Nico Rosberg vince il GP di Gran Bretagna, ma gli eroi sono Webber, Hamilton e Massa. Caos gomme ma la colpa non è della Pirelli. Rosberg richia nel dopo gara, ma…

Ottimo podio per Alonso, che guida in modo intelligente in una giornata di vergogna per la Formula 1, per Ecclestone e per la FIA. La Pirelli si sganci da questa vergogna o imponga le sue regole. Paul di Resta, uno scozzese da arrembaggio all’italiana. Nel dopo gara, Rosberg sotto investigazione per non aver rallentato in regime di bandiere gialle: se la cava solo con una ammonizione, la pagliacciata continua…

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Nico Rosberg, intelligente e veloce formichina, ha conquistato il Gran Premio di Gran Bretagna, secondo successo stagionale dopo quello a Monte Carlo. Secondo posto per Mark Webber, partito male e toccatosi con Grosjean alla prima curva, ma poi autore di una rimonta eccezionale, fino al giro più veloce staccato all’ultimo giro.

Un bel modo per rispondere ai detrattori e per fare uno scherzetto all’ingombrante compagno di squadra, Seb Vettel, ritiratosi al 42° giro con il cambio rotto, mentre controllava la corsa in tutta tranquillità. Terzo gradino del podio per Fernando Alonso, fortunato in più occasioni, ma anche capace di non farsi prendere dal panico in occasione dell’ultima uscita di Safety Car, dopo essere precipitato in ottava posizione.

Quarto posto per Lewis Hamilton, che dalla pole era partito lancia in resta alla conquista di una vittoria che avrebbe meritato. L’esplosione della posteriore sinistra all’ottavo giro lo spingeva fino all’ultimo posto, da dove partiva una furiosa rimonta. Avrebbe meritato di più.

Räikkönen, quinto, è stato autore di una gara regolare, senza acuti, produttiva di punti importanti in ottica campionato. Con una Lotus irregolare nella sospensione anteriore, ma sanata al momento da una decisione della FIA ridicola, soprattutto perché motivata da una segnalazione della McLaren, circostanza che getta un velo di incompetenza sui commissari tecnici, in primis su Charlie Whiting che dovrebbe sovrintendere questo settore.

Al sesto posto un eroico Felipe Massa. Criticato per l’incidente durante le libere di venerdì (quando anche altri ebbero incidenti e Alonso ne sfuggì per pura fortuna con la C maiuscola…), bersagliato per non aver centrato la Q3 in qualifica (ma a soli 392 millesimi da Alonso), il brasiliano è stato autore di una partenza da antologia, conquistando sei posizioni e proiettandosi al quinto posto. In lotta con Sutil per il quarto posto, con le gomme dure (banda arancione) e una probabile strategia di due soste, Massa restava vittima dell’esplosione della gomma posteriore sinistra alla curva 5, nel complex Arena. Una situazione che avrebbe fermato chiunque, ma non Felipe, che ha dato uno schiaffo morale ai suoi detrattori, anzitutto a Jacques Villeneuve (Dio solo sa cosa ci costi dar torto a uno che porti quel cognome…), che ne dice peste e corna.

Sutil, settimo, ha portato punti pesanti alla Force India, che ha beneficiato anche dei punti di Paul di Resta, altro eroe della giornata, partito dal fondo della griglia. Straordinario! Tra le due Force India, Daniel Ricciardo, superstite tra le due monoposto Toro Rosso. Vergne è stato il terzo pilota (al 14° giro)  che ha sofferto l’esplosione della gomma posteriore sinistra sull’Hangar Straight a oltre 300 km/h. Poi il suo motore Ferrari ha esalato l’ultimo respiro, decretandone il ritiro. Ricciardo ha guidato in modo intelligente, resistendo il necessario agli avversari più veloci, ma cercando di dar loro filo da torcere. Ultimo punto in palio per Hülkemberg, che con la Sauber ha dovuto sudare le proverbiali sette tute …pardon, camicie.

Male le McLaren, viste a sprazzi, con l’epilogo della quinta esplosione della gomma posteriore sinistra della monoposto di Perez al 46° giro a mettere il velo pietoso su una gara da dimenticare. Il 13° posto per Jenson Button è una mortificazione sportiva, nel 50° anniversario della fondazione della casa inglese. A Woking è tempo di fare un passo indietro, direzione monoposto del 2012. Altrimenti i bocconi amari saranno tanti e dolorosi.

