‘Gela segreta’ svela un segreto: la cultura può vivere senza dispendio di denaro pubblico. È tanta roba

I volontari della sezione cittadina dell’Archeoclub d’Italia si aspettavano poche decine di persone: ne sono arrivate oltre mille, mettendo in momentanea crisi l’organizzazione di un evento che sarà replicato. Mattatore di eccezione Nuccio Mulè, straordinario testimone dell’identità cittadina. Ci vorrebbero davvero 92 minuti di applausi…

I visitatori attendono in massa di entrare nella chiesa del Carmine, per visitare una cisterna di origine greca ivi conservata
I visitatori attendono in massa di entrare nella chiesa del Carmine, per visitare una cisterna di origine greca ivi conservata

Gela – A quasi una settimana dalla liberazione dalle promesse ignoranti e dalle bugie matricolate (metropolitane, stazioni di aliscafi e templi greci farlocchi solo tre esempi), la sezione gelese dell’Archeoclub d’Italia ha misurato la voglia della popol di vivere la propria città sulle ali della conoscenza.

“Gela segreta”, il percorso tra vicoli e cripte alla ricerca degli elementi identitari della cittadina del Golfo in programma per ieri seranon è stato un successo: è stato un successone, uno spartiacque tra i parvenu della cultura un tanto al chilo – a uso e consumo di amici degli amici e di clientes – e la cultura partecipata e condivisa, con una narrazione di eccezione proposta, con mille aneddoti e interessanti spiegazioni, da un mattatore, Nuccio Mulè in assetto che va oltre l’insegnamento tout court e la divulgazione tale e quale. Trasmissione di identità e conoscenza, piuttosto.

L'ingresso per visitare i resti della chiesa sconsacrata di San Giovanni
L’ingresso per visitare i resti della chiesa sconsacrata di San Giovanni

Un evento promosso attraverso Facebook e che questa testata ha sostenuto con forza (anche lottando con Giorgia Turco, anima culturale di questa testa di nicchia, ma non di … ) e che ha raccolto veramente persone di ogni estrazione, desiderose di conoscere la propria città: un dato che in sé la dice lunga sulle lacune pubbliche maturate negli ultimi 25 anni, in un periodo che ha visto esplodere le frontiere della comunicazione, ma che non ha acquietato quelle delle facce toste.

Se c’è un valore aggiunto della serata di ieri è proprio quello di aver dimostrato che è possibile fare cultura partecipata e condivisa senza dispendio di denaro pubblico, magari tollerando qualche aspetto organizzativo non allo Zenith dello stato dell’arte, ma de tutto in buona fede e – soprattutto – con la consapevolezza che le possibilità di miglioramento sono infinite (perché i soci dell’Archeoclub di Gela hanno davvero risorse straordinarie, bisognava solo eccitarle).

“Mai vista una cosa del genere”, le parole di amici e soci della locale sezione dell’Archeoclub: crediamo se le siano continuate a ripetere come un mantra tutta la notte o – per meglio dire – quel che restava della notte, visto che fino all’1 di questa mattina un gruppo di resistenti era in giro per la città al seguito del professor Mulè, novello suonatore di flauto magico della cultura civica (di ben altri suonatori di flauto magico non si sente la mancanza, in verità).

L’eccezionale e inaspettata partecipazione alla passeggiata di ieri lungo il centro storico e le chiese del Carmine e di San Giovanni ci ha travolto con grande entusiasmo ma, al tempo stesso, colto impreparati dato che le precedenti edizioni avevano registrato un numero molto più esiguo, seppur sempre soddisfacente“, fanno sapere in una nota dall’Archeoclub d’Italia. “Nulla poteva lasciarci presagire che un fiume di affetto e curiosità avrebbe attraversato le vie di Gela, ma è stata proprio questa straordinaria sorpresa che, oggi, rende tutti noi dell’Archeoclub di Gela felici ed emozionati“.

Della serata di ieri restano “la sete e la voglia di conoscere ciò che Gela ha da offrire, la sua storia e i luoghi della sua memoria“, continuano gli incursori della cultura (definizione nostra) guidati dal professor Mulè. Quanto “accaduto è davvero eccezionale, è un segnale fortissimo” che la città dona a se stessa. 

Basta cocktail per finanziare amici e sodali, ora si fa sul serio: non lo dicono Mulè & Compagnia, lo diciamo noi. “avrebbe dovuto essere una passeggiata insieme ai volontari dell’Archeoclub“, ma invece “si è trasformata in un flash mob, in un’onda spontanea e gioiosa di tanti cittadini e crediamo che sia questo ciò che deve restare e da cui, soprattutto, ripartire per favorire una programmazione e una crescita culturale della nostra città“.

È chiaro? Inizino pure i 92 minuti di applausi

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