GP degli Stati Uniti, penultima tappa di un mondiale già assegnato. Lotus sceglie Kovalainen al posto di Räikkönen

Penultimo round del Mondiale F1 sul Circuito delle Americhe ad Austin, Texas,. Con il titolo iridato già assegnato, punti pesanti solo per la corsa al podio iridato: nella classifica piloti, Hamilton può raggiungere perfino Alonso; in quella costruttori è battaglia per il secondo e il terzo posto. La Lotus ingaggia Heikki Kovalainen per gli ultimi due round del campionato

F1 - GRAND PRIX OF THE UNITED STATES 2012

Sul circuito di Austin si svolge questo fine settimana il Gran Premio degli Stati Uniti, penultima gara del mondiale di Formula 1, per il secondo anno consecutivo sul circuito texano. Si arriva negli States dopo una settimana convulsa per la fine anticipata della stagione di Kimi Räikkönen e per i dubbi che hanno circondato la possibilità che Fernando Alonso non corresse, a causa delle conseguenze della compressione vertebrale subita ad Abu Dhabi, nel saltare sui cordoli durante il sorpasso di Jean-Eric Vergne.

Dal fronte “Cavallino Rampante” oggi è arrivato il via libera della commissione medica della FIA per Fernando Alonso. «Il dolore 20131115-circuit-of-the-americas-from-the-air-300x260gmuscolare derivato dall’incidente è stato curato durante la settimana di pausa tra le due gare e questa mattina il dottore Steve Olvey, insieme ai delegati medici della FIA, ha effettuato presso il centro medico del circuito una serie di controlli precauzionali il cui esito positivo ha decretato il via libera alla partecipazione alla corsa» recita lo stringato comunicato della Ferrari, che però spiega anche l’assenza del pilota spagnolo dalle consuete riunioni con i media di tutto il mondo del giovedì. Un’assenza motivata dal fatto che Alonso non è in «condizioni ottimali», così è stato ritenuto meglio lasciarlo a riposo in albergo, con lo «scopo di favorire il miglior recupero possibile». Sarà regolarmente in pista per il primo turno di libere domani pomeriggio in domani per il primo turno di prove libere (diretta Rai/Sky dalle 16, come da scheda in basso).

Sempre per rimanere in ambito Ferrari, occhi lucidi per Massa, alla penultima corsa in rosso (almeno in F1, come dice Montezemolo…). A suo dire gli mancheranno tutti, gli mancherà Maranello, i tecnici, i meccanici, l’ambiente e perfino il cibo italiano. Se qualcuno ha fantasia commerciale, un motivo in più per legarsi al pilota brasiliano dal 2014, quando guiderà una Williams, un buon veicolo per testimoniare la straordinaria grandezza della cucina italiana in Gran Bretagna (e non solo).

In Lotus, invece, il discorso è diverso. Kimi Räikkönen ha dovuto dare forfait per le ultime due corse del mondiale 2013, per l’indifferibilità dell’intervento chirurgico alla schiena, a causa di un problema riacutizzatosi negli ultimi mesi. Questa almeno la versione ufficiale del pilota, anche se il team ha reagito con una strana lentezza nel dar conto di un fatto che mette in pericolo la posizione del pilota in classifica piloti e della squadra nel mondiale costruttori.

Nell’ambiente però tutti non scommetterebbero un centesimo di Lira Turca sulla verità dei fatti. È infatti molto probabile che dietro lo stop anticipato del pilota finlandese ci siano questioni legate ai pagamenti degli emolumenti mai effettuati da parte del team. Aver “marcato visita” – con evidenti motivi fondati – potrebbe essere stato l’escamotage trovato dal management di Räikkönen per sottrarsi da un contratto ormai improduttivo sotto il profilo economico. «Guidare in F1 è un piacere» ha detto ad Abu Dhabi lo stesso driver di Espoo «ma una larga parte è business».

L’occasione avrebbe potuto servire per rivedere un pilota italiano in F1. Davide Valsecchi – terzo pilota della Lotus – è stato in predicato di salire sulla monoposto del pilota finlandese, ma alla fine Eric Boulier ha preferito assoldare per le ultime due gare del campionato Heikki Kovalainen, pilota collaudatore della Caterham, team per cui ha già corso con Jarno Trulli. E team con cui lo stesso Kovalainen sostiene correrà nel 2014. La scelta di un finlandese per sostituirne un altro finlandese-acciaccato è stata motivata con il fatto che Valsecchi non avrebbe sufficiente esperienza in Formula 1 per lottare in gara e conquistare punti pesanti per la classifica costruttori, in cui la Lotus spera ancora di agguantare il terzo posto, con un bonus di circa otto milioni di dollari che non sono certo bruscolini, soprattutto in un momento in cui la crisi sembra affacciarsi alle porte della F1 per mietere vittime.

