Siria, ONG lancia l’allarme: Al Qaeda impone alle bambine il velo islamico a scuola

L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani punta il dito contro il gruppo jihadista “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”, che combatte con una brigata multinazionale (poco siriana) il jihad contro il laico Assad

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Un gruppo appartenente ad Al Qaeda ha imposto in Siria l’abbigliamento islamico alle bambine che vanno a scuola, secondo un dispaccio della France Presse. Nel villaggio di Tweihineh, lo “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante” ha vietato alle bambine della scuola primaria e a quelle più grandi di andare a scuola senza indossare l’abbigliamento islamico integrale, compreso l’abaya – l’abito nero di tradizione wahabita (nella foto in basso) – guanti e velo. La notizia è stata resa nota dall’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani.

20130930-Abaya9Secondo informazioni raccolte sul territorio grazie agli attivisti, alle bambine e alle ragazze è imposto l’uso di un abbigliamento appartenente alla tradizione islamica pakistana, sconosciuto ai siriani e ai musulmani del Mediterraneo.

La Coalizione Nazionale siriana – il principale gruppo di opposizione al regime di Assad, ma di matrice laica – ha condannato “l’aggressione del SIIL (ISIL, nell’acronimo inglese, Islamic State of Iraq and Levant)” alle chiese cristiane avvenuta nella città di Raqa, definendo il gruppo jihadista “fuori dalla rivoluzione siriana e non rappresentante le aspirazioni del popolo siriano”.

Gli attivisti dell’opposizione laica hanno riportato una escalation degli abusi del SIIL contro le altre fazioni ribelli locali e contro la popolazione civile, anche con il ricorso ai sequestri e alle esecuzioni pubbliche. Nonostante il timore di rappresaglie efferate, la popolazione ha inscenato proteste contro il gruppo affiliato ad Al Qaeda e finanziato – secondo le indiscrezioni – da Qatar e Arabia Saudita. Sabato scorso un video amatoriale in cui si mostrano le proteste contro i jihadisti è stato è stato pubblicato online. Nelle immagini si vedono gli islamisti abbattere una grande Croce.

L’opposizione laica al regime di Assad ha sottolineato come questi terroristi del SIIL stiano “facendo il gioco di Assad”, commettendo questi “crimini di guerra”. “Per centinaia di anni – hanno rilevato i membri della Coalizione Nazionale siriana – la gente in Siria ha vissuto credendo nella libertà religiosa”.

Gli islamisti non sono però l’unico ostacolo al processo educativo in Siria. L’Unicef ha acclarato che quasi in metà del Paese i bambini non stanno andando a scuola, anche per paura di attacchi distruttivi da parte di tutte le forze militari in campo. Più di 3000 scuole sono state danneggiate in 30 mesi di conflitto e più di 900 sono usate come provvisori ostelli per famiglie che hanno perso la casa. Dei più di 2 milioni di siriani fuggiti oltre confine, almeno metà sono bambini, una minoranza dei quali quest’anno andrà regolarmente a scuola per lo sforzo dell’assistenza internazionale.

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