Aereo russo caduto in Sinai, attentato sempre più probabile. Cnn: bomba in valigia. Londra ferma voli per/da Sharm

Una fonte dell’intelligence Usa ha rivelato alla rete televisiva americana all news che l’ISIS avrebbe lasciato tracce sul web che potrebbero avvalorare la tesi dell’attentato jihadista. Nel mirino i controlli di sicurezza all’aeroporto della località turistica egiziana, ritenuti blandi e quindi permeabili. Regno Unito e Irlanda fermano i voli provenienti dal Mar Rosso

Londra – Un’esplosione a bordo dell’areo è la causa più probabile dello schianto dell’Airbus 321 della Metrojet, precipitato sabato nel Sinai. Lo ha riferito una fonte vicina all’indagine in corso in Egitto.

Dall’esame delle scatole nere era già emersa la presenza di suoni anomali poco prima che il volo scomparisse nei radar, mentre un satellite americano avrebbe rilevato un ‘lampo di calore’ nella zona dell’incidente. Ancora non è chiaro però se l’esplosione possa essere stata causata dal carburante o da una bomba. “Si ritiene che sia stata un’esplosione, ma di che genere non è chiaro”, ha spiegato la fonte dell’intelligence. “Si sta esaminando la sabbia del sito dello schianto per determinare se sia stata una bomba”, ha aggiunto.

Ieri sera, le “maggiori informazioni venute alla luce” hanno indotto il Foreign Office (ministero degli Esteri, ndr) della Gran Bretagna a fermare la partenza dei voli in partenza da Sharm el-Sheikh e diretti negli aeroporti britannici, così come i voli in partenza per la località turistica egiziana. Lo ha spiegato un portavoce di Downing Street alla Bbc. Tutti i voli in partenza da Sharm questa sera sono interessati dal provvedimento proprio per consentire a esperti britannici di valutarne la sicurezza. Per ieri non erano previsti voli di compagnie britanniche in arrivo nella località sul Mar Rosso, ma ve ne erano diversi in partenza.

In una nota Downing Street ha spiegato che non è possibile stabilire “categoricamente” cosa abbia fatto cadere l’aereo, ma “con l’emergere di nuove informazioni, vi è la preoccupazione che l’aereo sia stato buttato giù da un ordigno esplosivo“.

Questo atto preciso conferma in qualche modo la rivelazione di un funzionario dell’intelligence Usa, che alla CNN ha ammesso la preoccupazione che l’Airbus possa essere stato abbattuto da un ordigno presente a bordo, in ‘stile Lockerbie’, come già nelle prime ore dell’incidente era stato paventato.

Sotto accusa, infatti, i sistemi di sicurezza attiva presenti allo scalo di Sharm el-Sheik, definiti ‘labili’ dal controspionaggio americano.

Comprensibile la reazione egiziana, tesa a negare la possibilità di un attacco dei jihadisti. Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha definito la decisione britannica e irlandese “un po’ prematura”, visto che l’inchiesta ancora non è stata conclusa.

Intanto l’Isis insiste nell’attribuirsi la responsabilità dell’abbattimento dell’aereo, ma continua a non offrire alcun dettaglio su come avrebbe realizzato l’operazione.  Wilayat Sinai, la ‘provincia’ egiziana del sedicente Stato Islamico, ha dichiarato che deciderà “quando e come spiegare i fatti“. Il gruppo jihadista aveva avanzato analoga rivendicazione già sabato, senza fornire alcun dettaglio e spiegando che l’attacco fosse una vendetta per i bombardamenti russi in Siria.

A quattro giorni di distanza, con un messaggio audio postato online e la cui attendibilità non è verificabile, l’ISIS è tornata ad affermare che renderà noti i particolari in seguito, decidendo quando e sfidando gli scettici a dimostrare la sua estraneità alla carneficina. “Non abbiamo alcun obbligo di spiegare come l’aereo sia caduto”, afferma la registrazione, che poi ribadisce: “ispezionate pure la carcassa, analizzate le scatole nere e comunicateci i risultati delle vostre indagini”. Dimostrate che non siamo stati noi e come sono andate le cose. Esporremo le modalità dell’accaduto in un momento di nostra scelta“, si conclude il messaggio.

L’attacco jihadista – se questo è stato – sarebbe avvenuto nel diciassettesimo giorno di Muharram, il primo mese del calendario lunare islamico, in coincidenza con il primo anniversario del giuramento di fedeltà al califfato da parte della sedicente Provincia del Sinai, già Ansar Bayt al-Maqdis, formazione salafita egiziana attiva proprio nella penisola del Sinai.

Il velivolo si trovava a 31,000 piedi di altitudine e in un primo momento gli analisti ritenevano che l’Isis potesse disporre di armi sofisticate in grado di raggiungere in volo l’aereo. Ma lo scenario aperto ieri pomeriggio dalle rivelazioni dell’intelligence americana cambiano i termini della questione.

L’Amministrazione Obama ha offerto assistenza al Cremlino per le indagini. Forse, lentamente, si fa strada la corretta analisi: contro il jihadismo occorre una Grande Alleanza per la Libertà, che unisca il Mondo Libero. E La Russia non piò che esserne pilastro essenziale.

(Credit: AGI, CNN) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favoreMi piacesulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie.


Save the Children Italia Onlus