L’Archeoclub d’Italia porta a spasso i visitatori del Museo Archeologico tra le origini della storia di Gela

Ieri il primo appuntamento della manifestazione “R-Estate al Museo” con la mostra ‘Origini’. Allestimenti disponibili fino all’11 Luglio

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GELA – Ancora tanta partecipazione per il primo evento della manifestazione “R-Estate al Museo”, curato dalla sezione di Gela dell’Archeoclub d’Italia, che domenica scorsa ha inaugurato la mostra “Origini”, allestita fino all’11 Luglio, animando gli spazi del Museo Archeologico Regionale di Gela.

Guidati dall’archeologo Angelo Mondo, i numerosi visitatori hanno potuto scoprire, attraverso la selezione di 24 reperti della collezione museale, le prime testimonianze della dibattuta fondazione greca della città, avvenuta intorno al 689-688 a.C. a opera di coloni rodio-cretesi – e verosimilmente anche peloponnesiaci – che, secondo la tradizione e le scoperte archeologiche, si stanziarono nella zona di Molino a Vento (Acropoli). Oltre le prime costruzioni in mattone crudo e gli edifici di culto dedicati alla dea Athena – richiamati, in mostra, dalla punta di una lancia e dalla testa di una civetta – alcuni materiali dell’ultima fase dell’VIII sec. a.C. lascerebbero presumere una frequentazione precoloniale di natura rodiota.

Le due anime della città, ispirate dai diversi gruppi di colonizzatori, si rintracciano nelle decorazioni ceramiche chiaramente influenzate dalle lavorazioni della madrepatria che, pian piano, lasceranno spazio alla creatività e alla fantasia degli artigiani geloi capaci, successivamente, di dare vita a una tradizione ceramica autonoma e incontrastata nel commercio del vasellame.

I coloni giunsero a bordo di imbarcazioni: anche se non si hanno notizie sulla tipologia utilizzata, secondo un passo di Erodoto si può presumere che le più affidabili in mare fossero le navi mercantili, proprio come quella ritrovata nei fondali a largo di Gela nel 1988, non lontano da quello che da molti è stato identificato come l’emporio dell’antica città.

Restaurata e oggi in attesa di un nuovo spazio museale in grado di ospitarla, seppur appartenente a un 20141113-Banner-Totelia(300pxx250px)biancoperiodo successivo a quello della fondazione, una parte dei materiali è stata selezionata per la mostra “Origini” in quanto testimonianza della quotidianità che, verosimilmente, i primi coloni rodio-cretesi affrontarono durante il viaggio verso la Sicilia.

Arule fittili decorate, un tripode bronzeo dalle zampe leonine, un cinghialetto fittile, vasi attici, un braccio di legno con tracce di metallo strette nel pugno lascerebbero pensare a una serie di rituali propiziatori, in onore di Poseidone o di Dioniso o di Athena, che i marinari compivano per ingraziarsi, durante il lungo viaggio, le divinità.

La scelta di esporre accanto i resti di un flauto fittile e uno stile in osso nasce dall’esigenza di far sentire e comprendere la monotonia all’interno dell’imbarcazione, spezzata dalla musica o dalla scrittura di un diario di bordo. A nulla però valsero le preghiere e i sacrifici, perché la nave affondò inesorabilmente, inghiottita dalle sabbie del mare di Gela. Le stesse che, secoli prima, avevano visto l’impronta di quegli antichi migranti la cui grandezza, da lì a poco, si sarebbe diffusa in tutto il Mediterraneo, dando vita a una delle civiltà più straordinarie della storia, con tracce arrivate a noi ancora in tutto il loro splendore.

(Foto di Rocco Cuvato graziosamente concesse) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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