Sebastian Vettel, carattere Red Bull: si mette le ali, però…

20130511-rosszone-head_2Psiche da campione? Forse per Sebastian Vettel le sfide più belle devono ancora arrivare: come vincere con una monoposto non perfetta

20131016-sebastian-vettel-660x439

Ladies and Gentlemen,

il campionato mondiale di F1 è ormai alla volata finale. Alle spalle ben 15 GP con un segno attivo evidente che porta la firma Red Bull, in vetta alla classifica piloti e costruttori: dominio!

Ormai è divenuta una consuetudine leggere il nome di Sebastian Vettel nella lista dei candidati per il titolo mondiale e, anche quest’anno, il tedesco ha svettato e ha messo le ali, senza allusione a slogan di carattere pubblicitario (però…). Sì, perché sono i valori in campo a parlare, anzi a suonare in pista a ripetizione, portando con se un gap di 2 secondi al giro…

Non sto dando i numeri, ma Seb finora ha mostrato una cotal maestria da riuscire a volare davvero con la sua monoposto nei vari circuiti del campionato mondiale di F1. Nell’attuale Formula 1 siamo abituati a soffrire per i centesimi e i decimi, istanti che decretano i risultati, ma quest’anno, quasi da noia spiazzante, sono tornati i nuovi e scomodi protagonisti della massima formula: la Red Bull e Sebastian Vettel, dominatori in termini di secondi pesanti, frutto di lavoro e sviluppo su telaio, aerodinamica e sfruttamento delle potenzialità dei motori.

Un dato di fatto incontrovertibile, che porta con sé, comprensibilmente, perplessità su alcuni osservatori del Circus: ogni riferimento a Giancarlo Minardi è voluto. Punti interrogativi a parte, merito alla casa austriaca per il continuo e irrefrenabile sviluppo della monoposto, per le innovazioni introdotte a ogni gran premio, magari qualcuna a filo di regolamento. Certo non credo sia un lavoro mirato alla semplice competitività, piuttosto a un unico obiettivo: essere i migliori! Carattere Red Bull, un gusto davvero delizioso (ops…)!

Chiusa parentesi sul costruttore, ma chi è Sebastian Vettel? Lo chiamano il pilota dei record e viene considerato dalla nuova generazione un’icona racing. Attenzione però a non cadere nella trappola dei numeri, sarebbe a mio avviso un grave errore! Un esempio casuale, Senna è Senna e Vettel è Vettel, ma come dimenticare il seguito che continua ad avere un pilota assurto alla legenda della Formula 1 come Gilles Villeneuve? Gilles vinse solo sei GP (sei), ma è rimasto indimenticabile.

Per essere campioni e lasciare il segno nella storia serve quel qualcosa in più, ma parliamo di rarità pura! Nel palmares di Vettel, ci sono gesta eroiche: come il primo Gran Premio vinto, quel Gran Premio d’Italia a Monza del 2008, vinto con la sua Toro Rosso STR3 nonostante le proibitive condizioni meteorologiche, che ne avviò la straordinaria striscia di vittorie. Da quella vittoria, che decretò Vettel come il più giovane vincitore di un gran premio di Formula 1, all’età di 21 anni, di acqua ne è passata sotto i ponti.

Psiche da campione? Non sono del tutto convinta, nonostante la conquista di tre titoli iridati consecutivi, anzi di quattro. Il tedesco sa perfettamente il fatto suo, è fiero di sé, non si accontenta mai solo di stare avanti, tende al dominio ma senza correre rischi. Un atteggiamento di grande forza, ma alimentato da una monoposto incredibile e ancor di più da feeling reciproco con il progettista e la squadra, di cui è espressione massima: effetto e prodotto di una politica di investimento sui giovani, l’unica finora di questo spessore. Uno status idilliaco che dà assoluta sicurezza!

Sarà “psiche da campione” quando Vettel saprà affrontare le sfide dello sviluppo di una monoposto recalcitrante, non di una macchina perfetta. E, se vogliamo, le sfide più belle per Sebastian Vettel devono ancora arrivare, vittorie rese gustose dal sapore della battaglia. Nulla in confronto con i successi in solitaria come quelli ottenuti di fatto finora.

Sono nostalgica della frizzante competizione fra diverse scuderie, perché oggi manca lo spettacolo e quel che si vede è sintetico: gomme costruite allo scopo, sistemi elettronici (ala posteriore) a costituire un doping tecnico che toglie dignità alla capacità di guida. 

Nel Circus i guerrieri non mancano, serve solo lasciarli esprimere con una certa libertà!

ROSS

Rossella La Notte

Sono stata folgorata da un go-kart da bambina, da allora niente è stato uguale. Cresciuta come fissa spettatrice del “mio” rally del Gargano, ho coltivato l’interesse per le competizioni automobilistiche seguendo la stampa in ogni sua articolazione. Colpita ed affondata dal fascino della F1, ho coltivato la mia passione di scrivere come modo per fissare i ricordi e le forti emozioni vissute. Organizzo eventi sportivi, collaboro con l’Associazione Karting Milano e ho elaborato il progetto “Karting Giovani”, mirato ad avvicinare la scuola al mondo del karting. Ho collaborato con il campionato Formula 2000 Light. Su THE HORSEMOON POST curo una rubrica - Ross Zone – in cui mi occupo di Formula 1.