Esteri

Egitto, cristiani e musulmani: 20 milioni in piazza questa sera a manifestare contro il terrorismo e la Fratellanza Musulmana

20 milioni di persone previste in piazza per stasera. All’estero mal compreso il messaggio del generale Al Sissi: non una richiesta di avallo alla dittatura militare, ma una presa di posizione a sostengo della democrazia e della libertà degli egiziani. Si aspettano imponenti cortei al Cairo e nelle principali città egiziane contro la violenza delle scorse settimane. Stasera, al tramonto, le campane delle chiese cattoliche e copte ortodosse suoneranno in segno di vicinanza ai musulmani che osservano il digiuno imposto dal Ramadan

20130726-sisi-speech_780-450

Il 24 luglio scorso, il generale Abdel Fattah al-Sissi, vice Primo ministro e ministro della difesa, ha rivolto un appello al Paese, chiedendo a «tutti gli egiziani onesti» di dimostrare contro il “terrorismo” e la “violenza”. Molti analisti hanno visto in questo invito una velata minaccia ai “Fratelli Musulmani” e agli islamisti loro alleati, che hanno continuato a bersagliare i cristiani con atti di violenza dalla deposizione di Morsi.

In molti, dai partiti laici e moderati, hanno già detto che aderiranno alle manifestazioni di oggi pomeriggio, ma anche i “Fratelli Musulmani” e il “fronte salafita” hanno dichiarato di voler continuare a dimostrare per il ritorno di Morsi. Mohammed Badie, guida suprema della “Fratellanza”, ha condannato le parole di al-Sisi come «un chiaro invito alla guerra civile» e ha chiesto ai propri sostenitori di contenersi e di tenersi lontani da ogni atto di violenza, manifestando per la “libertà” e la “legittimità”.

La libertà e la legittimità cui fa riferimento Badie è forse quella di modificare in senso islamista e autoritario la Costituzione egiziana e di strumentalizzare la vittoria presidenziale, maturata per un soffio e con numerosi brogli e atti di violenza contro gli oppositori non islamisti, per imprimere sull’Egitto una svolta radicale?

Non pochi egiziani e osservatori stranieri temono che la cacciata di Morsi sia in realtà un golpe dei militari mascherato da azione popolare. Wael Farouq, professore di lingua araba all’American University of Cairo, ha detto all’agenzia di stampa cattolica AsiaNews: «il rischio che l’esercito ‘rubi’ la rivoluzione c’è. Ma il pericolo della continuazione del governo di Morsi è peggiore e più realistico», precisando poi che «quando Mohammed Morsi è stato deposto i Fratelli musulmani hanno usato i cristiani e gli sciiti come capro espiatorio. Chi ha votato Morsi rappresentava il 13% degli egiziani, chi l’ha deposto è il 30% del Paese».

20130726-EgyptRiots8_780x438

Stasera al calare del sole, al termine del rituale digiuno del Ramadan per l’inizio dell’iftar, le campane delle chiese cattoliche e ortodosse suoneranno a lungo per manifestare vicinanza agli egiziani musulmani. In questo quadro di rafforzata vicinanza civica sotto la bandiera egiziana, cristiani e musulmani hanno mostrato di aborrire il settarismo islamista dei “Fratelli Musulmani”.

Ad AsiaNews il professor Farouq ha ammesso che «quella dell’esercito è un’azione sostenuta dal popolo egiziano; il patriarca cattolico, quello copto ortodosso e al-Azahr sono uniti. Cristiani e musulmani hanno capito che si tratta di una lotta contro la violenza e il terrorismo».

Assume dunque un altro significato l’incriminazione di Mohamed Morsi per spionaggio a favore di Hamas, che è l’ala politica dei “Fratelli Musulmani” operante a Gaza, autrice di un colpo di mano, con cui ha preso il potere nella Striscia, esautorando Al Fatah con l’accusa di corruzione, ma dando il via a un’islamizzazione forzata del territorio.

