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A Natale pensiamo ai disabili italiani (e a quanto sono sfortunati di non essere tedeschi)

L’Italia non è un paese per disabili. La Germania sì. Ricordiamocelo, soprattutto a Natale

disabili

Mercoledì è Natale e bisogna essere più buoni. Soprattutto con chi è più sfortunato. Con i disabili, ad esempio, costretti a guardare il mondo dal basso verso l’alto, a prescindere dal motivo che li ha obbligati a muoversi in carrozzina. E buono dovrebbe essere lo Stato, ovvero chi dovrebbe mettere ordine alla società, assicurare e promuovere l’uguaglianza tra i cittadini, proteggere i più deboli.

Però, facendo un confronto tra quanto avviene in Germania e in Italia, ci accorgiamo che dalle nostre parti ci sono “uguali meno uguali degli altri” che gridano vendetta come gli immigrati trattati come bestie a Lampedusa. Lo abbiamo appreso leggendo il post di un disabile, di un sardo trapianto a Trento, Gian Piero Robbi, che, nelle scorse elezioni provinciali trentine, ha tentato di rappresentare i tanti, come lui, che ogni giorno devono affrontare una vita difficile. Perché Gian Piero sa che non si fa abbastanza per i disabili.

Il post è lungo ma merita di essere letto, così com’è, senza aggiungere alcun commento:

«La Germania è distante da Trento poche ore di auto. Eppure, tra “noi” e “loro” ci sono differenze che sembrano appartenere a due pianeti distanti. Soprattutto nell’ambito delladisabilità.

Partiamo dalla disgraziata ipotesi che un cittadino di nazionalità tedesca, a causa di un incidente stradale, sia costretto a stare su una sedia a rotelle.

Innanzitutto, in clinica, il paziente viene immediatamente orientato da un assistente sociale sui diritti dei disabili e, al contempo, viene aiutato nella preparazione di tutta la documentazione necessaria per ottenere quanto gli spetta.

Una volta tornato tra le mura amiche, nel caso in cui il disabile possa tornare a vivere dove abitava prima dell’incidente, lo Stato gli garantisce la completa ristrutturazione dell’immobile, adeguandolo ai suoi nuovi bisogni: allargamento del bagno, delle porte; le rampe o gli ascensori per l’accesso, ecc.). E ciò vale sia se si tratta di una casa acquistata che affittata.

E se è impossibile adattare la casa alle nuove esigenze del disabile, lo Stato arriva ad offrire perfino una nuova abitazione.

In entrambi i casi, poi, è prevista l’erogazione di un contributo – da calcolare in relazione al reddito – per coprire le spese condominiali, di affitto, mutuo.

Esempio pratico: nel caso di un appartamento di 100 metri quadrati, con bagno attrezzato, apertura della porta automatica, posto macchina riservato giardino privato, riscaldamento, dal costo di 1.200 euro mensili, calcolato su un reddito di coppia di 1.800 euro mensili, il contributo erogato sarebbe di 400 euro.

E ancora: l’assicurazione fornisce al disabile la sedia a rotelle (o altro mezzo di trasporto similare); il materasso antidecubito; le attrezzature per la fisioterapia in casa.

a proposito della riabilitazione, il disabile in Germania ha il diritto per tre volte alla settimana di quaranta  minuti di sedute con un fisioterapista, nonché tre ore a settimana di palestra, un’ora alla settimana di corso per familiarizzare con la sedia a rotelle.

Inoltre, tutte le prestazioni mediche e i farmaci sono completamente gratuiti così come un mese all’anno di riabilitazione gratuita in cliniche specializzate.

Senza contare, il sostegno attivo dello Stato per permettere al disabile di trovare al più presto un posto di lavoro dignitoso.

E non finisce qui. La Germania, infatti, concede al disabile di avere un reddito minimo mensile, che viene concordato con una commissione istituita ad hoc in base alle esigenze individuali.

E con questo budget si può pagare un assistente per l’accompagnamento al e sul posto di lavoro; un altro per il tempo libero e per il disbrigo delle faccende quotidiane; un altro per la pulizia della casa e la preparazione dei pasti. E altro ancora a tal punto che si può arrivare persino ad una somma di 1800 euro mensili che viene direttamente erogata al disabile.

E c’è dell’altro: il diritto a viaggiare gratuitamente su tutti i mezzi pubblici, finanche i treni; la fornitura gratuita di tutto il materiale sanitario necessario; l’erogazione di una pensione provvisoria (da 700 euro in su) fino al momento del reinserimento nel lavoro; un assegno di accompagnamento che va dai 250 ai 1800 euro vita natural durante.

Questa descrizione sintetica di quanto lo Stato tedesco dà al disabile, dimostra non solo l’alta civiltà di quella società (e la salute dell’economia), ma anche quanto l’Italia – di riflesso – è indietro anni luce almeno al raggiungimento di un livello di decenza del trattamento riservato a chi non può avere più una vita autonoma.

Sappiamo tutti, ad esempio, che nel nostro Paese la pensione d’invalidità civile si aggira attorno ai 250 euro al mese per chi, però, ha un’invalidità attestata pari al 100%. E non tutti hanno la possibilità di accedere all’indennità di accompagnamento, dal valore di 498 euro al mese.

Per non parlare, poi, di città ancora strapiene di barriere architettoniche e degli stop alla ricerca e all’uso di metodi alternativi. Staminali docet.

E la domanda è: sono i tedeschi ad essere avanti o siamo noi italiani ad essere indietro?».

A Natale, quindi, dovremmo chiedere a Babbo Natale una società più equa con chi ha la disgrazia di non potere vivere una vita normale. Certo, non possiamo chiedere il miracolo di un’Italia “germanizzata” ma almeno un po’ di più attenzione ai problemi dei disabili, che vivono in mezzo a noi e che spesso fingiamo di non vedere.

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Walter Giannò

Blogger dal 2003, giornalista pubblicista, ha scritto su diverse piattaforme: Tiscali, Il Cannocchiale, Splinder, Blogger, Tumblr, WordPress, e chi più ne ha più ne metta. Ha coordinato (e avviato) urban blog e quotidiani online. Ha scritto due libri: un romanzo ed una raccolta di poesie. Ha condotto due trasmissioni televisive sul calcio ed ha curato la comunicazione sul web di un movimento politico di Palermo durante le elezioni amministrative del maggio 2012. Si occupa di politica regionale ed internet.

2 pensieri riguardo “A Natale pensiamo ai disabili italiani (e a quanto sono sfortunati di non essere tedeschi)

  • PIERO MANCINI

    In Italia parte di queste prestazioni sono fornite dall’INAIL per chi ha la fortuna (sic) di essersi infortunato sul lavoro. Ma per la maggior parte non c’è nessuna tutela.

  • Sono mamma di un disabile atassico. Qui in Italia siamo abbandonati al nostro destino nella più grande indifferenza.sono veramente scoraggiata.

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