Unimpresa ribadisce: dimenticate una diminuzione della pressione fiscale. “Sopra il 44% del Pil nei prossimi 5 anni”

Ascoltiamo e leggiamo dichiarazioni del Governo che sostiene di voler ridurre il prelievo tributario a carico di famiglie e imprese. Per ora, gli atti ufficiali indicano la direzione opposta“, ha dichiarato il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, smentendo (almeno per ora) il Governo

Roma – Pressione fiscale sopra il 44% del Prodotto Interno Lordo nei prossimi cinque anni. Il peso delle tasse rispetto al pil è previsto in aumento: quest’anno si attesterà al 43,7%, superiore al 43,4% del 2014; nel 2016 salirà al 44,2%, nel 2017 e nel 2018 si attesterà al 44,3%, per poi calare leggermente al 44,0% nel 2019.

20150926-unimpresa-def-800x450Il preoccupante dato, che torna a smentire le dichiarazioni del presidente del Consiglio Renzi (perfino di oggi), è segnalato il Centro Studi di Unimpresa, sulla base di un’analisi della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 18 settembre.

Ascoltiamo e leggiamo dichiarazioni del Governo – ha affermato sabato 3 Ottobre il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardiche sostiene di voler ridurre il prelievo tributario a carico di famiglie e imprese. Per ora, gli atti ufficiali indicano la direzione opposta. E non è l’unico problema, perché al di là del fisco, la ripresa dell’economia italiana è davvero troppo lenta. Lo stesso Def ne prende atto“, marca Longobardi. “Nei prossimi cinque anni, la crescita economia, stando alle previsioni del governo, sarà davvero timida: il pil non farà scatti in avanti significativi ed è infatti dato in aumento dello 0,9% nel 2015, dell’1,6% nel 2016, dell’1,6% nel 2017, dell’1,5% nel 2018 e dell’1,3% nel 2019“, ha spiegato il presidente di Unimpresa.

Secondo l’analisi del Centro Studi Unimpresa, “nel 2015 le entrate tributarie e previdenziali saliranno a quota 788,6 miliardi dai 777,2 miliardi del 2014; nel 2016 cresceranno ancora a 817,3 miliardi e poi a 843,2 miliardi nel 2017; nel 2018 e nel 2019 arriveranno rispettivamente a 866,6 miliardi e a 884,7 miliardi“.

Complessivamente, nel quinquennio si registrerà un incremento di 107,5 miliardi (+13,84%)“. Di conseguenza, “aumenteranno sia le entrate tributarie sia quelle derivante dai cosiddetti contributi sociali (previdenza e assistenza)“, si sottolinea dall’associazione degli imprenditori.

Per quanto riguarda le entrate tributarie l’aumento interesserà sia le imposte dirette (come quelle sui redditi di persone e società, a esempio Irpef e Ires) sia le imposte indirette (tra cui l’Iva): le imposte dirette cresceranno in totale di 35,2 miliardi (+14,84%) mentre le indirette subiranno un incremento di 46,5 miliardi (+18,86%).

Un “sostanziale giro di vite su Irpef, Ires e Iva” che “sarà pari a 81,8 miliardi (+16,89%). I versamenti relativi alla previdenza e all’assistenza cresceranno dal 2015 al 2019 di 23,3 miliardi (+10,78%)“. “L’incremento delle entrate tributarie e di quelle contributive farà inevitabilmente salire la pressione fiscale“, ha sottolineato l’analisi di Unimpresa, che smentisce ancora una volta Renzi.(AGI)

(Credit: AGI)

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