Siria, gli USA pronti a “castigare” Assad

Il segretario di Stato John Kerry è stato chiaro: “Pochi dubbi sul fatto che il governo di Assad abbia usato armi chimiche”. L’attacco dal mare potrebbe partire entro poche ore e concludersi nel giro di due giorni.

obama

Soffiano sempre più forti i venti di guerra su Damasco. Ne è prova la decisione degli USA di rinviare l’incontro con la Russia per la definizione di una conferenza di pace sulla Siria. Scelta che ha rammaricato non poco Mosca.

Il bilaterale era stato programmato per domani a l’Aia ma Washington ha optato per il rinvio in quanto ci sono “discussioni in corso sulla risposta da dare all’uso di gas da parte dell’esercito siriano nell’attacco del 21 agosto“, come si legge sulla nota del Dipartimento di Stato.

L’intervento militare per difendere la popolazione siriana, infatti, è sempre più concreto, soprattutto dopo le parole espresse dal segretario di Stato, John Kerry, durante una conferenza stampa di ieri: “Ci sono pochi dubbi sul fatto che sia stato il governo di Assad ad usare armi achimiche. Abbiamo molte informazioni da valutare con gli alleati (Gran Bretagna, Australia e Francia, in primis – n.d.r.)”. Inoltre, per il presidente Obama, come raccontato da Kerry, “chi usa armi chimiche è chiamato a risponderne”, in quanto “l’attacco chimico è un’oscenità che ha scosso le coscienze del mondo“.

In pratica, gli USA stanno decidendo d’intervenire a breve per ‘castigare’ il governo Siriano, reo di avere commesso crimini contro l’umanità. Secondo indiscrezioni, l’attacco militare dovrebbe essere “di portata e di durata limitata“: 48 ore di lanci missilistici, dalle navi situate sul Mediterraneo, contro obiettivi militari.

Lo scopo, dunque, sarebbe quello di ‘spaventare‘ Assad e di intimarlo a non utilizzare più le armi chimiche. E questo sarebbe perseguito senza attendere l’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, perché Cina e Russia direbbero naturalmente di no. In pratica, si ripeterebbe quanto già successo nel Kosovo (1999) e in Iraq (2003).

Sul fronte siriano, in vista dell’attacco occidentale, sono cominciate le minacce di rito, soprattutto rivolte ad Israele, “mandante di ogni eventuale aggressione“, come affermato da Khalaf Al-Muftah, sottosegretario all’Informazione siriano. A Gerusalemme, però, sono pronti per rispondere ad eventuale ritorsioni e, in caso di escalation della tensione, potrebbero cominciare la diffusione delle maschere a gas alla popolazione israeliana. Damasco, inoltre, fa sapere che Iran, Iraq e Hezbollah potrebbero sostenere la resistenza della Siria.

Per il ministro degli Esteri Emma Bonino, infine, “dovremmo evitare di rendere mondiale un dramma che è internazionale” e non crede all’intervento “limitato”, perché le conseguenze potrebbero essere, invece, illimitate.

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Walter Giannò

Blogger dal 2003, giornalista pubblicista, ha scritto su diverse piattaforme: Tiscali, Il Cannocchiale, Splinder, Blogger, Tumblr, WordPress, e chi più ne ha più ne metta. Ha coordinato (e avviato) urban blog e quotidiani online. Ha scritto due libri: un romanzo ed una raccolta di poesie. Ha condotto due trasmissioni televisive sul calcio ed ha curato la comunicazione sul web di un movimento politico di Palermo durante le elezioni amministrative del maggio 2012. Si occupa di politica regionale ed internet.