A Roma scendono in piazza i sindacati: “Il lavoro è democrazia”

“Il lavoro è democrazia”: questo è il nome della manifestazione organizzata da CGIL, CISL e UIL domani a Roma.

Sindacati

Il lavoro, il fisco, la semplificazione della pubblica amministrazione. Le politiche per lo sviluppo, contro la povertà e il disagio sociale. Poi il taglio dei costi della politica e degli apparati politico-amministrativi. Sono i punti di programma che Cgil, Cisl, Uil hanno messo al centro della manifestazione nazionale (“Il lavoro è democrazia”) che terranno a Roma, in piazza san Giovanni, domani, sabato 22 giugno, a partire dalle 11.

Quella piazza – si è augurato qualche giorno fa il riconfermato leader Cisl Raffaele Bonanni durante il 17esimo congresso nazionale del sindacato di via Po – sia “la piazza della speranza e della fiducia contro il populismo e la rassegnazione”.

Lì, parleranno Bonanni, Susanna Camusso (Cgil) e Luigi Angeletti (Uil) ai lavoratori e sindacalisti delle tre organizzazioni che confluiranno a Roma da tutte le regioni.

Per i tre sindacati, “non c’è più tempo”. Il tema del lavoro deve stare “al centro delle scelte politiche ed economiche”. Inoltre, occorre accelerare sul fronte degli investimenti, della redistribuzione del reddito, della ripresa dei consumi: “condizioni essenziali”, affermano i sindacati, per la ripartenza dell’economia.

In particolare, Bonanni da tempo insiste sulla questione fiscale su cui ha puntato pure il congresso nazionale. “Tra un taglio dell’Imu e il taglio vigoroso delle tasse – ripete – scegliamo il taglio vigoroso per lavoratori e pensionati“. La questione fiscale è infatti fondamentale “in termini di giustizia e di economia”. Per lavoratori e pensionati. Ma anche “per le aziende che assumono e innovano”. Le risorse, per il segretario Cisl, possono essere recuperate “dalla riduzione di sprechi e inefficienze ma anche da una lotta vera all’evasione fiscale”.

Insomma, per Cgil, Cisl, Uil “servono provvedimenti per uscire dalla recessione e riprendere la crescita”.

Un documento di dieci punti elenca le priorità del mondo del lavoro:

  1. Dare soluzione alle emergenze che alimentano la disoccupazione, attraverso “il finanziamento degli ammortizzatori in deroga, almeno per tutto il 2013; e l’effettiva salvaguardia degli esodati”;
  2. Ridurre le tasse per lavoratori dipendenti, pensionati e imprese che facciano assunzioni nel prossimo biennio, destinando a questo, “automaticamente”, le risorse derivanti da un’efficace lotta all’evasione fiscale, “reato di cui va sancita la natura penale”.
  3. Rilanciare politiche anticicliche prevedendo la possibilità per i Comuni che abbiano risorse, di “fare investimenti e avviare i cantieri già deliberati, fuori dal patto di Stabilità”.
  4. Ridurre i costi della politica: “è – si legge nel documento – la condizione per buone istituzioni e buona politica”. In pratica, da un lato va riordinato e semplificato l’assetto istituzionale e amministrativo del Paese “seguendo quanto già fatto dagli altri partner europei”, dall’altro vanno tagliati con decisione “gli sprechi e i privilegi che non sono compatibili con l’efficienza e la buona amministrazione”.
  5. Ammodernare e semplificare la pubblica amministrazione non attraverso tagli lineari ma “con la riorganizzazione e l’efficacia del suo funzionamento, con il contenimento della legislazione concorrente ed eliminando tutte le formalità che rallentano le decisioni”. Inoltre, per sostenere la crescita è fondamentale “investire nella scuola pubblica, nell’università, nella ricerca pubblica e nell’innovazione”.
  6. Prorogare i contratti precari” nella pubblica amministrazione e nella scuola.
  7. Definire una politica industriale che rilanci le produzioni valorizzando le imprese che investano “in innovazione e ricerca” e che salvaguardino occupazione e competenze.
  8. Definire uno “strumento di contrasto alla povertà” e il “finanziamento della non autosufficienza”.
  9. Applicare la riforma dell’Imu “esonerando solo i possessori di un’unica abitazione, con un tetto riferito al valore dell’immobile”.
  10. Correggere le “iniquità” della legge Fornero sulle pensioni.

Per i confederali, sono queste le scelte che vanno fatte perché “capaci di arrestare la caduta del sistema produttivo e far ripartire la crescita creando nuove opportunità di lavoro”.

Ma le parti sociali, precisa ancora il documento di Cgil, Cisl, Uil, sono pure impegnate nei rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro e nella salvaguardia dell’occupazione “anche mediante ammortizzatori sociali e contratti di solidarietà”.

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