Un’Alleanza Globale per la Libertà contro i jihadisti. Espellere i potenziali terroristi dall’Europa, senza riguardi
Amnesty International ha denunciato: “nel nord dell’Iraq pulizia etnica di dimensioni storiche”. Citando le testimonianze dei sopravvissuti – “da far rizzare i capelli” – AI ha accusato i jihadisti di “crimini di guerra, tra cui uccisioni sommarie di massa e rapimenti”. Ma per il ministro Mogherini è importante sottolineare che non c’è uno “scontro di civiltà”: infatti, c’è la barbarie contro l’Umanità. Serve blindare la sicurezza sociale ed eliminare ogni pericolo di infiltrazione
La decapitazione di James Foley, poi quella di quattro presunte spie al servizio del Mossad in Sinai (in realtà precedente a quella del giornalista americano). Ancora decapitazioni di soldati, oggi quella di un altro giornalista americano – Steven Sotloff – sgozzato come un agnello sull’altare dell’ignominia. Le milizie jihadiste stanno ripercorrendo la storia delle incursioni islamiche nel Sud Europa: se ne era persa memoria, in chi studia la storia a-spizzichi-e-bocconi, piegandola alle esigenze ideologiche, più che alla sete di conoscenza e alla preparazione.
A differenza dei secoli passati, oggi con la globalizzazione tecnologica e internet si vede tutto in tempo reale, con costi decrescenti e, per questo, sempre più democratici. All’evidenza non si può che opporre la riflessione e la denuncia.
Lunedì il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha accusato i jihadisti di compiere ”atti disumani in proporzioni inimmaginabili”. Ieri, martedì 2 settembre, è arrivata la denuncia di Amnesty International, che parla senza mezzi termini di “pulizia etnica sistematica di dimensioni storiche” nel nord dell’Iraq. Un giudizio che si fonda su testimonianze orripilanti dei sopravvissuti ai massacri, “da far rizzare i capelli”, che hanno portato l’organizzazione ad accusare i jihadisti di “crimini di guerra, compresi omicidi di massa sommari e rapimenti”. “I massacri e i rapimenti condotti dallo Stato islamico forniscono prove della pulizia etnica contro le minoranze in corso nel nord dell’Iraq”, ha denunciato Donatella Rovera, alto consigliere per la gestione delle crisi di Amnesty International.
Termini che fanno pensare a ripetuti, consistenti e provati crimini contro l’Umanità. Accuse che farebbero vacillare i più efferati criminali, cui però restasse un briciolo di razionalità. Ma questi atti sono compiuti – per codesti individui – per volere di Dio. Un atto insensato che ci porta tutti – d’ogni fede e credo – dritti nel buio della ragione, a soli 70 anni dalla barbarie nazista.
Dunque, una barbarie nuova e antica allo stesso tempo che dovrebbe imporre alle potenze mondiali e agli Stati guidati da governanti illuminati di unirsi in una Santa Alleanza Laica per la libertà. È chiaro che le persecuzioni dell’ISIL sono anzitutto dirette verso i musulmani che non si piegano al fondamentalismo jihadista, considerati apostati e contrari all’islam; poi contro cristiani, gli ebrei e i fedeli di altre confessioni religiose, considerati infedeli tout court.
Il pericolo è talmente grave da imporre a tutta Europa scelte gravi, alla stregua di quelle prese ieri dalla Gran Bretagna. Serve espellere tutti i potenziali jihadisti dall’Europa, senza riguardi e con una mobilitazione generale delle forze di polizia. E serve che le forze di polizia abbiano il sostegno della cittadinanza, senza il cui contributo non si può realizzare il massimo livello di sicurezza.
Questo produrrà scontri con la sinistra becera e pacifinta: ma è un rischio che va corso, perché avere i nemici della libertà in casa è un pericolo ancora più grave.
Ieri Federica Mogherini, ministra degli Esteri italiana, ha sostenuto che con i jihadisti dell’ISIL “bisogna cercare di evitare la narrativa dello scontro di civiltà e di religione”, poiché questo sarebbe “nel loro interesse ma non nel nostro”.
È vero, ministra Mogherini, non c’è uno scontro di civiltà: c’è lo scontro tra la barbarie e l’Umanità.
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