La contestazione a Dario Franceschini è una vergogna nazionale

Questi rivoluzionari-un-tanto-al-chilo hanno delle istituzioni rappresentative una concezione originale, ma pericolosa, oggettivamente fascista

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Il “Corriere della Sera” ha documentato la semi-aggressione ai danni di Dario Franceschini, seduto in un ristorante con un amico, ordita da un numeroso e vociante gruppo di giovani “rivoluzionari” protestatari contro il sistema partitocratico. Verso cui peraltro non abbiamo mai lesinato critiche feroci.

Franceschini – lo diciamo per inserire la nostra opinione in un quadro chiaro – non è tra i personaggi politici che ci stanno più simpatici. Lo consideriamo un cattolico che ha dimenticato alcuni valori di origine, ma si tratta di critica politica, di opinioni che, in quanto tali, possono essere condivise e condivisibili, ma anche no. Con la stessa legittimità, come avviene in un Paese civile.

Quella marmaglia indistinta è probabilmente unita dalla rabbia di non poter usufruire a mani basse dei benefici dello Stato sociale spendaccione, quello in cui i loro genitori si erano illusi di poter vivere in eterno. Sono figli di generazioni di ladri di futuro, sostenitori di un sistema in cui l’appartenenza – quale che fosse – era garanzia di progressione sociale, professionale, economica. La scala sociale era una mera finzione, il pass di accesso era la tessera politica.

Questa gente (probabilmente non tutta, ma non ci possiamo mettere a fare l’appello e verificare la storia di ciascuno: non è una generalizzazione, è una analisi oggettiva, basata sulla conoscenza e la comprensione dei fenomeni) coglie la cima lanciata da Beppe Grillo e raccoglie la sfida della presunzione di sapere quel che serve all’Italia, proponendo ricette che hanno spesso il lezzo stantio dell’inutilità.

L’Italia patisce decenni di malgoverno e di assalto alla diligenza delle casse pubbliche. Noi ricordiamo con nitidezza il tempo in cui i medici di base prescrivevano le bustine di un anti-acido (a carico del servizio sanitario nazionale, ossia pagate da tutti), che la gente, il “popolo” benemerito, utilizzava come digestivo, a mo’ di amaro a fine pasto.

Migliaia di posti di lavoro sono stati costruiti in modo surrettizio nella pubblica amministrazione, contribuendo ad appesantire il bilancio dello Stato e, nello stesso tempo, a ingarbugliare la burocrazia nazionale in un groviglio di competenze tali da bloccare il più coriaceo degli imprenditori, una condizione superabile con i mezzi della concussione e della corruzione. Noi personalmente abbiamo esperienze di tal genere (documentate) e le classifiche internazionali sono al riguardo impietose.

I cosiddetti rivoluzionari contestatari di Dario Franceschini rappresentano quella parte di Italia che si sente diversa senza esserlo; che è rabbiosa per non aver potuto partecipare al banchetto; che ha per l’Italia idee che ne decreterebbero la morte immediata. Inneggiano a Stefano Rodotà, personalità complessa e di ragguardevole profilo, ma non certo il nuovo che avanza.

Questa gente sprizza ignoranza storica da tutti i pori, alimentata dalla irresponsabilità di sedicenti statisti che non sarebbero neanche buoni addetti alla statistica nazionale.

Grazie a questa gente Dario Franceschini può godere del nostro virtuale abbraccio e della nostra umana simpatia. Rispetto a molti di costoro, Franceschini ha la statura politica e morale di Winston Churchil, di Konrad Adenauer, di Alcide de Gasperi. Noi continueremo a criticarlo, se servirà, ma oggi è il momento di essergli vicini. Tutti.

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 @horsemoonposti

Ecco il servizio del TG3 sulla contestazione a Dario Franceschini

2 pensieri riguardo “La contestazione a Dario Franceschini è una vergogna nazionale

  • 09/08/2013 in 15:07:46
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    Vedo molto più livore e qualunquismo in questo articolo che nell’accaduto.

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