Le Williams di Maldonado e Bottas – 11° e 12° – hanno festeggiato in modo dimenticabile l’anniversario dei 600 Gran Premi (al via 599, per effetto del forfait dei team gommati Michelin al GP di Indianapolis del 2005). Il team di Grove merita di più. Per il resto del gruppo, diremmo tutto come al solito.

La sintesi della gara non ci fa dimenticare il tema essenziale emerso a Silverstone. La FIA e la FOM di Ecclestone (detentrice dei diritti commerciali della Formula 1) stanno giocando con la vita dei piloti, che dovrebbero reagire con fermezza sia per motivi evidenti di sicurezza, sia per serietà sportiva.

Cinque piloti hanno portato a casa la pelle per puro distillato di fortuna, vittime di esplosioni di gomme sulle loro monoposto:

  1. Hamilton all’8° giro, gomma posteriore sinistra, dopo la curva 5;
  2. Massa al 10° giro, gomma posteriore sinistra, tra la curva 4 e la 5;
  3. Vergne al 14° giro, gomma posteriore sinistra, sull’Hangar Straight;
  4. Gutierrez al 29° giro, gomma anteriore sinistra, sull’Hangar Straight;
  5. Perez al 46° giro, gomma posteriore sinistra, sull’Hangar Straight.

La Pirelli parte dal Silverstone con l’immagine frantumata, ma ha solo la colpa di aver accondisceso alle richieste dissennate della FIA e della FOM, in una specie di sindrome di Stoccolma, a seguito della quale ha sacrificato il rendimento delle gomme alla comunicazione della qualità di un prodotto di infima serie. Un dato che noi più volte abbiamo criticato, ritenendo che la scarsa durata delle gomme e la mutevolezza delle prestazioni fosse in contraddizione con gli interessi di brand awareness (riconoscibilità del marchio, ndr) e di immagine in senso più ampio del costruttore italiano.

In più, le regole che impongono di non provare sono assurde, non permettono di testare le coperture in modo trasparente e uguale per tutti i team. Sabato, durante le qualifiche, la descrizione migliore l’ha data Gianluca Vialli, calciatore e allenatore italiano all’estero, il quale ha osservato in modo tagliente: «è come se nel calcio vietassero di allenarsi per giocare. Una cazzata».

A parte il linguaggio colorito, a noi sembra una fotografia della realtà: il divieto di effettuare test in Formula 1 è una castroneria predisposta a suo tempo ad arte per danneggiare la Ferrari. Finora è stata mantenuta con il pretesto del risparmio sui costi, ma al contrario è fonte di sperpero, perché i team minori (come Caterham e Marussia) avrebbero maggior convenienza (e minori costi) ad andare a provare sul circuito di Silverstone, piuttosto che dotarsi di simulatori e software per lo studio della fluidoninamica (CFC), che necessitano peraltro di professionalità specializzate dal costo medio/alto.

Ora è il momento di dire basta, prima che qualcuno si faccia male sul serio, con il conseguente codazzo di lamenti sulla pericolosità delle corse e su “quelli se la vanno cercando”. Di demagogia, anche in Formula 1, si può morire.

Aggiornamento del 30 Giugno 2013, ore 19.00

Nico Rosberg è stato convocato dopo la gara dai Commissari Sportivi, che hanno contestato al vincitore del GP di Gran Bretagna il mancato rallentamento del pilota tra le curve 3 e 5, in un periodo in cui vigeva il regime di bandiere gialle. La Mercedes ha dimostrato di non essere riuscita a segnalare in tempo al pilota l’esposizione delle bandiere gialle in quel tratto.

I Commissari Sportivi, coadiuvati da Nigel Mansell, hanno optato per irrogare a Nico Rosberg una sanzione molto leggera, l’ammonizione. La classifica perciò non cambia.

In altre occasioni la violazione è stata punita con un Drive Through. Nel caso di valutazione post gara, il Drive Through si trasforma automaticamente in una punizione di tempo, di solito 20 secondi. Se questo criterio fosse stato seguito anche a Silverstone, Rosberg sarebbe precipitato al 10° posto, dietro a Hülkemberg.

Ancora una volta il Government Body della Formula 1 mostra di poter usare criteri ad conduttorem, che si concretano come atti di arbitrio Insomma, l’ennesima pagliacciata. Quanto potrà durare ancora?

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F1, Gran Premio di Gran Bretagna 2013 – Classifica finale

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Mario Isola presenta l’analisi tecnica della Pirelli per il GP di Gran Bretagna