Due università cinesi fra le migliori 50 al mondo
La Beida e la Qinghua salgono, di poco, la graduatoria degli atenei più competitivi. Ma i ricercatori sottolineano la mancanza di spirito internazionale e la poca qualità delle ricerche scientifiche pubblicate dai docenti cinesi
Pechino – Due delle più importanti università della Cina hanno migliorato (di poco) la loro posizione nella graduatoria sugli atenei più stimati al mondo. Ma i ricercatori sottolineano che gli istituti del Paese devono comunque divenire più internazionali e migliorare la qualità delle proprie ricerche, se vogliono essere competitivi. La lista del Times Higher Education per il 2013-2014 posiziona la Beijing University (Beida) al 45° posto (un gradino più in alto rispetto allo scorso anno) e la Qinghua University al 50°, con due avanzamenti.
Phil Baty, uno dei redattori della lista, sostiene che una delle aree in cui le università cinesi hanno più problemi è quella della ricerca: l’attenzione è troppo focalizzata sulla produttività invece che sulla qualità dei testi. Gli scienziati cinesi hanno prodotto negli ultimi 10 anni circa 1,14 milioni di testi, piazzandosi al secondo posto in termini di volume globale (nel 2010 erano al quarto posto). Tuttavia, sui giornali internazionali le ricerche cinesi sono citate in media 6,91 volte contro le 10,69 del livello mondiale.
Secondo Baty gli studi sulle università cinesi dimostrano che sia la Beida che la Qinghua hanno migliorato le collaborazioni con l’estero e sono divenute “più attraenti” per docenti e studenti stranieri, ma che comunque sia loro che gli altri atenei cinesi devono divenire più internazionali. Nelle università del Paese lavorano 11.300 docenti non cinesi, meno dell’1% del totale. A Hong Kong, invece, oltre il 40% degli insegnanti viene dall’estero.
Per il ricercatore le due università continueranno a salire la graduatoria, anche se la competizione fra le prime 50 sarà serrata: “Ma oltre a tutto questo devono riformare il proprio sistema e mettere in campo un sistema più dinamico per premiare i talenti migliori e mantenere le menti più brillanti all’interno del proprio sistema”. Fra le università asiatiche, Tokyo si piazza al primo posto mentre Singapore occupa il secondo.
(AsiaNews)