Cinema in lutto, è morta Laura Antonelli, icona sexy degli anni ’70

L’attrice, una delle protagoniste più note della commedia sexy all’italiana e interprete dei meandri nascosti del costume nazionale, è stata trovata senza vita dalla domestica nella sua casa di Ladispoli. Aveva 73 anni


Roma – Laura Antonelli ha lasciato la scena terrena: l’attrice icona del cinema sexy all’italiana, tra commedia e erotismo soft, è stata rinvenuta morta questa mattina dalla sua domestica nella casa di Ladispoli. Aveva 73 anni.

Fu protagonista della commedia degli anni Settanta e Ottanta, regina di film d’autore e del filone sexy all’italiana, a lungo considerata una delle ‘bellissime quattro’ dalmato-istriane insieme a Sylva Koscina, Femi Benussi e Alida Valli.

Laura Antonelli – pseudonimo di Laura Antonaz – era nata il 28 novembre 1941 a Pola, città dell’Istria allora italiana e da cui fu costretta a fuggire con la famiglia, per sottrarsi alle persecuzioni titine anti-italiane. Dopo gli studi a Napoli si trasferì a Roma con i genitori, dove insegnò ginnastica, girando al tempo stesso alcune pubblicità per ‘Coca Cola’ e diventando modella di fotoromanzi.

L’esordio sul grande schermo avvenne nel 1964 con la pellicola di Antonio Pietrangeli ‘Il magnifico cornuto’, in cui interpretò però una parte di secondo piano; seguì ‘Le sedicenni’ di Luigi Petrini, l’anno successivo. Qualche anno più tardi, nel 1969, le venne il ruolo da protagonista per ‘Venere in pelliccia’ di Massimo Dallamano, ma la censura bloccò il film, che uscirà solo nel 1975 con il titolo ‘Le malizie di Venere’.

La notorietà non tardò per  ad arrivare con il film ‘Il merlo maschio’ del 1971, di Pasquale Festa Campanile, dove vestì i panni di Costanza Vivaldi, moglie del violoncellista Niccolò Vivaldi, interpretato da Lando Buzzanca. Famosa la scena in cui l’attrice suona nuda il violoncello durante la rappresentazione dell”Aida’.

Nel 1973 l’attrice irruppe nell’immaginario erotico degli italiani con il film di Salvatore Samperi ‘Malizia’, in cui era una cameriera sexy. Il film le valse un Nastro d’Argento come miglior attrice protagonista, e un Globo d’Oro come miglior attrice rivelazione.

Dopo il trionfo di ‘Malizia’ (sette miliardi d’incasso di quell’epoca, il biglietto del cinema costava ancora mille lire, per avere contezza della dimensione del fenomeno), la bellezza prorompente e genuina di Laura Antonelli attrasse Giuseppe Patroni Griffi, che la volle per ‘La divina creatura’ (1975); poi di Lucchino Visconti, che le affidò il ruolo della moglie di Giancarlo Giannini ne ‘L’innocente’ (1976), tratta da un’opera di Gabriele D’Annunzio.

L’attrice ebbe molta fortuna nel filone della commedia all’italiana. Da ‘Sessomatto’ di Dino Risi a ‘Mio Dio come sono caduta in basso’ di Luigi Comencini in cui fece la parodia delle eroine dannunziane. Recitò anche a fianco di Jean Paul Belmondo in ‘Trappola per un lupo’ di Claude Chabrol; di Mauro Bolognini in ‘Gran bollito’; fu diretta da Ettore Scola in ‘Passione d’amore’.

Due volte si cimentò con Moliere, nelle riduzioni farsesche del ‘Malato immaginario’ e dell”Avaro’, accanto ad Alberto Sordi. Si vide anche in ‘Rimini Rimini’ e nella ‘Venexiana’, dove contendeva con successo a Monica Guerritore l’amore di un giovane sfruttando le armi, neanche a dirlo, della malizia.

Negli ultimi anni aveva scelto di vivere sempre più appartata. Tra le sue ultime apparizioni, due ruoli da protagonista in tv: ne ‘Gli indifferenti’ di Bolognini, tratto da Alberto Moravia, e in ‘Disperatamente Giulia’ di Enrico Maria Salerno, trasmessi su Canale 5 nel 1988 e nel 1990.

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