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Truffa nella Formazione Professionale, 15 arresti in Sicilia

L’operazione, condotta dai Carabinieri su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha condotto all’arresto di tredici dipendenti della Regione Siciliana (agli arresti domiciliari) e di due imprenditori (in carcere), accusati di appropriazione indebita di denaro pubblico per una cifra pari a quasi mezzo milione di euro

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Peculato, truffa aggravata nei confronti dello Stato, turbata libertà degli incanti, falsità materiale e ideologica. Sono questi i reati contestati a tredici dipendenti della Regione Siciliana e a due imprenditori, arrestati stamane dai carabinieri, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica. Il settore “incriminato” è, ancora una volta, quello della Formazione professionale.

L’operazione, denominata “Iban”, ha condotto all’arresto di tredici dipendenti e due imprenditori, accusati di appropriazione indebita di denaro pubblico per una cifra pari a quasi 500mila euro. Risorse destinate alle imprese fornitrici di beni e servizi all’assessorato, ma che finivano nei conti personali dei quindici dipendenti. Denaro dovuto, ma mai realmente pagato, dunque. Inoltre, tra gli illeciti commessi anche l’utilizzo delle risorse destinate al pagamento degli straordinari per organizzare dei viaggi, straordinario pagato ma mai eseguito.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto Alessandro Picchi, riguarderebbe fatti commessi tra il 2009 e il 2011. Un’operazione già avviata due anni fa dalla Polizia giudiziaria della Procura, su indicazione dell’ex direttore della Formazione Ludovico Albert, e che stamane ha condotto in carcere Emanuele Currao, funzionario regionale e principale perno della vicenda, e Mario Avara, imprenditore. Agli arresti domiciliari, invece, il dirigente regionale Concetta Cimino, Marco Inzerillo, funzionario direttivo, Gualtiero Curatolo, cassiere regionale; gli istruttori direttivi Maria Concetta Rizzo, Maria Antonella Cavalieri, Federico Bartolotta e Giuseppina Bonfardeci; Vito Di Pietra, Giampiero Spallino, Carmelo Zannelli e Marcella Gazzelli, collaboratori regionali; il funzionario Michele Ducato e l’imprenditore Antonio Amedeo Filingeri.

«L’attenzione dell’arma dei carabinieri è massima – dichiara il colonnello Pierangelo Iannotti, comandante provinciale dei carabinieri – non solo per i reati legati alla criminalità organizzata, ma anche per i reati contro la pubblica amministrazione, che comportano un depauperamento delle casse pubbliche».

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