Lo smarcamento dei grillini è un addio al “modello Sicilia” o al “modello Crocetta”?

Siragusa e Cancellieri (M5S): “Al governatore piace il modello Pd-Pdl. Non abbiamo accolto bene la bocciatura dei nostri emendamenti”. Crocetta glissa: “Per me il dialogo è sempre aperto”

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Palermo – È addio al ‘Modello Sicilia‘, tanto decantato da Beppe Grillo? Sembrerebbe di sì, dopo la rottura tra i quindici deputati del Movimento 5 Stelle e il governatore siciliano, Rosario Crocetta, annunciata da uno dei “cittadini” deputati all’ARS, Salvatore Siragusa. “Non parliamo di rottura perché in realtà non siamo mai stati legati a Crocetta– ha puntualizzato all’AdnKronos – ma certamente abbiamo constatato che più che il ‘modello Sicilia’ a Crocetta piace il ‘modello Pd-Pdl’, insomma il modello dell’inciucio“.

Paradossalmente, i grillini sono saltati su tutte le furie dopo aver visto (e alcuni forse anche assistito a distanza) al siparietto tra Rosario Crocetta e il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, a Montecitorio durante le elezioni del presidente della Repubblica. “Effettivamente – ha ammesso Siragusa – quella foto ci ha colpiti. È la conferma di quanto pensavamo. Noi, comunque, continueremo a fare quello che facevamo prima – ha precisato il deputato grillino – cioè approviamo solo quei provvedimenti che ci convincono. E basta”.

In realtà la questione è più complessa, perché la rottura tra i grillini e Crocetta si è consumata pian piano, fin dall’approvazione della legge sulla doppia preferenza di genere, quando il M5S votò contro il disegno di legge portato in aula dal Presidente della Regione, che poi fu approvato grazie alla convergenza del PDL, ma non dai grillini, secondo i quali con la doppia preferenza di genere c’era il rischio di “inquinamento del voto”. Un rilievo che non manca di fondamento, per la verità. Successivamente, Crocetta aveva affermato di “provare disprezzo” per le parole di Grillo su un supposto “golpe” con cui sarebbe stato eletto Giorgio Napolitano.

E ancora, i grillini non hanno gradito la bocciatura tout court, senza discussione, degli emendamenti al bilancio. Lo ha ammesso Giancarlo Cancellieri, capogruppo del M5S all’ARS: non abbiamo accolto bene la bocciatura totale dei nostri emendamenti al bilancio da parte dell’assessore Bianchi. Noi non siamo in Parlamento per passare il tempo a giocare, ma siamo qui per lavorare per il bene della Sicilia”.

“Partecipiamo alle commissioni con spirito critico – ha detto ancora Cancelleri – abbiamo chiesto con gli emendamenti anche delle cose importanti. Il Governo avrebbe dovuto spiegare perché ha bocciato in blocco tutti i nostri emendamenti”. Escluso l’ostruzionismo, ma non assicurata la “tenerezza”: “Ci saranno momenti di acredine tra noi e Crocetta, ma noi non cambieremo il nostro modo di agire. Perché noi chiediamo solo il bene della Sicilia” ha chiuso la questione Cancellieri.

Non si sono fatte attendere le parole di Crocetta, caduto dal pero as usual: “Sono veramente dispiaciuto per le affermazioni del Movimento 5 stelle rispetto a presunte rotture con loro – ha precisato il presidente della Regione Siciliana – Il dialogo per me è sempre aperto, con loro e con tutti i gruppi parlamentari, un dialogo sui fatti, sui contenuti, sui valori e sull’obiettivo comune di fare rinascere la Sicilia e farla uscire dalla situazione drammatica che vive”.

Crocetta ha poi individuato i temi su cui tutti devono essere d’accordo: “Bisogna dare risposte ai giovani, ai poveri, ai disoccupati. Su questo il confronto rimane aperto e spero in questi giorni di di incontrare loro così come gli altri gruppi parlamentari, affinché il rapporto con il Parlamento tutto si impronti all’insegna della Sicilia e del popolo siciliano”. Un modo come dire che il “modello Sicilia” non è mai esistito, ma è esistito da sempre un ‘metodo Crocetta’, fondato sul divide et impera. Se ne stanno vedendo solo i primi sviluppi, che coinvolgono anche le false opposizioni, pronte a cogliere la palla al balzo. L’occasione fa il partito ingordo.

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