Palma Campania, le intercettazioni choc delle maestre arrestate per maltrattamenti: “porco come puzzi”

Il dirigente dell’Istituto Comprensivo “Vincenzo Russo” legge un comunicato alla stampa, rilanciato da Youreporter, in cui afferma che non ha mai ricevuto la visita della mamma che ha denunziato le violenze ai Carabinieri. “Dispiaciuto e amareggiato, ma episodi di tale gravità danneggiano tutti quelli che ogni giorno nella scuola operano con serietà e professionalità”. Per la popolazione locale le accuse sono “sciocchezze”… Un’insegnante: “magari fossimo controllati dalla videosorveglianza…”

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Napoli, 4 set. – “Porco, porco, come puzzi. Adesso ti faccio vedere io, ti prendo a botte. Anche tu le vuoi oggi? Stai rompendo le scatole“. E poi schiaffi, calci, strattoni e bacchettate con un piccolo bastone. Queste sono le angherie subite per mesi da alcuni bimbi tra i tre e i sei anni della “sezione B” dell’istituto comprensivo “Vincenzo Russo” di Palma Capania, di cui via abbiamo dato notizia ieri.

Grazie alle intercettazioni audio e le riprese video le tre maestre ai domiciliari sono state inchiodate alle loro responsabilità, accusate di maltrattamenti aggravati dal gip di Nola. Per il magistrato che ha firmato la misura cautelare si tratta non di un episodio “estemporaneo o legata a qualche situazione contingente ma del loro modo di vivere.

Le reazioni dei genitori e del preside, Rosario Cozzolino: video

Il fatto è preoccupante e anche se le tre sono incensurate, devono essere poste agli arresti domiciliari per il pericolo che possano reiterare il reato. Le indagate non solo hanno perpetrato personalmente atti di violenza nei confronti dei bambini, ma hanno anche tollerato con grande tranquillità le violenze delle colleghe sui bambini loro affidati. Tutto era frutto di un clima di tensione continua, che le maestre hanno mantenuto e anzi incrementato nel periodo in cui preparavano il saggio di fine anno, allorché non sono mancate violenze nei confronti dei bambini che non si allineavano ai loro programmi, forse perché si trattava di un momento che poteva fornire loro una certa visibilità rispetto all’esterno.

È stato inoltre accertato che i bambini spesso venivano lasciati soli e, anche se l’aula era collocata al primo piano, c’era chi tentava di arrampicarsi sui davanzali delle finestre. Nella ricostruzione dei fatti c’è poi il racconto della madre di due bambini, uno di tre e l’altro di sei, la quale con la sua denuncia ha fatto partire le indagini dei carabinieri, nel gennaio dello scorso anno.

Mio figlio ha soli tre anni. Un giorno è tornato a casa con il labbro gonfio e la manica del grembiule sporca di sangue. La maestra aveva detto che il bambino era caduto a terra e aveva battuto la faccia con violenza. Ma quando sono tornata a casa mi sono accorta che aveva dolori alla schiena.
Cosi’ mi ha detto che era stata la maestra Carmela a farlo cadere perchè lo aveva spinto. L’episodio mi è stato confermato anche dall’altra mia figlia di sei anni che era presente in classe. Anche lei un giorno era rincasata con un occhio gonfio e arrossato“, ha dichiarato la donna agli inquirenti. “Infine ad aprile trovai mio figlio completamente bagnato di urina“, prosegue la citazione dell’atto di denunzia. Così la donna chiese “di parlare con la maestra ma era impegnata e così mi feci spiegare l’accaduto dal piccolo. Mi disse che era stato picchiato senza alcun motivo dalla maestra e che poco dopo aveva chiesto di andare in bagno e gli era stato vietato“.

Abbiamo sentito una insegnante di scuola primaria sui fatti di Palma Campania, che intende rimanere anonima. “Fatti del genere sono intollerabili e possono accadere solo in un conteso di intimidazione personale e professionale“, ha commentato, “soprattutto in questo momento storico di crisi dell’occupazione: chi ha un lavoro cerca di tenerselo“. “Ma è chiaro che in una scuola circolano voci e indiscrezioni e che gli insegnanti sono il front office delle lamentele dei genitori – fondate e anche infondate, aggiunge per inciso, sorridendo  – ma in ogni luogo si reagisce in modo diverso“. “Personalmente non mi dispiacerebbe avere la videosorveglianza che mi controllasse“, riflette a voce alta la nostra interlocutrice, “perché acclarerebbe i miei comportamenti corretti. I Carabinieri l’hanno realizzata in modo surrettizio e giudiziario, spero serva a fare pulizia in quella scuola e ad acclarare la verità dei fatti“, conclude.

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