Figlio unico, sicurezza nazionale e stabilità economica: le riforme del Terzo Plenum del Partito Comunista Cinese
Concluso a Pechino l’incontro fra i massimi leader del Partito comunista, che hanno approvato due nuove “super Commissioni” per la sicurezza interna e la riforma dell’impianto economico. Indiscrezioni su un rilassamento della legge sul figlio unico: alle coppie formate da due figli unici sarà permesso avere due figli. Mancano però conferme ufficiali
Pechino – Il Terzo Plenum del Partito comunista cinese dell’era di Xi Jinping ha approvato tre documenti-chiave che dovrebbero cambiare l’approccio statale alla legge del figlio unico, alla sicurezza nazionale e alla stabilità economica. La riunione, iniziata il 9 novembre, si è conclusa nel pomeriggio del 12 novembre (ora locale) a Pechino, con un comunicato rilanciato dall’agenzia ufficiale Xinhua: nel testo si parla di due nuove “super-Commissioni” che avranno il compito di coordinare la sicurezza nazionale e le riforme economiche.
Secondo il giornale Caixin, che cita fonti interne, la leadership comunista avrebbe inoltre approvato una significativa modifica alla legge sul figlio unico: secondo il nuovo testo, che deve però essere ancora confermato, alle coppie cinesi sarà permesso avere un secondo bambino se entrambi i genitori sono figli unici. La questione demografica è molto sentita in Cina, dove oramai l’invecchiamento della popolazione e il crollo delle nascite – imposto dallo Stato con metodi feroci – stanno facendo collassare il sistema pensionistico, sanitario e di welfare.
Il documento conclusivo ufficiale conferma che i «circa 400 membri di alto livello del Partito» hanno approvato la nascita di una Commissione per la sicurezza statale che dovrebbe funzionare come una Agenzia per la sicurezza nazionale. I membri della Commissione dovrebbero essere tutti quadri di alto livello del Partito, con il compito di gestire politiche estere e militari. La nuova Commissione per la riforma profonda dell’economia, invece, avrà i suoi vertici nel Politburo e dovrebbe lanciare la «ristrutturazione» dell’economia nazionale, considerata «troppo fragile».
(Credits: Asia News, thediplomat.com)