Hamilton vince il Gran Premio del Bahrain e raggiunge Fangio dopo una battaglia con Rosberg. Seconda doppietta Mercedes

Force India da incorniciare, Perez sul podio. Finale al fulmicotone dopo la Safety Car, dispiegata con colpevole ritardo, dopo l’incidente di Maldonado e Gutierrez. Ricciardo – senza timore su Vettel – vendica Webber col quarto posto. Il GP del Bahrain smentisce Montezemolo, che però ha ragione: se la Formula 1 guarda i consumi snatura se stessa, ma la Ferrari lo sa da tempo: perché ha accettato un regolamento colmo di castronerie? Williams, mezza delusione, ma davanti ad Alonso e Räikkönen. Rosberg resta leader in classifica piloti con 11 punti di vantaggio su Hamilton

20140406-f1-ev3-gp-bah-race-ham-victory-2-660x440

Sakhir, Manama – Nel mezzo monomarca Mercedes, in Bahrain esce di nuovo il numero 44 di Lewis Hamilton, che vince in modo meritato la terza gara del 2014 e si avvicina in classifica al compagno di squadra Nico Rosberg, secondo al traguardo, alla fine di una battaglia campale tra i due piloti del team della Stella a Tre Punte durata tutto il gran premio. Per Lewis Hamilton è la seconda vittoria del 2014, la 24^ della carriera, alla pari del ciqnue volte campione del mondo Juan Manuel Fangio.

Sul terzo gradino del podio Sergio Perez, sulla prima Force India motorizzata Mercedes, in battaglia con il compagno di squadra Nico Hülkenberg: in mezzo ai due si è inserito uno sfrontato Daniel Ricciardo, su Red Bull-Renault, che a tre giri dalla fine ha superato il tedesco e cercato di insediare il podio al messicano. Ricciardo ha mostrato una grinta straordinaria nel recuperare dalla tredicesima posizione e nel superare il “caposquadra” Vettel senza alcuna remora: il quattro volte campione del mondo si è dovuto accontentare sesta posizione finale, non mostrando di essere in grado di attaccare per le posizioni più avanzate per tutta la gara.

Al 7° e 8° posto le de Williams di Massa e Bottas, che avevano illuso all’inizio del gran premio, soprattutto con il brasiliano autore di una partenza da incorniciare: dal 7° al 3° posto in 200 metri, un flash! Nel corso della gara però la monoposto non ha retto il ritmo delle Mercedes e delle Force India, oltre che delle due Red Bull motorizzate Renault, ma i sorpassi ripetuti dei due piloti del team di Grove hanno reso giustizia allo spettacolo della gara. Al 31° giro – solo a titolo di esempio – Bottas passava Ricciardo alla staccata della Curva 1, ma era costretto a sterzare sulla sinistra allargando fuori pista per evitare di tamponare il connazionale Räikkönen, che probabilmente aveva alzato il piede in staccata per consumare meno.

Sul risultato delle due Ferrari, va detto che Alonso e Räikkönen, pur con parole diverse, avevano messo ampiamente le mani avanti: gara in difesa, con sofferenza attesa. Il 9° e 10° posto raccolto rispettivamente dai due è grasso che cola, direbbe il principe Antonio de Curtis in arte Totò.

Il momento centrale della gara si è avuto al 41° passaggio, quando Maldonado cercava si superare un ignaro Gutierrez (che non poteva vedere il sopraggiungere del venezuelano, fuori dall’arco di visione degli specchietti retrovisori) all’ingresso della Curva 1. Il contatto inevitabile, quasi da fermi, aveva per epilogo il capottamento della Sauber del messicano, che dopo un doppio loop (con botto sul roll bar), ricadeva sulle quattro ruote (divelte), dopo il sollevamento da parte del musetto a tricheco della Lotus di Maldonado. Trascorrevano poi alcuni minuti di paura, perché Gutierrez non dava segni di reazione: in quel momento, il direttore di gara perdeva molto tempo per dispiegare la Safety Car e la Medical Car. Poi per fortuna tutto si risolveva, con Gutierrez rintronato ma tutto intero, grazie a San Roll Bar, il protettore dei fabbricanti di caschi.

Maldonado se ne usciva con uno Stop&Go (e forse ringraziava il Cielo pure lui dell’epilogo inruento), ma la SC congelava le posizioni per 4 giri, dal 42° al 46°, facendo abbassare i consumi e rendendo possibile la sarabanda finale.

Finale che è stato incandescente, con le due Mercedes di Hamilton e Rosberg (con gomme diverse: medie il britannico, soft il tedesco) e le due Force India di Perez e Hülkenberg se le sono date di santa ragione, senza esclusione di colpi eccetto che il contatto fisico: l’assenza di evidenti ordini di scuderia rende merito a entrambi i team, ma la sensazione è che in Mercedes abbiano già impartito le regole una volta per tutte, lasciando liberi i piloti di battagliare, ma non di demolire le monoposto: una lezione di management sportivo, se vogliamo.

Poi Ricciardo s’è fumato nell’ordine il compagno di squadra Vettel, che ha tentato di resistere inutilmente, e il tedesco della Force India, Hülkenberg, proiettandosi verso il podio, da cui è stato escluso per la caparbia resistenza attiva di Perez.

Insomma, promozione assoluta per la gara in notturna, occorre riflettere sulla dinamica della gara che in qualche modo ha smentito Montezemolo, ma in un altro senso gli ha dato ragione.

Alonso, autore di un’ottima partenza, alla fine della gara ha chiesto pazienza. Speriamo che a Montezemolo chieda potenza, quel che sembra mancare alla F14T. Il presidente della Ferrari e il vicepresidente, Piero Ferrari, se ne sono andati mosci mosci prima che la gara finisse, con una ammissione di colpa: ci manca potenza, dobbiamo lavorare su quello.

Una Ferrari a cui manca potenza e velocità è come un aereo da combattimento con un motore a pistoni: semplicemente inimmaginabile.

Montezemolo ha ragione nel dire che una Formula 1 che sta attenta ai consumi e alle gomme snatura se stessa, ma perché il Cavallino Rampante ha accettato senza sbraitare regole assurde? Non se ne può chiedere la modifica solo se si prende la paga sulla potenza e la velocità, però vale la pena pensare – nell’ottica dello spettacolo dei GP – modifiche che rendano tutte le gare eccitanti come gli ultimi 14 giri del GP del Bahrain.

Quattordici giri non sono sufficienti a giustificare abbonamenti per la pay tv o biglietti per guardare le gare dal vivo, anche se da Sakhir la Formula 1 riparte abbeverata di spettacolo.

Arrivederci a Shangai

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2014 FORMULA 1 GULF AIR BAHRAIN GRAND PRIX – Gara (Classifica provvisoria)

20140406-f1-ev3-gp-bah-race-timesheet-neutral-660x690

20140402-separatore-bianco

L’analisi del circuito di Sakhir dal punto di vista delle gomme

2014_F1_EVENT-03_GP_BAHRAIN-ORIZ