La Marina Militare italiana e la sua storia. Una giornata di studi per i Cento Anni dell’Ufficio Storico
I Musei della Marina: un viaggio fantastico nella storia di ieri e di oggi, per viaggiare per mare…anche con il pensiero… L’Italia è un Paese straordinario, dalle mille risorse. La cultura e la storia insegnino a superare il grigio presente
È poco noto ai più che le Forze Armate italiane, ognuna per la sua competenza, hanno all’interno della loro struttura gli Uffici Storici, che raccolgono e tramandano la memoria di ciò che è stato, per non dimenticare, con documenti e oggetti rari, importanti testimonianze della nostra storia.
La Marina Militare ha ricordato i primi 100 anni dell’istituzione del proprio Ufficio Storico, avvenuta il 29 agosto 1913, con una giornata di studio svoltasi il 25 settembre scorso, cui hanno partecipato esperti storici, civili e militari, e una mostra a Roma, nel Complesso del Vittoriano, Sacrario delle Bandiere.
Esposti, sia pure per pochi giorni – dal 16 al 29 settembre – e con un rilievo sui media che avrebbe meritato maggiori sforzi, interessanti documenti d’epoca, che hanno fatto viaggiare i visitatori in modo onirico in un mondo poco conosciuto agli inizi del XIX secolo, ma presentato con scritti, fotografie d’epoca e disegni di rara efficacia. Una collezione di rapporti che si leggono come un romanzo d’avventura, ma che rappresentano in modo efficace una realtà affascinante lontana nello spazio e nel tempo.
Spesso si pensa che musei militari e mostre documentali siano di interesse solo ‘tecnico-militare’ e forse anche, diciamolo, un po’ noiosi: invece sono molto fruibili anche dal punto di vista storico ed estetico, perché spesso vengono esposte memorabilia di grande valore artistico, come ad esempio i ‘cofani’ in legno che raccolgono le bandiere di ogni unità navale e che, al momento della dismissione del naviglio, vengono conservati a Roma, al Sacrario delle Bandiere (Vittoriano, Via dei Fori Imperiali). Si tratta di splendidi manufatti in legno, intarsiati con rara perizia, autentici oggetti d’arte che custodiscono bandiere sventolate su unità militari mitiche nella nostra storia.
Dall’Ufficio Storico della Marina Militare dipendono anche i Musei della Marina e alcune interessanti Sale Storiche dislocate in alcune basi.
Venezia è una città-museo sull’acqua, ma andando a visitare il Museo Storico Navale della Marina Militare, su Riva San Biasio, nel quartiere Castello nei pressi dell’Arsenale, si percepisce ancora di più come questa città lagunare sia strettamente legata alla navigazione. Il Museo è molto antico, anche se nasce ufficialmente solo nel 1923. La sua origine risale alla ‘Casa dei Modelli’ dell’Arsenale della Serenissima. Se nel 1797, con la presenza dei francesi, molti oggetti andarono perduti, nel 1866, alla fine del dominio austriaco, si formò il primo vero nucleo di questo Museo, trasferito nell’attuale sede nel 1964. L’edificio principale, di cinque piani, era stato il ‘Granaio’ di Venezia. Altri reperti importanti sono visibili nella Chiesa di San Biagio, esterna al palazzo e nel Padiglione delle Navi, che è nell’Antica Officina dei remi dell’Arsenale, ormai aperto al pubblico in larga parte e di grande interesse architettonico.
Venezia e il mare, dunque, permettono di sognare e tornare al tempo dei Dogi. Ecco il Bucintoro, (al primo piano del Museo), nave da cerimonia, varata nel 1728: l’originale fu distrutto dai francesi, durante l’occupazione di Venezia, ma nel 1824 fu ricostruito. È un’opera d’arte da studiare per comprendere la grandezza e la ricchezza di una città così particolare e la bravura dei suoi artigiani, veri artisti dell’incisione su legno e della doratura. Da vedere la Scalea Reale, costruita intorno all’anno 1850: una galea da parata, splendido manufatto degli ‘squeri’ (cantieri navali) veneziani. Su questa Scalea, Vittorio Emanuele II fece il suo ingresso a Venezia nel 1866, alla fine del dominio austriaco.
