Libia, Pinotti (Difesa) lancia l’allarme: rischi gravi per la sicurezza dell’Italia. Aerei usati come l’11 Settembre?

Roberta Pinotti ha riferito alle commissioni riunite di Esteri e Difesa della Camera dei Deputati e del Senato. Scomparsi 11 aerei dall’aeroporto di Tripoli, prima che cadesse nelle mani dei jihadisti di Alba Libica. È allarme internazionale nell’approssimarsi di tre anniversari all’insegna dell’11 Settembre: l’attacco agli Stati Uniti (2001), la strage di Bengasi (2012) e la Battaglia di Vienna (1683)

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Roma – Nel corso dell’audizione innanzi alle commissioni Esteri e Difesa della Camera dei Deputati e del Senato. riunite in sessione congiunta, la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, ha delineato un quadro estremamente preoccupante sullo scenario di sicurezza che riguarda l’Italia e la sua proiezione mediterranea. Vi è la possibilità che alcune delle crisi” attuali, “in primo luogo alla crisi in Libia, possano degenerare ulteriormente, con effetti potenzialmente gravi sulla sicurezza dell’Italia“, ha affermato la titolare del dicastero di via XX Settembre. 

Dobbiamo mantenere alta la nostra capacità di far fronte ad eventi imprevisti – ha raccomandato il ministro – e, al tempo stesso, dobbiamo continuare a contribuire alla sicurezza internazionale, in particolare nelle aree per noi più critiche“, ha aggiunto. In Libia “il conflitto ormai aperto fra le differenti fazioni in lotta per il potere“, con “la creazione di due realtà distinte, ognuna con un proprio Parlamento“, rischia di determinare “il completo sfaldamento dello Stato, con la perdita totale del controllo del territorio da parte delle legittime autorità, sempre piu’ esposte all’azione di gruppi armati con aspirazioni politiche, di matrice fondamentalista, ovvero dediti alle attività illegali come il traffico di esseri umani“, ha precisato Pinotti, riferendo sulle missioni internazionali all’estero in cui sono impegnati contingenti italiani.

La “Missione militare italiana in Libia (MIL, ndr)”, riconfigurata nell’ottobre 2013, “ha il compito – ha ricordato la ministra della Difesa – di organizzare, condurre, sviluppare, coordinare e monitorare tutte le attività addestrative, di assistenza e consulenza svolte in Libia nel settore della Difesa“. Il personale MIL ha “già addestrato 1.345 militari indicati a suo tempo dal legittimo governo e ha supportato la fase di screening del primo contingente libico della ‘Forza d’impiego generalè, giunto in Italia a gennaio 2014 per una fase addestrativa durata circa sei mesi, ormai conclusa per 254 militari appartenenti a un Battaglione che non risulta ancora attivato per le problematiche attuali di quel Paese“.

Per l’insieme delle attività svolte in Libia – ha concluso Pinotti – nel decreto legge è previsto nel corso del secondo semestre di quest’anno un nucleo massimo di 100 unità. Stante la richiamata situazione, il nucleo di militari presenti in questi giorni per la missione è di poche unità, oltre chiaramente al contingente di Carabinieri addetto alla sicurezza dell’ambasciata e del personale diplomatico“.

Quello che Roberta Pinotti non ha detto è che serpeggia un allarme riservato tra le intelligence occidentali  – e dei Paesi alleati di Africa e Medio Oriente – sull’evoluzione registrata sul terreno in Libia, in relazione alla scomparsa di una dozzina di aerei di linea, parcheggiati nelle piazzole di sosta dell’aeroporto di Tripoli prima che il 23 agosto scorso fosse conquistato e devastato dalle milizie jihadiste alleate di al-Qaeda.

Alba Libica, questo la nuova denominazione dei jihadisti qaedisti operanti nella Libia nord-occidentale, si sarebbe impossessata di 11 aeroplani civili, di cui si sarebbe persa letteralmente traccia. Ne ha dato ieri informazione “Il Tempo“, ma soprattutto organi di informazione statunitensi, come Fox News, The Washington Times e The Washington Free Bacon.

Gli aerei sarebbero stati sottratti ben prima della conquista definitiva dello scalo della capitale libica, da circa un mese. L’idea condivisa dalle intelligence è univoca: “possibile un attacco aereo con modalità analoghe a quelle seguite da Mohammed Atta e compagni di jihad l’11 Settembre 2001.

La preoccupazione riguarda così un fatto che potrebbe avvenire a breve, perché il 13° anniversario dell’attacco agli Stati Uniti si avvicina: ma sarà anche il 2° anniversario della strage di Bengasi, quando vennero trucidati l’ambasciatore statunitense in Libia, John Christopher Stevens, un addetto all’ufficio cifra del consolato americano, Sean Smith, e due ex militari dei Navy Seals – Glen Anthony Doherty e Tyrone Snowden Woods – che lavoravano alla sicurezza come contractors esterni.

Sobieski manda al Papa il messaggio della vittoria dipinto di Jan MatejkoL’11 Settembre è però anche un altro anniversario, altrettanto rilevante sotto il profilo storico. L’11 Settembre 1683 si svolse la Battaglia di Vienna, che vide contrapposte le truppe ottomane, guidate da Kara Mustafa, e la Lega Santa, comandata dal re di Polonia, Giovanni III di Polonia (Jan Sobieski). La sconfitta degli Ottomani determinò la fine dell’espansionismo islamico in Europa. Nelle epiche due giornate di battaglia, svolsero – secondo la leggenda – un importante ruolo due italiani: il Beato Marco di Aviano (al quale si è attribuita erreoneamente l’invenzione del croissant) e Eugenio di Savoia, capostipite della famiglia che avrebbe unificato l’Italia.

L’allarme lanciato dalla ministra Pinotti dunque riguarda la preoccupazione per un ipotetico attacco all’Italia con aerei di linea, con uno di quei 11 aeroplani scomparsi dall’aeroporto di Tripoli, ma è evidente che l’allarme riguarda tutta Europa.

(Fonti: Parlamento, Il Tempo, Fox NewsThe Washington Times, The Washington Free Bacon, middleeastmonitor.com)

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