Spagna, strage ferroviaria: deraglia treno alle porte di Santiago de Compostela, almeno 50 morti

L’Incidente all’ingresso della stazione della città del santuario mariano. 100 feriti, esclusa la pista terroristica, si propende per un incidente causato dall’eccesso di velocità. Annullata la festa di San Giacomo, patrono di Spagna e della Galizia

20130725-santiago-de-compostela-disastro-780x470

Tragedia alle porte di Santiago de Compostela, in Spagna. Un ALVIA, treno ad alta velocità, è deragliato ieri sera proprio alle porte della stazione della città galiziana, provocando una stage. Dei 240 passeggeri, almeno 50 sono morti nell’impatto e almeno 100 sarebbero i feriti. L’incidente è avvenuto alle 20.42 locali, all’uscita di un curvone a destra che secondo un testimone sopravvissuto sarebbe stato abbordato in modo troppo veloce dal macchinista, che risulta tra i superstiti.

Il treno, in viaggio nella tratta Madrid-Ferrol, era costituito da 13 vagoni, tutti usciti dai binari, schiantandosi con un boato, che in un primo tempo aveva fatto temere per un attentato, anche per l’incendio scoppiato subito dopo l’impatto.

Il governo ha voluto subito escludere la pista terroristica, che avrebbe fatto ripiombare la penisola iberica nel terrore causato dalla strage di Ochoa dell’11 Marzo 2004, ma la portavoce del governo spagnolo ha affermato che l’ipotesi più probabile è quella dell’incidente. Opzione suffragata anche dalle dichiarazioni rese ai media locali da Ricardo Montesco, uno dei superstiti, secondo il quale il treno «andava molto veloce e in curva ha cominciato a girarsi, mentre i vagoni sono finiti una sopra l’altro».

Dunque un errore umano, secondo le prime ricostruzioni del macchinista, uscito miracolosamente illeso dal deragliamento, che racconta di come il convoglio abbia imboccato la curva a gran velocità, di molto superiore al limite degli 80 km/h.

Il disastro ha fatto passare in secondo piano il programma dei festeggiamenti per la festa di San Giacomo, patrono della Spagna e della Galizia, previsti a Santiago de Compostela, una delle grandi mete del pellegrinaggio cristiano in Europa, con visitatori da mezzo mondo. La festa cade oggi, 25 luglio, ma per consuetudine ne è dato annuncio il giorno prima, con i tradizionali rintocchi delle campane della Cattedrale già il 24, alla vigilia, e si protrae nella notte e poi per un’intera settimana con riti ed eventi. Celebrazioni che, come è ovvio accadesse, sono state subito cancellate dalle autorità locali. Nella zona del deragliamento sono subito affluiti i soccorsi, con ambulanze e squadre specializzate per liberare gli eventuali superstiti dalle lamiere.

È molto probabile che sul treno viaggiassero molti cittadini stranieri. L’Unità di Crisi della Farnesina si è subito attivata, attraverso la rete diplomatico-consolare in Spagna, e ha avviato contatti con le autorità locali per verificare la presenza di italiani tra i coinvolti. Secondo l’ambasciatore italiano in Spagna, Pietro Sebastiani, per ora non si hanno notizie di connazionali tra le vittime, ma la situazione è al momento in piena evoluzione e non si può escludere nulla.

Drammatiche le prime testimonianze raccolte dai media locali. «Quanti morti che ci sono qui, mio Dio», ha esclamato una donna a Radio Galega nei primi minuti dopo l’accaduto. Il governatore della Galizia, fra i primi a raggiungere il luogo della catastrofe, ha parlato di scene da «girone dantesco».

Il bilancio delle vittime viene aggiornato di ora in ora. Dopo le prime notizie diffuse dai media, è stato lo stesso capo della giunta regionale galiziana, Alberto Nunez Feijoo, a confermare almeno 45 morti e decine di feriti. Pompieri, polizia e forze della sicurezza locale della Galizia sono ancora sul posto, alle prese con i vagoni accartocciati. Alcune indiscrezioni raccolte a tarda sera dalle fonti locali riferivano di decine di persone intrappolate nei vagoni.

Sulla zona sono accorsi anche autorità di governo, dal sindaco di Santiago, Angel Curras, al ministro dei Lavori pubblici, Ana Pastor. Stamattina visiterà il luogo del disastro anche il Primo Ministro, Mariano Rajoy.

© RIPRODUZIONE RISERVATA