Napolitano: ‘India sconcertante su Marò, ne parlo ai Paesi amici’. Signor presidente, vorrei dirle…
Il capo dello Stato ha parlato al telefono con Latorre e Girone, ma dovrebbe chiedere uno “sfoltimento” dei consiglieri diplomatici o perorare un po’ di avvicendamenti politici: due nomi su tutti, Emma Bonino e Staffan De Mistura…
Roma – Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha giudicato “sconcertante” l’atteggiamento dell’India nella vicenda dei due Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, e ha promesso che ne parlerà con i “Paesi amici“. Il capo dello Stato si è compiaciuto del carattere unitario assunto dalla missione delle Commissioni Affari Esteri e Difesa di Camera e Senato in India, dove i parlamentari hanno affrontato il caso dei due fucilieri del Battaglione San Marco bloccati da due anni dall’accusa di omicidio di due pescatori in acque internazioanli e “ha condiviso l’impegno, già assunto anche dal presidente del Consiglio, a dare il massimo rilievo politico internazionale a una vicenda gestita finora dalle Autorità indiane in modi contraddittori e sconcertanti“, si legge in una nota del Quirinale, rilasciata dopo l’incontro con i parlamentari ritornati ieri.
Ai parlamentari, Napolitano ha assicurato che “proseguirà e intensificherà i contatti già stabiliti sul tema con i Capi di Stato di Paesi amici, presso i quali ha già incontrato attenzione e comprensione per questo caso doloroso“.
Al termine dell’incontro, Napolitano si è poi intrattenuto telefonicamente con i due militari, chiamandoli in India, dove prestano servizio presso la legazione diplomatica italiana di New Delhi, nell’ufficio dell’addetto militare. Latorre e Girone “hanno manifestato il loro apprezzamento per questo nuovo segno della solidarietà dell’intera Nazione italiana che li sorregge nelle difficoltà in cui da due anni si dibattono“, chiude la nota del Quirinale.
Sulla questione, tuttavia, dobbiamo rilevare che – malgrado i ripetuti segni di solidarietà personale e istituzionale del capo dello Stato – è evidente l’errata gestione della vicenda fin dall’inizio da parte di chi era deputato ad affrontarla nella dovuta maniera.
Ci riferiamo sia al presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, senatore a vita Mario Monti, che dell’allora ministro degli Esteri, ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata; fino ai loro successori, Enrico Letta in misura minore, ma soprattutto Emma Bonino e Staffan De Mistura.
Terzi, in realtà, manifestò il proprio dissenso sulla gestione della questione indiana alla fine di marzo del 2013, quando si dimise con toni per nulla diplomatici, ritenendo fosse sbagliato rimandare in India Latorre e Girone, come deciso da Monti. Dimissioni che furono oggetto di critiche, visto che arrivarono con il governo dimissionario e in attesa di cedere il passo a un nuovo esecutivo, e in cui alcuni osservatori videro un preannuncio di discesa in politica di Terzi, discesa in campo – è d’uopo rilevarlo – che poi non ci fu.
Viceversa, Emma Bonino si è distinta per inconsistenza sulla vicenda, mentre per Staffan De Mistura (prima vice-ministro degli Affari Esteri, poi inviato speciale per la soluzione del caso “Marò”) parlano i fatti: Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono ancora bloccati in India, Paese che avrebbe dovuto essere portato dall’Italia innanzi a una corte giudiziaria internazionale (repetita juvant): Tribunale del Mare di Amburgo, Tribunale dell’Aja o un Arbitrato ad hoc in una sede neutrale, come le Nazioni Unite.
Niente di tutto questo è stato fatto, per cui la decisione che il presidente della Repubblica dovrebbe auspicare sarebbe, in modo alternativo: licenziare un po’ di consiglieri diplomatici in servizio presso le istituzioni parlamentari (e non: qui la lista) ovvero chiedere la sostituzione di alcuni esponenti del Governo e delle istituzioni: Emma Bonino e Staffan De Mistura in primis.
Credit: TMNews
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