In questo luogo tutto ricorda la lunga e gloriosa storia marinara della Serenissima Repubblica: sono custoditi alcuni modelli, come quello di una trireme, galea da guerra usate fino alla metà del XVI secolo; o quello di una ‘galeazza’ usata contro i Turchi a Lepanto (1571). E poi la collezione di splendide gondole, anche quella di Peggy Guggenheim, oltre naturalmente a testimonianze della storia navale della Marina Militare italiana più recenti. Come, ad esempio, un siluro a lenta corsa, noto con il nome di ‘maiale’, per chi voglia togliersi la curiosità storica e scientifica di vederne uno, tramandatoci dalle ardimentose azioni della X Mas, gli incursori della Marina predecessori degli attuali Consubin del “Teseo Tesei”. Tanti oggetti esposti, per tutti i gusti e gli interessi.
Il Museo Storico Navale è una tappa quasi obbligata a Venezia, per comprendere meglio l’importanza della marineria veneta, oltre che della Regia Marina e dell’attuale Marina Militare Italiana.
L’altro importante polo museale della Marina è il Museo Tecnico-Navale di La Spezia (Viale Amendola 1). Il suo nucleo centrale risale al 1869 quando fu iniziata la costruzione del nuovo Arsenale Militare, dopo che nel 1860 la Reale Marina Sabauda aveva incorporato la Marina Granducale di Toscana e quella Reale Napoletana, quest’ultima di grande tradizione storica marinara. Fu ufficializzato come struttura museale nel 1925, anche se inaugurato un anno prima. La Seconda Guerra Mondiale non lo risparmiò, ma nel 1958 fu inaugurato nella nuova e attuale sede.
Forse l’intitolazione stessa del Museo non incoraggia il visitatore, ma è un errore: questo polo contiene circa 14.000 oggetti rari e di grande interesse artistico (provenienti anche dalle altre marinerie) come, ad esempio, le Polene, mitiche creature che nei secoli passati (dal XVI al XIX secolo) venivano sfoggiate a prua. Le Polene raffiguravano mostri marini per spaventare i nemici o figure femminili: erano oggetti d’arte prima che elementi indispensabili per una nave di prestigio, comprese quelle dei… pirati. Caddero in disuso agli inizi del secolo XIX perché o troppo pesanti o troppo costose e forse a mano a mano scomparvero anche gli intagliatori, veri artisti di quel tipo di scultura lignea. Sono però rimaste in gran numero a testimoniare tempi diversi: la loro mitica presenza è tornata in auge con le serie di film dedicati ai pirati e così anche i giovani si sono incuriositi. Ebbene, a La Spezia se ne possono vedere molte e veramente belle.
Sempre nel Museo di La Spezia sono esposti numerosi “Fanò”, cioè quelle lampade indispensabili la notte, a bordo navi nei secoli scorsi. Opere d’arte e d’ingegno marinaro.
A Taranto vale la pena di visitare il Castello Aragonese, altro Museo storico militare della Marina, non fosse altro per la splendida struttura architettonica e i conseguenti angoli suggestivi.
Ad Ancona (Via Cialdini n.1) invece la Sala Museale della Marina Militare è intitolata al contrammiraglio Guglielmo Marconi (pochi lo sanno, ma fu anche ufficiale di Marina) e soddisfa molte curiosità sull’inizio delle telecomunicazioni, sulla storia della radio fin dalle prime sperimentazioni di Marconi, con l’esposizione di apparecchi originali d’epoca. Una sala interattiva è stata allestita dall’Associazione Radioamatori Italiani e coinvolge soprattutto i giovani. Molte le scolaresche che la visitano (sempre su prenotazione) e i ragazzi sono sempre affascinati da questi miracoli della tecnica italiana. Senza Marconi, internet oggi non sarebbe possibile.
I Musei della Marina sono strutture che offrono diverse prospettive d’interesse, mai noiosi anzi molto vivaci con la diversità di oggetti che espongono e con la possibilità di soddisfare molte curiosità soprattutto di un pubblico giovane che sogna, anche grazie a recenti film e pubblicazioni, un mondo ormai scomparso. Avvicinandosi agli oggetti di quel periodo, i giovani sono attratti anche da quello che oggi offre la moderna marineria, anche quella militare. Dunque, perché non programmare una visita anche a questi poli museali? Fanno parte della nostra storia.
Per maggiori informazioni su orari, prezzi dei biglietti d’ingresso quando necessari (non sempre):
http://www.marina.difesa.it/STORIACULTURA/UFFICIOSTORICO/MUSEI/Pagine/default.aspx
© RIPRODUZIONE RISERVATA