Attentato di Ankara, nuovo bilancio: oltre 120 morti, 500 feriti. Identificato un attentatore. La mano dell’ISIS

Uno dei kamikaze forse fratello dell’attentatore di Suruc. L’altro potrebbe essere stata una donna. Contestato Erdogan, l’Akp in difficoltà, attesa batosta elettorale. Le esplosioni sono avvenute ieri vicino alla stazione prima della manifestazione. Morti anche padre e figlia ritratti da una foto assurta a simbolo della tragedia


Ankara – Gli investigatori turchi avrebbero identificato uno degli attentatori kamikaze responsabili della strage di sabato nella capitale della Turchia, ferita mortalmente da questo doppio attacco kamikaze. Il giornale filo governativo turco Yeni Safak sostiene che si tratterebbe di un uomo tra 25 e 30 anni, individuato attraverso l’analisi dei corpi e delle impronte digitali. Secondo il quotidiano Milliyet vi sarebbe stata anche una donna nel commando kamikaze fattosi esplodere sabato.

Fonti della sicurezza turca, citati da media locali, hanno messo in relazione la modalità dell’attentato con quello che colpì il 20 Luglio scorso la città di Suruc, dove l’ISIS uccise 33 filo-curdi. “L’attacco è nello stile di Suruc, tutti i segnali indicano che sia una copia di quell’attacco. Quindi puntiamo all’Isis”, ha spiegato la fonte.

Notizie di arresti nella città di Konya sono state diffuse da media turchi, che fanno riferimento a 14 sospetti membri dell’ISIS, anche se le stesse fonti non precisano se i fermati siano collegati all’attentato di sabato.

Bilancio vittime si aggrava – Il bilancio delle vittime si è nel frattempo aggravato. I morti sono ora 128, oltre 500 i feriti. Lo ha reso noto un funzionario del partito d’opposizione filo curdo Hdp all’agenzia di stampa tedesca DPA, precisando però che il numero dei morti potrebbe salire ancora, considerato l’alto numero dei feriti.

Morti padre e figlia di una delle foto simbolo della tragedia – L’uomo e la donna assurti a simbolo della tragedia di Ankara, grazie alla foto scattata da Ozcan Yaman dell’AFP, sono morti per le lesioni riportate nelle due terribili esplosioni. I due erano padre e figlia, Izzettin Cevik, un insegnante di 46 anni, e la figlia, Basak Sidar. Anche un’altra figlia, Nilgun, è morta nella strage.

Una famiglia distrutta: l’unica sopravvissuta è la moglie di Cevik, Hatice. Originaria di Suruc, teatro della strage del 20 Luglio, la famiglia si era trasferita ad Ankara perché Basak Sidar aveva iniziato i propri studi universitari.

Vi sono stati momenti di alta tensione con la polizia, quando gli agenti hanno impedito a personalità politiche e dimostranti di deporre fiori e corone sul luogo della strage. Lanciati anche lacrimogeni. L’azione della polizia ha colpito anche i leader del partito Hdp, Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag. La motivazione addotta dalla polizia di Ankara è che gli investigatori stessero ancora raccogliendo reperti dell’attentato e che si dovesse impedire la ‘contaminazione’ della scena del crimine.

Tuttavia, alla fine la polizia ha consentito a un gruppo di persone di superare il cordone di sicurezza per deporre le corone di fiori. Nel frattempo un gruppo di dimostranti ha iniziato a marciare verso il centro di Ankara, scandendo slogan contro il presidente Erdogan, considerato il responsabile della spirale di violenza.

Lutto nazionale in Turchia. I media turchi – “Siamo in lutto per la pace”, ha titolato ieri il giornale laico Cumhuriyet, ma la stampa turca è coralmente unita nell’esprimere sconcerto per quanto accaduto. “L’obiettivo è dividere la nazione”, titola il filogovernativo Star.

Nonostante non vi siano state rivendicazioni, le ipotesi della matrice dell’attacco si vanno sempre più restringendo. Il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, ha dichiarato che vi sarebbero elementi indicanti la natura jihadista della strage, la modalità dell’attacco jihadista ne sarebbe l’indice più evidente.

Altre piste ipotizzare sarebbero quella curda del Pkk e quella dei gruppi dell’estrema sinistra. Tuttavia la prima sarebbe molto flebile, anche vista la reazione del PKK che ha dichiarato un cessate-il-fuoco unilaterale fino alla fine delle elezioni, subito dopo la strage (eccezion fatta che nell’ipotesi di legittima difesa da attacchi da parte turca), mentre gli analisti ritengono poco probabile la radice evocante i gruppi dell’estrema sinistra.

Papa Francesco: “Atto barbarico” – Gli attentatori hanno colpito persone inermi, che manifestavano per la pace”, ha detto domenica Papa Francesco alla fine dell’Angelus, in piazza San Pietro. Il Pontefice ha espresso il prorpio “dolore per i numerosi morti” nella “terribile strage avvenuta ad Ankara, in Turchia”, sottolineando di aver “ricevuto con grande dolore la notizia” e assicurando la propria “preghiera per quel caro Paese”. 

Francesco ha elevato una preghiera a Nostro Signore “di accogliere le anime dei defunti e di confortare i sofferenti e i familiari” e ha invitato i fedeli a un momento di raccoglimento e di preghiera silenziosa.

Nel messaggio inviato al presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, Bergoglio ha etichettato l’attentato come “atto barbarico“.

(Agenzie. Photo Credit: Ozcan Yaman/AFP) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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