Libano e Siria, i jihadisti attaccano truppe dell’ONU. Decapitato soldato libanese
Damasco – I jihadisti siriani della Brigata al-Nusra hanno lanciato un attacco diretto contro il contingente di 75 peacekeeper filippini, bloccati dal gruppo islamico sulle alture del Golan sotto il controllo di Damasco. Lo ha annunciato Voltaire Gazmin, ministro della Difesa di Manila, che però non ha dato conto di eventuali vittime. Nel contingente vi è anche un sacerdote cattolico, cappellano militare.
L’attacco sarebbe iniziato alcune ore fa. Oltre ai militari filippini – che sono nell’area all’interno di un mandato Onu (UNDOF, United Nations Disengagement Observer Force), e quindi senza la possibilità di aprire il fuoco se non sotto minaccia diretta – i ribelli siriani hanno preso in ostaggio un gruppo di 44 soldati delle Fiji, anche loro “caschi blu” delle Nazioni Unite.
Secondo monsignor Leopoldo S. Tumulak, vescovo e Ordinario militare delle Filippine, fra le truppe sotto attacco vi è anche un sacerdote, inviato nell’area per prendersi cura delle necessità spirituali dei peacekeeper. Il presule non ha voluto rivelare il nome del religioso, probabilmente per evitare possibili ritorsioni immediate contro un sacerdote cattolico qualora questi cada nelle mani dei ribelli islamici.
In un messaggio inviato al sito della Conferenza episcopale filippina, monsignor Tumulak ha invitato tutti i filippini a “pregare per la salvezza di questi nostri fratelli, operatori di pace”.
IL SOLDATO LIBANESE ASSASSINATO DAI JIHADISTI DELL’ISIL – Intanto i jihadisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante hanno pubblicato il filmato della decapitazione di uno dei 19 soldati libanesi presi in ostaggio nei giorni scorsi, nel corso di un blitz ad Arsal, città libanese sul confine con la Siria.
Nel video postato sul web si vede il soldato, identificato come Ali al-Sayyed, bendato e con le mani legate dietro la schiena, che si contorce e scalcia, mentre un miliziano dell’IS annuncia la sua uccisione. Poco dopo, un altro jihadista lo decapita.
Alcune ore dopo il primo video, ne è stato postato un secondo che mostra altri nove soldati libanesi che implorano di essere risparmiati e chiedono ai familiari di manifestare per le strade delle loro città per chiedere la liberazione dei detenuti dell’IS in cambio del loro rilascio.
(AsiaNews, Adnkronos)