Russia e Cina firmano accordo energetico da 85 miliardi di dollari

La firma durante la visita di Stato a Pechino del Primo Ministro Dmitri Medvedev. I due Paesi, ha detto Xi Jinping, sono “buoni vicini e partner strategici di nome e di fatto”. Secondo l’accordo, le due maggiori compagnie energetiche nazionali sfrutteranno insieme i campi petroliferi della Siberia. Aumenta l’influenza cinese nel settore della produzione di combustibile russo

20131024-Dmitri-Medvedev-PM-Li-Kequang-660x440
Il PM russo, Dmitri Medvedev, con l’omologo cinese Li Kequang durante la visita di Stato a Pechino (foto The Moscow Times)

Pechino – Cina e Russia hanno firmato nella notte un accordo per la fornitura di petrolio e per lo sfruttamento congiunto delle riserve siberiane dal valore di 85 miliardi di dollari. Nel corso di una visita di Stato, i leader delle due nazioni hanno sottolineato “l’importanza strategica bilaterale” di una maggiore cooperazione sia nel campo dell’energia che in quello degli affari internazionali. Il presidente Xi Jinping ha voluto aggiungere parlando con il premier russo Medvedev che i due Paesi sono “buoni vicini e partner strategici di nome e di fatto”.

L’accordo è stato siglato nel corso di una visita ufficiale di una rappresentanza russa a Pechino. Il primo ministro del Cremlino è arrivato ieri – e riparte oggi – insieme a una imponente delegazione che comprende il ministro dell’Energia Alexander Novak e i maggiori dirigenti delle compagnie petrolifere ed energetiche.

E proprio le due più importanti compagnie pubbliche di Russia e Cina hanno annunciato di aver trovato un’intesa relativa allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi in Siberia. Secondo i termini del contratto, Mosca dovrà far fronte all’aumento interno della domanda energetico a lungo termine “insieme alla Cina”. Per questo la compagnia russa Rosneft e la Cina National Petroleum Corp. (Cnpc) hanno deciso di cooperare per aprire allo sfruttamento degli immensi giacimenti di petrolio della Siberia orientale. Rosneft e Cnpc creeranno una joint-venture la cui maggioranza, ovvero il 51%, sarà in mano alla società russa.

La russa Rosneft, la più grossa compagnia petrolifera mondiale, ha inoltre deciso di incrementare l’export in Cina di 300mila barili di petrolio al giorno per un valore di 270 miliardi di dollari. Oltre a questo, i due primi ministri hanno presieduto alla firma di altri 21 accordi commerciali bilaterali tutti nel campo dell’energia.

Mosca è sempre stata riluttante a consentire alla Cina di accedere direttamente ai propri giacimenti energetici, ma negli ultimi tempi ha dimostrato maggiore flessibilità. A giugno è stato approvato un accordo secondo il quale la cinese Cnpc potrà avere il 20% di AOA Novatek’S Yamal, un progetto relativo alla produzione di gas naturale nella regione artica della Russia. Non più tardi di una settimana fa, inoltre, il presidente di OAO Lukoil Holding – la seconda compagnia russa per la produzione di energia – ha dichiarato a Pechino che “non ci sono barriere ai progetti cinesi di investimento in campo energetico da realizzare in Russia”.

Nel corso di una conferenza stampa online, Medvedev ha risposto a domande poste da utenti della Rete e moderate dall’agenzia del Partito comunista cinese Xinhua. Una delle domande riguardava la pubblicazione dei redditi dei leader politici russi. Il premier di Mosca ha risposto: «tutti in Russia conoscono quanto guadagna il presidente e il primo ministro, quali siano gli interessi privati e quelli familiari. È una pratica usata in tutto il mondo, niente di speciale».

In Cina molti blogger e attivisti domandano la pubblicazione dei redditi della leadership, ma le loro richieste vengono soffocate con arresti e oscuramenti dei siti internet. Ultima in ordine di tempo – che ha avuto vasta eco internazionale – l’arresto del giornalista Chen Yongzhou, del New Express, con l’accusa di “aver danneggiato la reputazione commerciale” del colosso economico Zoomlion, il secondo produttore nazionale di articoli per l’edilizia. Ieri il quotidiano era uscito con un inconsueto appello per la libertà del proprio giornalista, rilanciato dagli utenti sul sito di micro-blogging Sina Weibo.

(AsiaNews)