Gentiloni smentisce il ministro degli Esteri e continua a prendere abbagli d’Egitto

Dopo due giorni dall’esplosione dell’autobomba che con alta probabilità era diretta contro un magistrato egiziano, il ministro degli Esteri fa un testacoda e cambia parzialmente versione: da “è un attacco contro l’Italia” a “bomba consolato non diretta solo a Italia”. Per il fine settimana attesa la notizia che non è scoppiata alcuna autobomba? Sarebbe necessaria più serietà, non protagonismi inutili…

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Il Cairo – Il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, oggi si è recato in Egitto per esprimere solidarietà al governo al-Sisi e al personale diplomatico e consolare presente nella capitale egiziana, dopo l’esplosione dell’autobomba che ha colpito anche il prospetto della sede italiana.

Tuttavia, Gentiloni d’Egitto ha smentito in parte Gentiloni de Roma, passando da “presi di mira perché in prima linea contro il Califfato” (intervista a ‘la Repubblica’, qui, pubblicata domenica 12 Luglio) a un’interlocutoria valutazione odierna: “è un atto grave”, “probabilmente un avvertimento, ma non dobbiamo interpretarlo come qualcosa di diretto verso l’Italia”. Un’interpretazione del tutto opposta a quella propalata alla stampa sabato mattina, in tutta fretta, quando sembrava certo (contro ogni evidenza) che l’Italia fosse il vero obiettivo dell’attacco.

Per il titolare della Farnesina l’autobomba esplosa sabato scorso “è sicuramente un atto intimidatorio con l’intenzione di colpire i Paesi occidentali e l’Egitto, Paesi che condividono il comune impegno contro il terrorismo”.

Come Gentiloni arrivi alla conclusione che l’attentato sia un atto intimidatorio contro i Paesi occidentali – nonostante sia stato effettuato al Cairo, contro un magistrato egiziano che combatte i terroristi egiziani ed è considerato uno sgherro del presidente egiziano – solo Iside e Osiride lo sanno.

O forse è Bacco il dio più adatto da tirare in ballo, perché quanto dice Gentiloni non trova appiglio alcuno. Naturalmente, “non vi è un problema Italia” in Egitto – riporta l’AGI – ma il ministro degli Esteri in versione Lawrence d’Egitto precisa che il nostro Paese “non si lascerà intimidire”: è già piuttosto timido di natura contro i tagliagole, oltre transiterebbe nel regno dell’ignominia? Ah saperlo…

Oggi Gentiloni volerà a Beirut, dopo aver incontrato il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, e il ministro degli Esteri, Sameh Shoukry. Chissà che in aereo non elabori una nuova versione, negando perfino che vi sia stata un’autobomba…

Sarebbe però necessaria più serietà, meno improvvisazione, minore precipitosità e piedi di piombo. L’Egitto vive una fase di transizione difficile, non è certo la capitale mondiale dei diritti umani, ma combatte la guerra contro il jihad globale da una posizione cruciale e delicatissima, per cui va aiutato con amichevole sostegno.

Auto-definirsi oggi obiettivo di un attacco per negarlo domani, significa prestare il fianco a critiche feroci, ma anche a più distruttivi sorrisetti. Un governo evanescente è già un colpo alla credibilità dell’Italia, se poi ci ridiono pure dietro…è finita…

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