Entro il 2021 nell’area Asia-Pacifico le spese militari supereranno quelle di Stati Uniti e Canada

I bilanci relativi alle spese militari crescerà del 35% nei prossimi anni, per un volume di affari pari a 500 miliardi di dollari. Il settore è uno dei pochi dell’ultimo quinquennio a non aver subito contraccolpi dalla crisi finanziaria. Nel 2012 la “pacifista” India primo importatore al mondo di armamenti

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Jakarta – Entro il 2021 i bilanci delle militari nell’area Asia-Pacifico supereranno quelli di Stati Uniti e Canada messi insieme. È quanto emerge da un recente studio pubblicato da esperti e analisti di IHS Jane’s, secondo i quali le spese militari in Cina e in altri Stati della regione cresceranno del 35% e toccheranno un volume d’affari superiore ai 500 miliardi di dollari.

Lo scorso anno gli Stati Uniti sono stati il più forte esportatore di armi, con un volume totale di 28,5 miliardi di dollari, con un aumento di 8,7 miliardi rispetto al 2008. Ma fra gli importatori è la “pacifista” India a conquistare il primato nel 2012, con una crescita del 70% rispetto a cinque anni fa (da 3,1 miliardi nel 2008 a 5,3 miliardi del 2012).

A dispetto della crisi economia mondiale, che ha segnato le finanze e i commerci internazionali degli ultimi cinque anni, l’industria bellica non conosce perdite e i bilanci registrano sempre un saldo attivo. In particolare, nel quinquennio 2008-2012 la spesa è aumentata del 30% passando a un totale di 73,5 miliardi grazie alle esportazioni cinesi in continua crescita e alla domanda proveniente da New Delhi.

Per gli esperti britannici, nel 2021 il budget di spesa militare delle nazioni dell’area Asia-Pacifico sarà del 31% sul totale, un dato di poco superiore a Stati Uniti e Canada che si fermeranno al 30%. Cina, India e Indonesia traineranno la crescita e finiranno per alimentare le 20130626-droni-500x265tensioni nell’area del mar Cinese meridionale e orientale, dove si consumano conflitti irrisolti con Vietnam, Giappone, Filippine e Taiwan per lo sfruttamento del petrolio e dei gas naturali racchiusi nel sottosuolo, oltre che per il controllo delle principali rotte commerciali.

Pechino aumenterà le spese militari del 64% entro il 2021, con un investimento pari a 207 miliardi di dollari. India e Indonesia si prevede che aumentino la spesa per armamenti del 54 e del 113 per cento. Significativo il caso di Israele, la cui industria militare è florida, anche grazie alla sperimentazione di nuove tecnologie mutuate dalla rivoluzione informatica. Tel Aviv il prossimo anno venderà il doppio di aerei senza pilota (droni, Unmanned aerial vehicle, ndr) – rispetto agli Stati Uniti. Si sospetta che alcune forniture saranno indirizzate verso paesi islamici, anche se con il fenomeno della “triangolazione” per il formale boicottaggio cui da anni è sottoposto Israele.

(fonte Asianews)