Al riguardo, occorre ricordare le dichiarazioni di qualche giorno fa, rilasciate sempre ad AsiaNews da Mina Magdy, un giovane appartenente a Maspero Youth Union, un’associazione per i diritti umani che riunisce musulmani e cristiani, tra le maggiori promotrici dell’iniziativa ‘The Rebel’. «L’esercito sta cercando un consenso popolare, penso che domani gli egiziani di diverse estrazioni politiche manifesteranno insieme per un Paese libero e non violento» ha detto ieri Magdy. «Prima dell’appello del generale Al-Sissi, la gente era molto arrabbiata; sia a causa delle violenze perpetrate dagli islamisti sia per la passività dimostrata delle Forze Armate nel lasciarli fare».

Anche la posizione degli Stati Uniti sembra inadeguata alla realtà dei fatti. L’Amministrazione Obama sta ritardando la consegna all’Egitto dei quattro F16 Fighting Falcon nel quadro del sostegno militare al Paese, perché teme le ripercussioni provenienti da Paesi in cui i movimenti estremisti islamici sono forti o perché le informazioni inviate dall’ambasciata statunitense al Cairo sono sbagliate.

Il rischio è quello di legittimare la Fratellanza nel continuare a mantenere in ostaggio l‘intero Egitto, dove la stragrande maggioranza della popolazione reclama libertà, serenità, lavoro e benessere, non l’oscurantismo propalato dagli islamisti dei “Fratelli Musulmani” o dei salafiti in azione nel Paese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 pensieri riguardo “Egitto, cristiani e musulmani: 20 milioni in piazza questa sera a manifestare contro il terrorismo e la Fratellanza Musulmana

  • Mentre le rivelazioni sono tante la ragione dell’ invito a conoscere Wavevolution e’ perche’ ora esiste la speranza per un nuovo inizio ed Un nuovo Credo nel Mondo. Una nuova Scienza e la Religione sono una e la stessa poiche’ l’Esistenza di Dio non e’ piu’ un misterioso dogma.

    I tempi di questa scoperta sembrano essere propizi. Questo e’ perche’, senza un nuovo Punto di Luce ed una nuova Direzione, l’Umanita’ non saprebbe come cambiare percorso seppure fosse chiaro per tutti che un gruppo di Sionisti stia conducendo di proposito l’Umanita’ verso una Guerra Mondiale di Religioni e verso la Schiavitu’.

    Senza un Risveglio, un qualsiasi cambiamento sarebbe improbabile anche se le genti sapessero esattamente cosa faranno i cospiratori:

    Scaglieranno le pietre e veloci nasconderanno la mano
    Colpiranno l’uno per incolpare l’altro e dividere le genti
    Istigheranno il Conflitto in nome delle nostre differenze

    Il loro motto “Divide et impera” e’ anche la strategia in Iraq, Siria, Iran e Korea per arrivare in ultimo a Cina e Russia.

    Questi governi sono costantemente nel mirino di servizi segreti Inglesi, Israeliani ed USA che instigano le genti di quei Paesi mentre in ogni luogo TV media controllati dagli stessi Sionisti demonizzano i governi di quei Paesi destabilizzati.

    Popolazioni Inglesi, Israeliane ed USA non hanno niente a spartire con i loro servizi segreti che lavorano esclusivamente per i Sionisti e non per il beneficio dei loro propri Paesi.

    In normali circostanze non ci sarebbe il bisogno di
    preoccuparsi troppo di un gruppo di “iniziati” che sogna e trama il collasso finanziario Mondiale ed una Guerra di Religioni per schiavizzare miliardi di persone, ma, quando l’arma della menzogna lavora in sincronismo con tutti i media e contro un Umanita’ che e’ cosi’ mista e cosi’ robotica e che include anche gli ultimi figli dell’Eta’ della Pietra il problema sorge quando “in buona fede” troppa gente cade vittima nella trappola di quei pochi.

    Per un cambio di Direzione ci vorra’ una tale “scintilla” da abbagliare anche quelli che sono stati acciecati.

    La risposta al Piano Sionista in una parola e’ Wavevolution

    http://www.————.org/

    • Mi spiace, ho dovuto correggere il suo post, eliminando ogni riferimento web. Non siamo qui per fare pubblicità gratis a nessuno.

      Nella fattispecie, il suo antisemitismo (e ci faccia il piacere di non tentare di impaccarci la storia dell’antisionismo diverso dall’antisemitismo) è vomitevole. La storia che lei racconta è frutto di una fantasia che meriterebbe attenzione di altre professionalità, diverse dai giornalisti.

      LEI FARNETICA

I commenti sono chiusi.