L’argomento di Boulier è fondato, perché Valsecchi non ha mai gareggiato, ma suscita altresì una domanda spontanea: con gli attuali (assurdi) regolamenti che limitano i test in F1 a poche giornate in un anno, quando mai Davide Valsecchi potrà avere l’esperienza per fare il grande salto in gara? Mai! Al suo posto – e al posto di chi lo segue – dirotteremmo lo sguardo altrove (per esempio in IndyCar), dove il talento e una buona dotazione di “€stimatori” potrebbero aiutare il pilota comasco a costruirsi una validissima alternativa a questa folle Formula 1.

Con Räikkönen fermo, salgono le chances di Lewis Hamilton di piazzarsi sul terzo gradino del podio iridato, con la possibilità teorica addirittura di scavalcare Fernando Alonso e appropriarsi del secondo posto finale. Teoria, direte, ma una possibilità che non va scartata, anche se il feeling con la Freccia d’Argento di Stoccarda sembra essersi raffreddato di recente. Tuttavia, Hamilton qui l’anno scorso vinse, in un finale stagionale che vide la McLaren aggiudicarsi le ultime due gare in pompa magna.

In settimana si è diffusa – prima come un’indiscrezione sul settimanale britannico Autosport, poi con un crescendo rossiniano di addii a mezzo stampa, rimproveri e conferme ufficiali – la notizia del “licenziamento” di Sergio Perez (dopo un solo anno di esperienza) dalla McLaren, a favore di un “figlio d’arte”, Kevin Magnussen, figlio di Jan, fresco vincitore della World Series by Renault 3.5 e “risorsa interna” del team di Woking, perché partecipante al programma young driver. Sul pilota danese Martin Whitmarsh ha speso ieri – all’atto della conferma ufficiale dell’ingaggio – parole di grande stima.

Perez, dal canto suo, si è lasciato andare nelle scorse ore a dichiarazioni di particolare interesse. «Sono piuttosto deluso» ha detto il giovane pilota messicano che dubita di poter trovare un volante in F1 per il 2014. «Penso sia normale quando i propri obiettivi sono più alti degli effettivi risultati» si è sfogato con la stampa, per poi aggiungere una valutazione “strana” sulla McLaren: «è un grande team con tanta gente capace, non c’è dubbio, ma a mio parere manca di organizzazione e umiltà per affrontare la realtà». A quale realtà allude Perez? Alla realtà tecnica di una monoposto fallita fin dall’inizio? Alla mancata decisione di tornare indietro e riprendere la MP4/28 del 2012? O piuttosto a non aver ridimensionato le pretese economiche verso lo sponsor Telmex, che avrebbe dovuto prendere il posto di Vodafone nel 2014 come main sponsor del team?

Sarà un caso, ma la programmata conferenza stampa di presentazione del nuovo sponsor principale della McLaren, prevista per il 2 dicembre prossimo, è stata cancellata. Sarebbe interessante capire se tra l’ingaggio di Magnussen, il licenziamento di Perez e la questione riguardante lo sponsor del team britannico vi sia attinenza. Vedremo.

Infine, occhio alla Red Bull che con Vettel cerca il fil..otto di vittorie consecutive, un record che lo lancerebbe nell’eguagliare il record di Schumacher di 11 vittorie stagionali (se si aggiudicasse entrambe le ultime due gare). Ieri Chris Horner ha tessuto le lodi di Daniel Ricciardo, l’australiano di origini italiane (siculo-calabresi, per la precisione…) che l’anno prossimo prenderà il posto di Mark Webber. «Credo che sarà veramente una bella sorpresa. Daniel è conscio del compito difficile che l’attende e del fatto che Sebastian Vettel è un paragone che intimorisce chiunque, però siamo davanti a un pilota dal grande talento e dall’ottimo spunto veloce» ha detto il team principal dei “bibitari” ad Autosport. Insomma, anche un modo per dire a Vettel che è la Red Bull a…mettere le ali…

Domani primo turno di libere dalle 16, secondo dalle, con trasmissione sia sulla RAI (RaiSport1) che su Sky (Canale 206).

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L’analisi Pirelli del circuito di Austin a cura di Mario Isola

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.