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Il Drake chiederebbe a Lucio Dalla di scrivere un saluto: “Caro Alonso ti scrivo…”

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Non trovando il bandolo della matassa, abbiamo pensato di seguire una modalità utilizzata da un politico di Bologna per scoprire un segreto della Repubblica: in una seduta spiritica, abbiamo evocato il Drake, ma siccome era occupato, ha chiesto a Lucio Dalla di dire qualcosa al posto suo ad Alonso…

GP UNGHERIA F1/2013

Domenica all’Hungaroring Fernando Alonso – con lo stomaco pieno d’aria – ha scelto l’orifizio meno adatto per liberarsi del peso: la bocca. E ha cominciato a spararle contro Maranello, per poi fare una specie di inversione a U sopra le aiuole, lasciando una scia di terra e di fiori sulla carreggiata. A dimostrazione che lauti guadagni non portano saggezza, forse il contrario.

Badate, miei quattro amici fedeli anche in estate: che il pilota spagnolo abbia motivi per lamentarsi verso la Ferrari, è sotto gli occhi di tutti, ma forse è anche vero il contrario. Fin dal sui arrivo a Maranello, quel gesto al GP di Cina del 2010 contro il compagno di squadra Felipe Massa, praticamente scavalcato in ingresso box, fu una mossa ben più grave di un “marcamento di territorio”: fu un atto intimidatorio. Tollerato dal board del Cavallino Rampante per un solo motivo: Alonso portava il santo dinero… (santo si fa per dire…).

Cose da fare andare su tutte le furie il fondatore del brand, per dirla all’inglese, quell’Enzo Ferrari ispirandosi al quale chi comandava a Maranello – come hanno ricordato molti amici involved in motorsport issues  – non ci pensò due volte a dare il benservito a Alain Prost nel 1991**, per aver definito la monoposto 643 “un camion”. Una verità incontrovertibile, peraltro, ma era pur sempre una Ferrari.

Il messaggio fu allora il seguente: una Ferrari è una Ferrari anche quando non va come una Ferrari dovrebbe andare. Un calembour, una verità fideistica, scritta nel messale pagano del tempio della velocità eretto nella Bassa Padana, sede principale a Maranello, succursale a Fiorano, insieme la Castel Gandolfo e la Basilica di San Pietro del credo ferrarista.

Si dice che Enzo Ferrari fosse ateo, non credesse in Dio. Non sapremo mai davvero la verità, nella coscienza non si entra senza il permesso del padrone di casa. Resta il fatto che Ferrari avesse fiducia in se stesso, una specie di auto-culto.

Tornando ad Alonso, se io fossi stato Montezemolo – e per fortuna non lo sono – non avrei mai ingaggiato un pilota che ha detto peste e corna del mio team. Cose che il pilota di Oviedo fece, più volte, fi dai tempi della Minardi. Non avrei mai assunto uno che danneggia di proposito un compagno di squadra (chiedere a Ron Dennis e a Lewis Hamilton), né uno che spiffera i segreti aziendali altrui: prima o poi lo farà anche con la mia azienda.

Tutte qualità umane, direte voi, niente a che fare con le doti velocistiche. Certo, ma i piloti uomini si vedono alla distanza, gli ometti piloti possono essere forti, ma alla distanza mostrano crepe.

Se fossi Montezemolo – e per fortuna non lo sono – dovrei capire cosa fare, per rispondere alle parole di Alonso di domenica: offensive, perfino maleducate. Ebbene, amici, vi confesso che non saprei cosa fare. Ergo, ispirandomi alla pratica usata da un uomo politico bolognese, nel 1978 durante una fase difficile della Storia dell’Italia, ho pensato di tenere una seduta spiritica per evocare lo spirito di Enzo Ferrari e chiedergli lumi, indicazioni, ordini.

Purtroppo Ferrari non è apparso: era impegnato a giocare con le macchinine con alcuni amici. Pare ci fossero con il Drake un Lorenzo, un Ludovico, un Ignazio, un Clay con tante amiche, un Eugenio, un Luigi, un Giancarlo, un Gilles e anche un Patrick, un Elio, un Ronnie, uno Stefan… Dice che un Didier fosse ai fornelli: pare la “pena” termini l’8 maggio 2382, fino ad allora gli toccherà cucinare prelibatezze per tutti.

Ebbene, Ferrari – udite udite – ha chiesto a Lucio Dalla di rispondermi e il cantante bolognese – ma quanto ci manca! – lo ha fatto come soleva fare: per le rime…

** Causa continui black-out dove mi trovo (non è giustificazione, solo spiegazione), il passaggio sul licenziamento di Alain Prost era poco chiaro. Nella formulazione del periodo, sembrava che a Maranello Enzo Ferrari dirigesse col metodo “Prodi” (sedute spiritiche continue, modello “Via Gradoli”…). Me ne scuso con i lettori, ora è più chiaro. Enzo Ferrari se ne è andato il 14 Agosto 1988. Grazie a Massimiliano Palumbo e gli amici di Motorsport Rants per avermene fatto accorgere.

Caro Alonso ti scrivo

Caro Alonso ti scrivo, così mi distraggo un po’
E siccome sei molto lontano, più chiaro ti scriverò.
Da quando sei arrivato, non c’è alcuna novità,
a Maranello l’hanno fatto altre volte
non è più una novità.
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Se vai poco ai test, poi non ti devi lamentà
ché senza provare la Ferrari non può andà.
Felipe ormai non ti passa in partenza,
vuol fare gioco di squadra,
pur di non farti del male, si gratta la sua panza.
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Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando.
Saran di fila tre titoloni,
piloti e costruttori,
da come lo si dice, ci prendete tutti per coglioni.
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Ci sarà da mangiare e luce tutto il giorno,
anche i sordi potranno sentire
alcuni li hai ancora intorno.
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E ci sarà il motore, ognuno come gli va,
aspirato, ibrido o turbo,
oppure metà e metà,
e con poche parole qualcuno parlerà,
saranno quelli che non tollerano più
minacce e furbizie da terza età.
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Vedi caro Alonso, cosa ti scrivo e ti dico
e come sono contento
di esser qui in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro amico, cosa ti devi inventare
per potertene andare
o continuarle a sparare...
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E se quest’anno poi passasse in un istante,
vedi amico mio
come diventa importante
che in quest’istante ci sia anch’io…
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L’anno che sta arrivando, tra un anno passerà,
io mi sto preparando, ma tu sei ancora qua ...

Ultimo aggiornamento 31 Luglio 2013, ore 9.25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

@johnhorsemoon

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L’anno che verrà, Lucio Dalla

http://www.youtube.com/watch?v=E0AkUT9f4lg

John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.

3 pensieri riguardo “Il Drake chiederebbe a Lucio Dalla di scrivere un saluto: “Caro Alonso ti scrivo…”

  • P.S. vedo che l’articolo è stato opportunamente modificato. Bene.

    • Si, grazie dell’osservazione. Ho appena spiegato perché il passaggio non fosse chiaro. In una città come Gela, dove si produce energia (anche con metodi…beh lasciamo perdere…), restare senza energia elettrica è come la storia del calzolaio che va in giro con le scarpe rotte…
      Cordialità

  • Beh, ma nel 1991 Enzo Ferrari era morto e sepolto da oltre tre anni (agosto ’88 ) quindi non si capisce come abbia potuto dare il benservito a Prost (novembre ’91)…

I commenti sono chiusi.