Contro il matrimonio omosessuale le associazioni cattoliche in piazza il 20 giugno a Roma

Obiettivo un “Family Day” come quello che fermò i Dico di Romano Prodi

20150601-cattolici-matrimoni-gay-655x436


Roma – Associazioni cattoliche andranno in piazza contro la legge per le unioni civili che Renzi e il Pd stanno spingendo in Senato, con l’obbiettivo di votarla entro l’estate. Secondo quanto riferisce l’agenzia askanews, la data e il format sono state decise: un nuovo “Family day” in piazza San Giovanni a Roma che sabato 20 giugno chiami a contarsi quanti sono pronti a fare fronte contro la legge che consente la legalizzazione di vincoli familiari al di fuori del matrimonio uomo-donna.

Insomma una grande manifestazione nazionale aperta a tutti, in difesa della famiglia, contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili e “per rivendicare il diritto di ogni bambino ad avere una mamma e un papà“. L’obiettivo è replicare con un secondo “Family day” la manifestazione che otto anni fa riempì la piazza storica della capitale e contribuì non poco all’affossamento della proposta dei Dico messa allora in campo dal governo Prodi.

Era il 12 maggio 2007 quando, sempre nella piazza “rossa” di San Giovanni, il fronte dell’associazionismo cattolico organizzò il primo “Family day”. Allora, secondo i promotori, scese in piazza oltre un milione di persone con lo slogan “Il bene della famiglie è il bene del Paese”. Pochi mesi prima, a febbraio, il governo Prodi aveva varato il disegno di legge per istituire i Dico, i “DIritti e doveri delle persone stabilmente COnviventi“, anche dello stesso sesso, precursori delle unioni civili.

La mobilitazione, e le conseguenti prese di distanza degli esponenti cattolici del governo, frenarono di fatto il percorso del ddl, che si arenò del tutto in autunno. Poi, nel gennaio 2008, il governo fu sfiduciato al Senato, Prodi rassegnò le dimissioni, a maggio Berlusconi tornò premier e dei Dico non si parlò più.

Oggi il nuovo fronte è il disegno di legge sulle unioni civili, relatrice Monica Cirinnà (Pd), la cui votazione in commissione Giustizia del Senato sarà calendarizzata il 3 giugno. Le associazioni pro family promotrici della manifestazione di Roma – del mondo cattolico e non solo – non si dicono contrarie al riconoscimento dei diritti legati alle convivenze di fatto, ma ritengono che il ddl Cirinnà “contrasti con quanto sancito dalla Costituzione italiana, equiparando di fatto le unioni tra le persone dello stesso sesso alla famiglia fondata sul matrimonio“.

Inoltre, le associazioni denunciano la possibilità che con queste unioni civili uno dei due partner dello stesso sesso sia riconosciuto genitore del figlio dell’altro (la cosiddetta “stepchild – adoption“) aprirebbe la strada a un riconoscimento di fatto dell’utero in affitto.

Renzi ha auspicato che le unioni civili siano approvate per l’estate, anche se in commissione Giustizia sono stati già presentati oltre 4mila emendamenti, di cui circa 3mila di Area Popolare. La volontà del Pd di accelerare su questi temi hanno spinto l’associazionismo cattolico ad anticipare la mobilitazione da settembre, quando inizialmente era a grandi linee programmata, al prossimo 20 giugno.

L’obiettivo è lo stesso del 2007: portare in piazza centinaia di migliaia di persone per provare a bloccare l’approvazione del ddl sulle unioni civili. Resta da capire la posizione che prenderanno i vertici italiani della Chiesa cattolica.

Nel 2007 l’allora presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Camillo Ruini, appoggiò apertamente il “Family day”. Oggi il fronte dei vescovi italiani potrebbe non essere più così compatto, in particolare sulla modalità della protesta, anche se il presidente della Cei Angelo Bagnasco ha spesso fatto richiamo all’importanza della difesa della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna.

Quando il matrimonio è svilito a convivenza o ad accordo provvisorio tra due persone si compromette la vocazione integrale della persona umana – Bagnasco ha detto venerdì scorso al convegno per il decennale dell’associazione Scienza & Vita – facciamo nuovamente appello ai responsabili politici del nostro Paese affinché pongano la famiglia al centro delle loro iniziative“.

Nelle intenzioni degli organizzatori l’evento del 20 giugno sarà “trasversale e aperto a tutti, per superare le tradizionali contrapposizioni politiche e tra laici e cattolici sul valore sociale e antropologico della famiglia fondata sul matrimonio, come stabilito dalla Costituzione, e sul diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà“.

Tra i temi al centro della piattaforma si darà anche particolare importanza al contrasto alla diffusione dell’ideologia gender nelle scuole, decisamente criticata anche da Papa Francesco che l’ha definita “un colonialismo ideologico“.

(askanews)

Se hai gradito questo articolo, clicca per favoreMi piacesulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie.