La Camera vuota, il ministro della difesa e la retorica strumentale: se la democrazia è ammalata di “visibilite”
Eccitare la reazione popolare istintiva è proprio di una classe dirigente che non sa governare e spera di sviare l’attenzione dei cittadini con il fumo della polemica (sterile)
Ieri alla Camera dei Deputati è andato in scena un episodio della “commedia dell’assurdo”. Il riferimento alla corrente drammaturgica denominata nel 1961 da Martin Esslin, critico, giornalista e drammaturgo britannico nato in Ungheria, non sembri azzardato. Una concatenazione di eventi slegati dalla tragicità del momento, una polemica inutile innescata da un ministro – come quello della Difesa – che per sua propria natura dovrebbe essere portato al silenzio (nel senso di equilibrio, non di omertà), quanto meno per adeguarsi al silenzio dei militari di cui coordina l’azione.
Invece, Mario Mauro nella “Informativa urgente del Governo sul grave attentato in Afghanistan che ha causato la morte del capitano Giuseppe La Rosa nonché il ferimento di altri tre militari italiani” (disponibile, anche in video, qui) ha ritenuto opportuno fare una considerazione introduttiva.
«Signor Presidente, questa informativa avviene su richiesta formalizzata nella giornata di ieri, durante la Conferenza dei presidenti di gruppo, da molti gruppi presenti in Parlamento e si aggiunge al già previsto incontro delle quattro Commissioni Affari esteri e Difesa che verte sull’aspetto delle missioni internazionali e che verrà svolto nel pomeriggio nel rapporto con il Governo attraverso il sottoscritto e il Ministro Bonino. Questa informativa è, quindi, stata richiesta per sottolineare l’indispensabilità, a fronte dei gravissimi fatti di cui parliamo, di una presa di coscienza da parte del Parlamento nella sua integrità. Ringrazio, pertanto, di cuore, i deputati che sono presenti e che potranno interloquire con il Governo per andare a fondo di questo gravissimo episodio. Ma – ad un certo punto sottolineava il ministro della Difesa – mi consenta, signor Presidente (Laura Boldrini in quel momento presiedeva l’assemblea, ndr), di non poter non sottolineare l’amarezza e l’amarezza profonda, a fronte di quello che è accaduto, nel vedere quest’Aula vuota» concludeva Mauro.
Alle 9.45 Laura Boldrini lasciava la presidenza dell’assemblea al vicepresidente Roberto Giachetti, il quale concludeva l’informativa del Governo con un chiaro richiamo alla realtà. «Vorrei semplicemente dire a lei e informare anche un po’ tutti che ci sono alcune Commissioni riunite, perché nella mattina erano previste articolazioni della Camera anche in altro modo – chiariva Giachetti – quindi sono considerazioni che ovviamente ognuno può fare, però teniamo conto anche di come è complesso il lavoro della Camera. Quindi – concludeva il vicepresidente della Camera – alcuni deputati stanno lavorando nelle Commissioni, perché i lavori proseguono». Significativo della diffusa abitudine di trasformare l’aula del ramo basso del Parlamento in luogo informale di riunione, il successivo richiamo a un deputato del PD, il conte-marchese Luca Lotti da Empoli: «volevo anche informare l’onorevole Lotti che ci sono molti scranni, uno per ciascuno, e quindi se fosse possibile sedersi sullo scranno, anziché sulle scale, sarebbe meglio» richiamava Giacchetti. E così sia…
Discussione finita? Manco per niente, perché non può essere abbandonata la scorciatoia di suscitare sdegno nell’opinione pubblica sull’ipotetico sgarbo dei parlamentari alla memoria del Maggiore Giuseppe La Rosa, bersagliere dell’8° Reggimento, perito in Afghanistan in modo eroico, avendo fatto scudo con il proprio corpo e così salvato la vita dei commilitoni presenti all’interno del blindato Lince su cui viaggiavano.
Come riferisce BlogSicilia nella edizione locale, anche il presidente della provincia di Messina, Carmelo Torre (nella foto a sinistra), ha denunciato l’episodio. «La Camera deserta, come mostrano le foto pubblicate dai giornali è uno spettacolo raggelante – ha affermato Torre in un comunicato stampa pubblicato dalla testata siciliana – soprattutto in considerazione delle ragioni per cui era stata riunita. Dire che sono indignato è un eufemismo e le motivazioni addotte dal Presidente Laura Boldrini, secondo cui la diserzione in massa dei deputati è dipesa dai concomitanti lavori delle commissioni, è solo una toppa che peggiora i danni generati da uno strappo ingiustificabile. I lavori delle commissioni posso anche sospendersi per mezzora di fronte a una vicenda di tale portata». Insomma, l’occasione è ghiotta per catturare la simpatia politica dei concittadini di Barcellona Pozzo di Gotto, lasciarsela sfuggire sarebbe stato un sacrilegio.
Ora, a parte l’errore macroscopico sulla citazione, perché la presidenza dell’assemblea della Camera era stata assunta dal vicepresidente Roberto Giachetti, come si può verificare leggendo il resoconto stenografico (ma lo stesso errore è stato compiuto dal Corriere della Sera, che attribuiva alla Boldrini la corretta precisazione di Giachetti); va detto con chiarezza che il calendario dei lavori dei rami del Parlamento non è come l’ordine del giorno del “bar dello sport”, modificabile a piacimento. Tranne oggettive emergenze, tra cui non rientra sicuramente l’informativa del governo al corpo legislativo della Repubblica su un fatto peraltro di pubblico dominio.
Questo non significa sminuire la figura eroica del Maggiore Giuseppe La Rosa, eroe siciliano della Libertà e innamorato del proprio ruolo di ufficiale superiore tanto da mettere in gioco la propria vita per proteggere quella dei suoi sottoposti. Ce ne fossero in Parlamento di persone con analogo sprezzo del pericolo e spirito di servizio.
Ma la critica alla politica non può passare attraverso la demagogia, strumentale al piccolo cabotaggio, alla polemica lanciata a futura memoria (indignazione da incassare a fini elettorali prossimi venturi), prendendo a pretesto una vicenda dolorosa e la vita esemplare di un servitore dello Stato che non merita di essere sfruttata a uso partitocratico.
Abbiamo l’impressione che Mario Mauro ieri – e Carmelo Torre oggi – abbiano perso una buona occasione per tacere, perché il silenzio è forse un modo più degno per onorare il sacrificio supremo del Maggiore La Rosa, al quale non è difficile immaginare sia attribuita la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Onorificenza che, lo diciamo con il massimo della commozione e dell’affetto per le Forze Armate, avremmo preferito non si dovesse attribuire.
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