Omicidio a Palermo, inseguito e ucciso mentre è con il nipotino

Omicidio in pieno giorno a Palermo, nel quartiere “Zisa”. Risparmiato il nipote. L’uomo era stato arrestato nel 2008 nel corso dell’operazione “Perseo”, ma nel 2011 era stato assolto dall’accusa di estorsione. La Polizia indaga in ambienti legati alla criminalità organizzata, non esclusa una nuova guerra intestina in una delle cosche cittadine

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Palermo, 12 mar. – Omicidio a Palermo. Un uomo, Giuseppe Di Giacomo, nel passato indagato per estorsione, è stato ucciso a colpi di pistola nei pressi di via Eugenio l’Emiro. Gli investigatori della Squadra Omicidi e della Squadra Mobile del capoluogo stanno scandagliando i precedenti. Gli investigatori procedono su varie piste: dal regolamento di conti all’agguato mafioso.

Di Giacomo, palermitano di 48 anni con precedenti per questioni di droga, era stato arrestato nel 2008 nell’ambito dell’operazione ‘Perseo’ che ha sgominato il tentativo di ricostituzione della ‘cupola’ di Cosa nostra. In base all’accusa si sarebbe occupato di estorsioni, ma nel 2011 è stato assolto. L’esecuzione potrebbe dunque essere inserita dentro la dinamica cruenta della faida di mafia.

L’uomo era un residente del quartiere Zisa, in via Costantino di Svevia, a pochi passi dal luogo dell’omicidio, in via Eugenio l’Emiro. La vittima era all’interno di una Smart, quando è stata raggiunta dai killer: ha tentato di scappare ma è stato ucciso al termine di un breve inseguimento, finendo riverso sul marciapiede. Sul posto gli uomini della Squadra Omicidi, della Squadra Mobile e della Scientifica del capoluogo. Di Giacomo, secondo quanto ricostruito, era in compagnia di un ragazzino, un nipote rimasto illeso. La dinamica ancora non chiara del tutto è in fase di ricostruzione da parte degli investigatori.

L’uomo, in un primo momento alla guida della sua Smart, avrebbe fatto in tempo ad abbandonare l’auto, ma poco lontano, sarebbe stato freddato con diversi colpi. Un delitto eclatante e plateale, commesso intorno alle 17,30, alla luce del giorno, quasi per dare una lezione. Chi ha sparato, da chiarire se uno o due individui, ha ignorato il nipote. Diversi i bossoli rinvenuti sulla scena del delitto. Certamente usata un’arma automatica. Da verificare se ne sia stata utilizzata una seconda, a tamburo.

Visti i precedenti, le indagini si indirizzano verso un’esecuzione di stampo mafioso, non escludendo un possibile avvio di una guerra all’interno della famiglia di Porta Nuova.

Sul posto anche i Pm della procura antimafia, il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Caterina Malagoli, la sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile e il Nucleo investigativo dei carabinieri. In via Dell’Emiro si sono recati anche i parenti della vittima, tra scene di disperazione e rabbia. A farne le spese sarebbe stato un fotografo bloccato e picchiato.

(Credit: AGI)