La Consulta dice no a Berlusconi: “Non fu legittimo impedimento”

I giudici della Corte costituzionale hanno respinto il ricorso presentato dal Cavaliere per il processo Mediaset: in ballo il legittimo impedimento per un Consiglio dei ministri per l’udienza del 1 marzo 2010, presentato dall’allora premier e bocciato dal Tribunale

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La Consulta ha respinto il ricorso per conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, promosso dalla Presidenza del Consiglio nei riguardi del Tribunale di Milano, in relazione al “legittimo impedimento” negato a Silvio Berlusconi dai magistrati milanesi per un’udienza del marzo del 2010 durante il processo di primo grado sui diritti televisivi.

Nel processo, già arrivato in Appello e in attesa della Cassazione, Berlusconi è stato condannato a 4 anni per frode fiscale e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici.

Uno scenario davanti a cui il Pdl sarebbe pronto a dimettersi in massa, almeno secondo quanto detto in mattinata da Maurizio Gasparri, nel corso della trasmissione ‘Citofonare Adinolfi’ in onda su Radio Ies.

20130619-silvio-berlusconi_780x500“Sulla Corte Costituzionale incrocio le dita perché, se vedessi i numeri, le appartenenze e gli orientamenti dovrei essere pessimista”, aveva detto il vice presidente del Senato aggiungendo che “qualora ci fosse un epilogo negativo e, per noi di inaccettabile valore politico, avremmo tutto il diritto di assumere iniziative come, in ipotesi, le dimissioni di tutti i parlamentari Pdl. Se non c‘è praticabilità e la squadra esce dal campo, gli arbitri e i giudici devono considerare se la partita può andare avanti o meno”.

Sulla stessa linea il coordinatore del Pdl Sandro Bondi. “Ho fiducia nella giustizia, me lo ha insegnato Piero Calamandrei con la sua vita e con i suoi scritti. Spero perciò che le accuse contro il presidente Silvio Berlusconi siano valutate dai giudici con quel senso di giustizia che valuta scrupolosamente i fatti e ascolta solo la propria coscienza, considerandosi non interpreti bensì ‘bocca della legge'”. “Se però -aggiunge- dovessimo constatare un pregiudizio e un continuo accanimento politico contro chi rappresenta le ragioni del popolo dei moderati, ragioni morali, che presuppongono anche un alto senso della giustizia e dello Stato di diritto, ci imporrebbero, mi imporrebbero, di testimoniarlo in tutti i modi possibili, fra cui anche quello delle dimissioni da parlamentare, come ha suggerito l’amico Maurizio Gasparri”.

Berlusconi ha dichiarato anzitutto che non ci saranno conseguenze sulla vita del governo, che il PDL continuerà a sostenere. Poco dopo, in una nota ha dichiarato: “vogliono eliminarmi dalla politica, ma io vado avanti”.

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Le reazioni: Silvio Berlusconi, Jole Santelli, Renato Schifani, Altero Matteoli, Comunicato Corte Costituzionale