A Palermo già oltre 2.000 visitatori per l’unica tappa italiana di “VIA CRUCIS la pasión de Cristo” di Fernando Botero

Il pittore colombiano consegna al mondo l’immagine di un Cristo-uomo attraverso 27 olii e 17 disegni

20150324-Cristo-e-morto-655x436


PALERMO – “Ho voluto presentare il dramma di Cristo come se fosse vissuto da un essere umano” ha dichiarato Fernando Botero in mostra, dallo scorso 21 marzo fino al 21 giugno, nella sala Duca di Montalto di Palazzo Reale a Palermo, unica tappa in Italia – dopo quelle di New York, Panama e Lisbona – che già nello scorso week-end ha registrato più di 2.000 visitatori.

Promossa dall’Assemblea Regionale Siciliana, dalla Fondazione Federico II, dal Museo di Antioquia e con il patrocinio dell’Ambasciata della Colombia in Italia, “VIA CRUCIS la pasión de Cristo” segna un cambiamento nell’arte di Botero che, pur fedele al proprio stile, sceglie di introdurre il dramma 20141113-Banner-Totelia(300pxx250px)bianconelle sue opere attraverso un tema classico del cristianesimo che – come affermato dallo stesso artista – è stato protagonista dell’arte fino al XVI Sec. per poi scomparire.

Nei 27 dipinti a olio e nei 17 disegni la sofferenza del Cristo, accompagnata dai colori e dall’equilibrio compositivo tipici di Botero, abbandona i tratti del divino – eccetto che nel dipinto Sepoltura in cui un angelo vola sopra la scena – per indossare quelli dell’umano, della contemporaneità fatta di gente comune alle prese con ingiustizie, disagi, guerre, fame. In un accostamento, spesso aspro, tra passato e presente, tra personaggi storici e scenari attuali, Botero non manca di citare capolavori dell’arte e sue realizzazioni antecedenti, di dipingere anche un proprio autoritratto evidenziando che “Masaccio si è autoritratto accanto a Gesù nella Cappella Brancacci a Firenze; Pinturicchio negli affreschi di Siena e Michelangelo nel Giudizio Universale alla Cappella Sistina. Io ho indossato il miglior vestito della festa per apparire umilmente nell’opera, accanto a Cristo.”

[slideshow_deploy id=’45578′]

Gli omaggi e le citazioni di altri pittori – utili per amplificare o chiarire l’arte del passato – rendono l’opera di Fernando Botero di complessa lettura, fatta di molteplici “strati” di cui il visitatore non sempre è consapevole. Nelle immagini che raccontano la passione del Cristo-uomo non ci sono soltanto gli artisti amati, ma tutti i ricordi e le memorie del pittore colombiano che, non legato a una pittura dal vero o frutto di visioni dirette, risente sulla tela dell’educazione religiosa e iconografica della prima infanzia in America latina e della ricerca della liberazione dagli stereotipi intrapresa durante la permanenza in Europa.

Già in opere degli anni ’50 e ’70 Botero aveva sperimentato immagini della Via Crucis, raffigurando vescovi sonnolenti come durante una siesta, militari vestiti in verde – e non come soldati romani -, anticipazioni di quelle commistioni con il contemporaneo, peculiarità della mostra palermitana. In linea con queste esperienze, va interpretata l’opera Crocifissione del 2011 in cui appare un “Cristo monumentale e verdastro” crocifisso in quello che sembrerebbe Central Park.

Sotto i suoi piedi sfila l’umanità, composta da passanti incuranti di quella figura enorme; c’è chi va a lavoro, chi porta a passeggio il cane, chi fa jogging, chi si perde tra i vialetti e chi, come una madre e un figlio, si ferma a osservare quel corpo stremato che, nel colore della mortalità, è un chiaro riferimento al pittore rinascimentale Matthias Grünewald che, proprio come Botero oggi, scelse di raffigurare non un Cristo trionfante, ma una figura sconfitta, umana appunto.

Solitario sulla Croce, forse dimenticato da uomini e donne fagocitati dalla velocità quotidiana, il Cristo dell’artista colombiano sta in mezzo alla gente comune con cui divide la sofferenza. In quella apparente irrealtà di un corpo dilatato su cui il colore piatto e uniforme si spalma senza ombre, il tratto inconfondibile di Fernando Botero si mescola – nelle sale di Palazzo Reale, simbolo dell’intersezione pacifica tra religioni – con l’origine del cristianesimo. Universalmente riconosciuto dai fedeli come sacrificio supremo e cruciale per la salvezza degli uomini, la morte di Cristo di Botero diviene la morte di un uomo fatto di verità materica, il cui sacrificio non è altro che quello quotidiano di tutti gli uomini di buona volontà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favore “Mi piace” sulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie in anticipo!


Palazzo Reale/Palazzo dei Normanni – Piazza Indipendenza, 1 – Palermo

[google_maps id=”45573″]

ORARI: Da lunedì al sabato dalle ore 8.15 alle ore 17.40 (ultimo biglietto ore 17.00) | Domenica e festivi dalle ore 8.15 alle ore 13.00 (ultimo biglietto ore 12.15)

BIGLIETTI

Da venerdì a lunedì e festivi e in tutti i giorni nei quali gli Appartamenti Reali sono visitabili:
Ingresso Cappella Palatina e Appartamenti Reali + Mostra    intero 12€  /  ridotto 10€

Da martedì a giovedì e in tutti i giorni nei quali gli Appartamenti Reali non sono visitabili:
Ingresso Cappella Palatina + Mostra    intero 10€  /  ridotto 8€

Hanno diritto al biglietto ridotto gli insegnanti di ruolo e i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni.

BIGLIETTI RIDOTTI tutti i giorni

Cittadini di età pari o superiore ai 65 anni € 8,00 | Ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni € 4,00 | Studenti in visita didattica scolastica € 2,00

INFO E PRENOTAZIONI: fondazione@federicosecondo.org – http://www.boteroapalermo.it/