Iraq, niente messa domenicale a Mosul: è la prima volta in 1600 anni

Quasi l’intera comunità cristiana ha lasciato la città in seguito all’attacco dei miliziani dell’Isis. Appello di monsignor Syroub: “Abbiamo bisogno di un piano di emergenza”

Ll’arcivescovo caldeo di Erbil, Bashar Matti Warda
Ll’arcivescovo caldeo di Erbil, Bashar Matti Warda

Per la prima volta in 1600 anni il 15 giugno a Mosul non è stata celebrata la messa domenicale“. Lo ha detto, citato sul sito della fondazione ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’ (Acs), l’arcivescovo caldeo di Erbil, Bashar Matti Warda, parlando dal nord dell’Iraq dove avanzano i jihadisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil).

Qui anche l’appello di monsignor Saad Syroub, vescovo ausiliare caldeo giunto a Erbil per partecipare all’annuale assise della Chiesa caldea, iniziata mercoledì nonostante l’avanzata dell’Isil. “Abbiamo bisogno di un piano di emergenza – sottolinea Syroub – L’attacco dell’Isil si tradurrà nella partenza di altri cristiani dall’Iraq“.

Monsignor Syroub ha poi riferito che negli ultimi anni Bagdad ha perso oltre il 75% dei propri cristiani “e con la paura dell’ingresso dei miliziani in città, nelle scorse domeniche il numero dei fedeli a messa è ulteriormente diminuito“.

L’esodo non è limitato alla capitale: se nel censimento del 1987 la minoranza cristiana contava circa un milione e 400mila fedeli, le stime odierne non superano le 300mila persone. Un numero che l’arrivo dei jihadisti ridurrà ulteriormente’’. Quasi l’intera comunità cristiana ha lasciato Mosul in seguito all’attacco dei miliziani dell’Isis.

Nella notte tra il 9 e il 10 giugno oltre 500mila abitanti hanno cercato rifugio nella vicina piana delle Ninive, dove la Chiesa locale ha assistito i profughi, trovando loro alloggio nelle scuole e nelle case abbandonate. Stando a quanto dichiarato ad Acs dall’arcivescovo caldeo di Mosul, monsignor Emil Shimoun Nona, le famiglie di rifugiati nell’area sarebbero almeno mille.

(Adnkronos)