La Juve supera il Milan e prepara i festeggiamenti. Rossoneri ora insidiati dalla Viola. Deludono le romane. Napoli al fotofinish. L’Inter respira…
Un rigore di Arturo Vidal cuce virtualmente lo scudetto sulla casacca bianconera. Il Milan ora deve guardarsi le spalle dalla Fiorentina che ha una sola lunghezza di ritardo. Il Napoli blinda la Champions. La Lazio crolla in casa dell’Udinese collezionando l’ennesima sconfitta. La Roma tradisce Andreazzoli pareggiando in casa con il Pescara (quasi) retrocesso. L’Inter di misura (e fortuna) sul Parma
Il guerriero abbatte il diavolo prenotando un altro appuntamento con la storia. Il 29° per l’esattezza (anzi per i bianconeri sarà il 31° e chissà che non venga ricordato anche sulle divise dell’anno venturo) e ora non resta che decidere dove volerlo festeggiare (qualcuno subdolamente spera nel derby in casa del Toro). E allora signori, rivolgiamo un inchino alla Vecchia Signora che, anche quest’anno, in Serie A ha messo tutti in fila grazie ad una perfetta organizzazione di gioco, una rosa competitiva e un allenatore che sta dimostrando di poter veleggiare assieme ai veterani della panchina. Simpatico o meno, l’onestà intellettuale ed il buon senso ci impongono di render merito ad Antonio Conte, che ha plasmato la Juventus a sua immagine e somiglianza, trasmettendole quella grinta e voglia di vincere che lui ogni domenica mette in mostra incitando a suon di urlacci i suoi giocatori. Non a caso, Antonio Conte è stato allievo di Marcello Lippi.
Il Milan mastica amaro più per il terreno perduto che per la sconfitta. Il faraone e compagni hanno la temibile Fiorentina di Montella alle calcagna. Max Allegri si mostra sereno “Non temo la Fiorentina”, ha detto, sottovalutando oltremodo che i viola hanno l’argento vivo addosso e giocano il miglior calcio della Serie A. Avrà gonfiato il petto mister Allegri, con quel pizzico di tracotanza che indirettamente gli impone il prestigio del club che rappresenta, ma sa bene che ci sarà da soffrire fino alla fine, per conservare quel benedetto terzo posto che vorrebbe dire accesso ai preliminari di Champions League.
Il Napoli, grazie a un fulmine scagliato dal gioiellino Insigne, chiude quasi definitivamente la pratica “secondo posto”, al termine di una sfida elettrizzante contro l’indomito Cagliari, che, a parer nostro, difficilmente riuscirà a trattenere due talenti come Sau e Ibarbo. Non mancano le frecciatine del solito De Laurentiis, che con un “tweet” si toglie qualche sassolino dalle scarpe, dedicando la vittoria al presidente rossoblù Cellino e ai due giocatori Astori e Nainggolan (trattati con insistenza ogni anno dal Napoli, ma poi puntualmente sfumati per le pretese economiche del patron cagliaritano)
La parabola discendente della Lazio sembra proseguire inesorabile. I biancocelesti ieri sono incappati nell’ennesimo ko (il 12° in campionato) in casa dell’Udinese, continuando a perdere punti preziosi per la rincorsa all’Europa League, che continua a complicarsi ulteriormente. Il gigante buono Petkovic, che tanto bene aveva fatto nel girone di andata, pare non riuscire a trovare la formula magica giusta per risollevare la squadra. A complicare i piani, infermeria piena e ribelli fuori rosa (Cavanda e Diakitè), che oggi sarebbero tornati molto utili a mister Petkovic. Bisognerà ritrovare spirito e vigore al più presto, peraltro, ci sarebbe una finale di Coppa Italia da giocare contro i cugini.
Se Atene piange Sparta non ride. Dall’altra sponda del Tevere infatti, i giallorossi non possono certo adagiarsi sugli allori. Contro il Pescara si è vista forse la peggiore Roma della stagione (assieme a quella di Palermo): svuotata, imprecisa, stralunata, scesa in campo con quella presunzione tipica della “grande” a cui non serve spremersi più di tanto per dare il colpo di grazia ad un Pescara che invece con grande umiltà e dignità ha rosicchiato a Totti & C. un punto che serve a poco per la classifica, ma molto per la credibilità del nostro calcio.
E l’Inter? Stramaccioni può consolarsi con un gol del redivivo Rocchi (101 in serie A), che punisce un Parma decisamente sfortunato. I glalloblù hanno sbattuto prima sulla traversa (gran botta da fuori di Valdes) e poi contro le manone di Handanovic, il quale in due occasioni ha abbassato la saracinesca della porta nerazzurra salvando il risultato. Della serie: una domenica da ricordare. Infatti non solo sono arrivati i tre punti, ma a fine gara Massimo Moratti ha addirittura confermato Stramaccioni anche per la prossima stagione e lui, con un bel sorriso stampato sul volto, soddisfatto ha esclamato: “Beh quando l’Inter era al completo è arrivato ad un punto dalla Juve e l’allenatore ero sempre io”. Viva la sincerità (e la modestia)!
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