Festino di Santa Rosalia: più pop che sacro

A Palermo è andato di scena il 389° Festino di Santa Rosalia. Tanta la gente che si è riversata sulle strade del capoluogo siciliano. Il segretario dell’Arcivescovo contro il Comune: “Sbagliato proiettare l’ideologia omessualista sul portico della Cattedrale”.

Cattedrale Festino

Ieri, a Palermo, Santa Rosalia è stata festeggiata per la 389esima volta. Patrona del capoluogo siciliano, secondo la credenza la Santuzza avrebbe liberato nel lontano 1623 la città dal terribile morbo della peste.

Da allora Rosalia non si tocca. Ed ogni anno va festeggiata, portata in trionfo su un carro dalla Cattedrale al Foro Italico, percorrendo per intero corso Vittorio Emanuele, una delle strade più importanti e storiche della città.

Ed il Festino è come il Festival di Sanremo. I palermitani, infatti, si dividono in due schieramenti: c’è a chi lo spettacolo ‘sobrio’ e ‘partecipato’ è piaciuto – costato “solo” 490 mila euro – e a chi è dispiaciuto perché troppo ‘scarno’ e ‘noioso’.

Tra l’altro, mai come quest’anno, il Festino è stato più profano che sacro, a cominciare dalla musica suonata dall’orchestra di fiati e percussioni del Conservatorio “Vincenzo Bellini”. Tra i brani eseguiti, infatti, anche il Gagnam Style del coreano Psy. I bambini, inoltre, sono stati i veri protagonisti della “processione“, individuazione concreta del “futuro“, anche perché il passato è quello che è ed il presente fa a pugni con la speranza. Il sindaco Leoluca Orlando, infatti, dopo aver gridato sul carro, a più riprese, la tradizionale frase: “Viva Palermo e Santa Rosalia“, ha donato la fascia di primo cittadino ad uno dei piccoli partecipanti al corteo.

E non è mancata neanche la polemica, accesa da don Fabrizio Moscato, segretario dell’arcivescovo di Palermo, su Facebook: “Vergogna! Stiamo toccando il fondo! L’ideologia omosessualista proiettata sul nobile portico meridionale della Cattedrale di Palermo in occasione del Festino della Patrona Rosalia! I simboli del gay pride e delle unioni omosessuali accostati ad un neonato… Il carro fatto passate a Porta Felice da un cancello con motivi orgiastici… Ma chi può convincermi che è tutto normale? Ma chi può avere argomenti che difendano un vero e proprio insulto alla nobiltà della fede che la Santuzza ed anche la Cattedrale rappresenta? Chi può dirmi che non si tratti di sudicia provocazione? Questo è il futuro visto con lo sguardo dei bambini? No! Questa è strumentalizzazione dei bambini! Questo è un futuro IMPOSTO ai bambini da minoranze che hanno uno sguardo falso e deviato… L’unica paura è per i più piccoli che ci guardano“. Casus belli la proiezione sulla facciata della Cattedrale del simbolo del Palermo Pride, la manifestazione in difesa dei diritti omosessuali, che si è svolta il 22 giugno scorso.

La risposta del Comune – come si legge su LiveSicilia – non s’è fatta attendere: “Nessuna provocazione, era un video sui diritti“, ha affermato Francesco Giambrone, assessore alla Cultura, aggiungendo che “il video è stato proiettato sulla Cattedrale semplicemente perché era l’unico luogo su cui si potevano fare proiezioni. Forse sarebbe stato meglio proiettarlo in altre parti“.

Difesa, comunque, che appare debole, perché il Festino di Santa Rosalia – nonostante la calia, la semenza, i babbaluci e i fuochi d’artificio alla Marina – dovrebbe pur sempre essere una celebrazione a sfondo religioso.

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Walter Giannò

Blogger dal 2003, giornalista pubblicista, ha scritto su diverse piattaforme: Tiscali, Il Cannocchiale, Splinder, Blogger, Tumblr, WordPress, e chi più ne ha più ne metta. Ha coordinato (e avviato) urban blog e quotidiani online. Ha scritto due libri: un romanzo ed una raccolta di poesie. Ha condotto due trasmissioni televisive sul calcio ed ha curato la comunicazione sul web di un movimento politico di Palermo durante le elezioni amministrative del maggio 2012. Si occupa di politica regionale ed internet.