Ultime Interrogazioni di fine stagione: escamotage tecnici scopiazzi e originalità.
Penultima sessione d’esame sul circuito di Austin: vedremo chi ha studiato bene, a parte quel secchione di Vettel. Promossi, rimandati e bocciati tra gli “studenti” in concorso. Di fronte c’è un inverno di studio intenso e riparatorio…
Da oggi un solo weekend separa i team di Formula 1 dalla campanella di fine Mondiale F1 2013. La FIA per le vacanze invernali non ha mancato di “imporre” i dettami secondo cui sviluppare la monoposto 2014. Secondo il nuovo regolamento, non si potrà sviluppare la monoposto (inserendo o rimuovendo nuovi componenti) durante le quattro sessioni di test da svolgere nel corso della stagione, approvate per il campionato 2014. Una restrizione che comporta una conseguenza diretta: i team dovranno presentare la vettura in pista con i nuovi componenti già installati, senza poter valutare durante le sessioni di test migliorie o paragoni fra diverse configurazioni.
Per questo motivo diversi team utilizzano le ultime gare del 2013 come sessioni di test, senza rinunciare alla massima resa della monoposto nella gara corrente.
La Red Bull non ha apportato alcun cambiamento aerodinamico, ma sperimenta sui cerchi il Polysil (solido amorfo assimilabile a vetro liquido, con pigmento nero opacizzante, utilizzato per migliorare la conducibilità termica) con l’intento rendere più veloce il riscaldamento dei cerchi e mantenerne costante la distribuzione termica. La Mercedes sperimenta nuove vernici, per studiare l’effetto sui flussi aerodinamici. La Williams e la Sauber hanno modificato gli scarichi ottenendo così prestazioni sorprendenti (Valtteri Bottas nono, Nico Hülkenberg quarto), ma senza apportare novità sostanziali, bensì riproponendo soluzioni del 2012.
La Lotus correrà con entrambe le monoposto adeguate alla pista texana, ma già modificate in prospettiva 2014, con il passo lungo (interasse più lungo di 10 centimetri), la configurazione preferita da Roman Grosjean e con sfogo d’aria aperto in prossimità dell’attacco superiore della sospensione posteriore. Sulla Ferrari si legge ovunque di “monkey seat”, “ala anteriore con upper flap”, “deflettore laterale a ponte” (l’abbiamo scritto pure noi): solo a pronunciarli bisognerebbe iscriversi a un corso di formazione universitaria, con assistente personale…
Il Circuito delle Americhe richiede maggior carico aerodinamico: questo il fine del monkey seat e fa il suo debutto sulla vettura di Maranello nel GP di Bahrain 2012. È un’appendice aerodinamica molto piccola installata sul supporto inferiore dell’ala posteriore, con lo scopo di indirizzare il calore migliorando l’interazione dell’aria calda che va dal cofano verso l’alettone posteriore. Il monkey seat nelle parte finale delle prove libere è stata eliminata dalla F138 di Alonso.
L’alettone anteriore ha lo scopo di generare carico aerodinamico e anche di gestire i flussi dell’aria per indirizzarne lo scorrimento lungo il corpo della monoposto e minimizzare le resistenze all’avanzamento, diminuendo la quantità di aria che impatta sul battistrada. Questo lo scopo dell’ala anteriore: quella montata sulla vettura di Massa è quella del GP di Singapore, sulla monoposto di Alonso si è sperimentata l’ala anteriore con due soffiature sulla parte superiore (upper flap), una soluzione ispirata alla Red Bull.
Infine, il deflettore laterale a ponte – utilizzato solo ad Abu Dhabi – ha lo scopo indirizzare il flusso delle fiancare verso la parte finale. La portanza diminuisce grazie alla struttura particolare a “P” che appiattisce il flusso, ottenendo un’aderenza maggiore al corpo vettura nella zona laterale. Un altro effetto è di stabilizzare la monoposto in caso di raffiche di vento laterali.
Una soluzione usata nelle sessioni di libere, ma poi eliminata in entrambe le vetture per le qualifiche. Vedremo quanto la “cura Allison” in Ferrari – con i suoi monta-e-smonta – riuscirà a rinvigorire le speranze per il secondo posto nella classifica costruttori.
Non resta che aspettare le 20 per la sessione d’esame: tutti in griglia di partenza pronti per le interrogazioni! Scrutini dopo 56 giri…
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L’analisi Pirelli del circuito di Austin a cura di Mario Isola