell’accesso “normale” al territorio dell’Unione: i visti turistici che si disperdono nella clandestinità.
Le tragedie di queste “deportazioni” sono sempre dietro l’angolo e nel fine settimana hanno avuto un nuovo momento di vergogna nel Mediterraneo. Secondo il racconto dei 95 superstiti, almeno dieci persone sarebbero morte perché stremate, dopo essere state abbandonate in mezzo al mare ed essere rimaste aggrappate per ore a una gabbia di tonni. I soccorsi avrebbero perciò evitato un’ulteriore ecatombe nel Mare Nostrum, un luogo della vergogna dei trafficanti di Vite Umane.
Dopo i 921 immigranti illegali salvati tra sabato e domenica pomeriggio, altri due interventi hanno visto impegnati uomini e mezzi della Guardia Costiera e della Marina Militare. Il primo ha riguardato 33 uomini, avvistati dal peschereccio tunisino Mohamed Haitel e soccorsi dalla motovedetta 301 di Lampedusa. Le persone salvate sono giunte nel porto di Lampedusa poco dopo le 17 di ieri, tutti in buone condizioni di salute: segno che l’organizzazione criminale che gestisce il flusso ha svolto “un ottimo lavoro”.
Il secondo intervento ha coinvolto 128 immigranti illegali, tra cui 6 donne, soccorsi dalla Guardia Costiera con la collaborazione della Marina Militare. Sono complessivamente oltre mille le persone soccorse nel Canale di Sicilia, nel tentativo di entrare in modo illegale nell’Unione Europea. Chi strumentalizza la questione dell’immigrazione – come la ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge e i membri della Commissione europea – dimentica (o fa finta di dimenticare) che l’immigrazione è un problema sicuramente sociale, ma ha anche risvolti sopranazionali, perché l’accesso in uno dei Paesi dell’UE dà automatico accesso a tutti gli altri Stati per effetto della libera circolazione delle persone.
Lampedusa è però di nuovo nell’emergenza, con oltre 500 persone ospiti nel piccolo centro d’accoglienza. Dopo la chiusura di alcuni padiglioni andati in fiamme, il centro potrebbe accoglierne non più di trecento, circostanza che dimostra peraltro la vergognosa assenza dell’UE nella gestione dei problemi connessi all’immigrazione (clandestina e non).
© RIPRODUZIONE RISERVATA