Intesa parziale tra Renzi e Berlusconi. Permangono distanze sulla legge elettorale

Dissonanze soprattutto su soglia di sbarramento e premio di maggioranza. Pd-Fi garantiscono che il ‘Patto Nazarenò è solido, deadline riforme entro gennaio 2015. Nessun voto anticipato, la legislatura andrà avanti fino al 2018. Nella nota congiunta si legge che “le differenze registrate sulla soglia minima di ingresso e sulla attribuzione del premio di maggioranza alla lista, anziche’ alla coalizione, non impediscono di considerare positivo il lavoro fin qui svolto”

Renzi dal vivo e Berlusconi sul maxischermo di 'Porta a Porta' (Foto AdnKronos)
Renzi dal vivo e Berlusconi sul maxischermo di ‘Porta a Porta’ (Foto AdnKronos)

Roma – Doveva essere risolutivo e invece l’incontro di un’ora e mezza a Palazzo Chigi tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si è chiuso con un accordo parziale.

Sì all’innalzamento al 40% della soglia per l’accesso al premio di maggioranza e introduzione del sistema di voto con le preferenze, ma con la formula del capolista bloccato in 100 colleghi. Il bicchiere mezzo vuoto è invece rappresentato dalla soglia di sbarramento e sull’attribuzione del premio di maggioranza alla lista, anziché alla coalizione, sui quali le distanze rimangono invariate.

Il comunicato congiunto Pd-Fi tuttavia rimarca i punti di vicinanza. “L’Italia – vi si legge – ha bisogno di un sistema istituzionale che garantisca governabilità, un vincitore certo la sera delle elezioni, il superamento del bicameralismo perfetto e il rispetto tra forze politiche che si confrontino in modo civile, senza odio di parte. Queste sono le ragioni per cui Pd e Fi hanno condiviso un percorso difficile, ma significativo, a partire dal 18 gennaio scorso con l’incontro del Nazareno”.

“L’impianto di questo accordo è oggi più solido che mai, rafforzato dalla comune volontà di alzare al 40% la soglia dell’Italicum, e dall’introduzione delle preferenze dopo il capolista bloccato nei 100 collegi. Le differenze registrate sulla soglia minima di ingresso e sulla attribuzione del premio di maggioranza alla lista, anziche’ alla coalizione, non impediscono di considerare positivo il lavoro fin qui svolto e di concludere i lavori in aula al Senato dell’Italicum entro dicembre e della riforma costituzionale entro gennaio 2015″.

Renzi e Berlusconi ribadiscono che non ci sarà un voto anticipato. “La legislatura che dovrà proseguire fino alla scadenza naturale del 2018 costituisce una grande opportunità per modernizzare l’Italia. Anche su fronti opposti, maggioranza e opposizioni potranno lavorare insieme nell’interesse del Paese e nel rispetto condiviso di tutte istituzioni”. A qualche osservatore, il comunicato finale, è un modo per continuare a tenere in piedi il Patto del Nazareno a rinsaldare l’asse Renzi-Berlusconi in vista della futura elezione del presidente della Repubblica.

DIREZIONE PD – “Siamo nel momento più delicato della legislatura perché stanno venendo al pettine tutti insieme – ed è frutto della scelta che abbiamo fatto – i principali nodi di decisione politica. E vengono insieme al pettine in un momento rilevante per la politica internazionale”, ha detto Renzi alla direzione Pd, convocata in serata. “Non ho bisogno mandato direzione”, ha ribadito.

Per stabilire una linea comune, la sinistra Pd aveva convocato una riunione pre-direzione cui hanno preso parte, tra gli altri, Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani, Maurizio Martina e Nico Stumpo.

Durante la riunione, Renzi ha affermato che occorre “calibrare con attenzione i passaggi del calendario politico”, visto che “è ricco di occasioni ma anche di difficoltà”. “È evidente a tutti – ha sottolineato – che nessuno considera la legge elettorale il principale problema con cui gli italiani vanno a dormire e con cui si svegliano. Ma è il pin del telefonino, la password del pc per dire che si fanno le cose sul serio“, ha aggiunto Renzi nelle vesti di segretario del PD.

Poi, come anticipato, Renzi ha affermato di ritenere superlfuo “un mandato esplicito della direzione” sulle modifiche alla legge elettorale, “perché credo che la legge che sta emergendo garantisce a mio giudizio tutti gli obiettivi che ci eravamo dati” dice sempre Renzi. “Ho deciso di tornare in direzione” dopo l’incontro sulla legge elettorale “perché tutti i passaggi li abbiamo fatti in direzione, indipendentemente che stasera si decida di ratificare la mia relazione con un voto o meno. Se non votiamo non cambia niente perché la direttrice di lavoro è esattamente nel solco dei mandati avuti”.

“In queste ultime ore si è registrato un elemento di novità importante – ha sottolineato – il tentativo di concludere rapidamente il percorso della legge elettorale portando tutte le forze firmatarie del patto del Nazareno ad accettare una calendarizzazione che definire accelerata vien da ridere visto che si è bloccati su questo da un anno, ma che è un elemento importante da sottolineare”, ha evidenziato Renzi.

L’Italicum – per Renzi – è “un passo storico in linea con la storia del Pd perchè si definisce un vincitore, una lista vincitrice. In questo modo diventiamo istituzionalmente un partito comunità che non solo punta alla maggioranza del paese ma maggioranza e minoranza trovano un modo di rispettarsi e stare insieme e indipendentemente dal concetto di disciplina interna”.

Sulla legge elettorale “si è trattato di stringere”: con Forza Italia “siamo d’accordo che se in sede di voto non su tutto saremo d’accordo, andremo comunque avanti consapevoli che questa legge elettorale consente governabilità e rappresentanza”. “Sul tema del premio di maggioranza alla lista – invece – c’è qualche perplessità di Forza Italia che rispettiamo”.

“Io mi sono mosso sulla linea del mandato ricevuto e credo che sia stato fatto un passo avanti anche rispetto alle voci meno favorevoli. Non riconoscerlo è possibile, ma difficile. E credo che ora bisogna stringere e chiudere”, ha concluso il presidente del Consiglio sotto il cappello di segretario del partito che ha vinto le elezioni (ma neanche per niente, ma tant’è…). 

LAVORI DEL SENATO – Intanto al Senato è stata definita la tabella di marcia della riforma. Il primo appuntamento è per martedì 18 alle 15, con la relazione della presidente della Affari Costituzionalie relatrice del testo, Anna Finocchiaro. Seguiranno, mercoledì e giovedì, le audizioni sotto forma di indagine conoscitiva, degli ex presidenti della Consulta Gaetano Silvestri e Giuseppe Tesauro, che serviranno a “sciogliere alcuni nodi”.

(Agenzie)