Coldiretti, “doggy bag” per il 33% degli italiani, ma c’è chi si vergogna ancora di portar via il cibo (integro) non consumato

In molti Paesi è prassi consolidata portare a casa cibo e bevande non consumate al ristorante. Di recente Rihanna è stata fotografata con una bottiglia di Sassicaia ancora piena, all’uscita da un locale di Santa Monica, in California. Una ricerca della Coldiretti fa il punto su un comportamento pubblico che riflette il modo di vivere privato della stragrande maggioranza degli italiani

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Roma – Solo un italiano su tre quando esce dal ristorante non ha problemi a portarsi a casa gli avanzi con la cosiddetta “doggy bag” anche se, tra questi, solo il 10 per cento lo fa regolarmente, mentre il 23 per cento solo qualche volta.

Questo dato emerge da una indagine conoscitiva condotta dalla Coldiretti – con modulo online sul sito istituzionale www.coldiretti.it – da cui si evince come una fetta rilevante della popolazione (24 per cento) quando mangia fuori casa lascia sulla tavola gli avanzi semplicemente perché si vergogna di chiederli.

Chiedere di portare a casa il cibo avanzato quando si va in un locale è un comportamento molto diffuso in altri Paesi, a partire dagli Stati Uniti dove – sottolinea la Coldiretti – la doggy bag è una prassi consolidata per gli stessi Vip, dalla first lady Michelle Obama fino alla cantante Rihanna, recentemente uscita da un prestigioso ristorante di Santa Monica esibendo una bottiglia di Sassicaia non ancora svuotata del tutto, intercettata dai paparazzi che la tampinavano con la borsa in mano. 

La situazione sta cambiando rapidamente anche in Italia, dove di fronte a questa nuova esigenza – riferisce la Coldiretti – la ristorazione si attrezza e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite, mettendo a disposizione della clientela confezioni o vaschette ad hoc.

I comportamenti degli italiani al ristorante o in pizzeria sono coerenti con quanto avviene nelle case. Con la crisi infatti si registra una storica inversione di tendenza, con quasi tre italiani su quattro – il 73 per cento – che hanno tagliato gli sprechi a tavola nel 2013, secondo uni’indagine Coldiretti/Ixé da cui si evidenzia, in particolare, che il 45 per cento degli italiani ha ridotto gli sprechi e il 28 per cento li ha addirittura annullati mentre una percentuale del 26 per cento non ha cambiato il proprio comportamento.

Questo è in qualche modo, secondo l’associazione italiana dei coltivatori diretti, uno degli aspetti positivi della crisi economica, una situazione che però non ha impedito in Italia a ciascun italiano di buttare nella spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno.

La “doggy bag” ha di recente trovato una sorta di legittimazione giuridica, grazie alla sentenza della Corte di Cassazione n. 29942, emesse dalla Sezione penale, che ha dato torto a un albergatore del Trentino Alto Adige che aveva litigato con un cliente, il quale – a suo modo di dire – l’aveva offeso. La vicenda ha visto per protagonista un turista friulano che si era visto rifiutare dal gestore del locale la facoltà di portar via il residuo della sua consumazione. Al diniego da parte del proprietario della struttura, il turista aveva osservato in modo sprezzante con un significativo “servizio era da schifo”.

Una vicenda limite, ovviamente, portata nei tre gradi di giudizio, ma che segnala una conquista giuridica che legge la realtà contemporanea, in cui vi è una mutata sensibilità pubblica per lo spreco alimentare che riflette la stragrande maggioranza dei comportamenti privati.

I consumatori sempre più procedono a portar via in appositi contenitori il cibo non mangiato (e ancora integro) o le bevande non consumate del tutto. Del resto, nella morale corrente della stragrande maggioranza degli italiani c’è il valore del non spreco del cibo. Almeno questo, come italiani, riconosciamocelo in pubblico così come lo facciamo nostro in privato.

(Fonte: AGI, Coldiretti) © RIPRODUZIONE RISERVATA