Indagine Mose/Venezia, gli altri indagati eccellenti e una sola vittima: l’ingegno italiano dietro questa grande opera

Indagati eccellenti di una storia brutta di supposta corruzione, che rischia di offuscare una grande opera dell’ingegno italiano, motivo di vanto in tutto il mondo e, invece, radice della vergogna di un fenomeno che ha come colpevoli i politici e il Legislatore di norme astruse, contorte, che non individuano in maniera netta responsabilità e competenze. Delegificazione, semplificazione e individuazione delle competenze a tutti i livelli, per rendere più difficile la corruttela dilagante

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Venezia – Nella bufera che ha investito il Mose, oltre al sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, e all’ex presidente del Veneto – ed ex ministro – Giancarlo Galan (per il quale è stata chiesta l’autorizzazione all’arresto, essendo parlamentare), sono state arrestate altre trentaquattro persone, mentre gli indagati nell’inchiesta avviata dalla Procura di Venezia sulle presunte tangenti pagate per gli appalti del sistema di dighe mobili sono un centinaio.

Tra gli arrestati dalle Fiamme Gialle, nomi eccellenti come l’assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso, il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (ai domiciliari), il consigliere al Consiglio Regionale del Veneto Giampietro Marchese (Pd ), il presidente del Coveco, cooperativa impegnata nel progetto Mose, Franco Morbiolo, il generale in pensione Emilio Spaziante, l’amministratore di Palladio Finanziaria spaRoberto Meneguzzo. Tra gli indagati anche Marco Milanese, consulente di Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia del Governo Berlusconi.

Per il senatore Galan, ex presidente della Regione Veneto, le accuse sono di corruzione, concussione, riciclaggio. L’indagine della Guardia di Finanza è partita tre anni fa. Lo scorso anno c’era stato l’arresto di Piergiorgio Baita, ai vertici della Mantovani, società padovana colosso nel campo delle costruzioni.

Dopo qualche mese si era registrato l’arresto di Giovanni Mazzacurati, l’ingegnere “padre” del Mose. Ora la catena di arresti che segna lo sviluppo di una Tangentopoli veneta. Galan è coinvolto per il periodo in cui è stato presidente della Regione Veneto, ma si è detto fiducioso di poter dimostrare la propria assoluta estraneità ai fatti ascrittigli, chiedendo di essere ascoltato prima possibile a prescindere dall’autorizzazione all’arresto in corso. Anche i legali di Giorgio Orsoni hanno formulato riserve sulle accuse, mosse da personaggi coinvolti nei fatti: Le dichiarazioni di accusa vengono da soggetti già sottoposti ad indagini, nei confronti dei quali verranno assunte le dovute iniziative”, hanno affermato dopo la pubblicizzazione dell’azione giudiziaria.

Rileviamo, a tal proposito, che quasi tutti gli organi di stampa acclarano di fatto la colpevolezza di chi, al momento, è solo indagato nell’inchiesta coordinata dal procuratore di Venezia, Luigi Delpino. Non si tratta di enunciare facili formule di garantismo a tutela dei cosiddetti potenti, ma di ricordare che la privazione della libertà personale nell’ordinamento italiano è ammessa – prima di una condanna definitiva – solo per prevenire l’inquinamento delle prove o la fuga dell’indagato o la reiterazione del reato stesso.

Al riguardo, occorre ricordare le parole di Carlo Nordio, magistrato noto per le posizioni moderate e il rispetto delle regole dello “stato di diritto”, che da autentico liberale ha puntato il dito sulla farraginosità delle leggi, sull’eccesso di leggi e sul fatto che il concorso di competenze e responsabilità di fatto si traduca in uno spazio per la corruzione.

Delegificare, semplificare e individuare nettamente le competenze sono le ricette suggerite da Nordio per ridurre il rischio corruzione, che al contrario risulta favorita dall’eccesso di norme, dalla incomprensibilità delle regole e dall’imponderabilità netta delle responsabilità. Alzare le pene è inutile, improduttivo e inefficace.

Questa storiaccia rischia di offuscare le capacità tecniche e scientifiche che hanno reso possibile una grande opera dell’ingegno come il MOSE, un’opera italiana, realizzata con tecnologia italiana e progettata da italiani.

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