Cheese! Anche in Italia è #museumselfie!!! Ma solo per un giorno…

Oggi i profili social del MiBACT sono pronti per essere inondati di fotografie di opere d’arte dell’intera penisola, ma l’iniziativa sarà assecondata solo oggi. Tranne che la forza della condivisioni non superi le incrostazioni ministeriali…

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Anche il MiBACT aderisce all’iniziativa #Museumselfie prevista per oggi, 22 gennaio, consentendo ai partecipanti di fotografarsi all’interno dei musei statali insieme a un’opera e di postare il tutto sui profili Facebook e Twitter del Ministero.

L’idea è stata lanciata dal gruppo Culture Themes – un network internazionale di professionisti del settore museale – che ha deciso di usare la pratica virale del selfie – personale o di gruppo – per favorire l’avvicinamento del grande pubblico ai beni artistici. Attraverso infatti un linguaggio comune – soprattutto in uso tra i più giovani – durante la giornata dei selfies museali si potranno comunicare a tutto il mondo le immagini di opere note e meno note favorendo la conoscenza e, soprattutto, la ri-appropriazione di spazi culturali, spesso poco vissuti.

La potenza dei social network e della condivisione a livello globale è già stata dimostrata dalla proposta del giovane Adrian – a cui l’evento del 22 gennaio si ispira – che ha raccolto all’interno del social Pinterest più di 703 seguaci interessati ai divertenti autoscatti di “illustri” sconosciuti insieme al tricheco della collezione dell’Horniman Museum and Gardens di Londra, acquisito nel 1893. Una idea che da subito si è trasformata in moda spingendo curiosi e visitatori a fotografarsi con il walrus e a diffondere il proprio scatto sulla rete, intercettando milioni di utenti e creando un effetto ad onda.

Sebbene alcuni scettici possano non considerare importante l’uso dei social network per la conoscenza del patrimonio culturale, il ministero dei Beni Culturali ci dimostra che, invece, questi potrebbero essere un’opportunità – a costo zero tra l’altro – per rilanciare il fascino dei beni artistici soprattutto fra i più giovani e all’interno di quelle realtà periferiche, spesso non conosciute dal grande pubblico e dagli stessi abitanti del luogo.

Creare un interesse quotidiano verso le opere d’arte all’interno dei musei, permettere attraverso una fotografia di osservare un dettaglio o una forma mai vista, indurre il visitatore a scegliere il giusto soggetto per mostrarsi alla rete – e quindi al potenziale pubblico – possono divenire strumenti volti a stimolare interesse – e se ben guidati – e approfondimento nei confronti di luoghi che, nei casi più comuni, sono spesso considerati noiosi e datati.

Recandosi infatti nel museo di una qualsiasi provincia siciliana, raramente capiterà di trovarsi di fronte a uno spazio fruibile, didattico, intrigante, dotato di tecnologia o di servizi aggiuntivi atti a stimolare la curiosità – per non dire la partecipazione – del visitatore trattato alla stregua di un fruitore passivo.

Non in linea con tutto ciò che accade nel resto d’Europa – pensiamo a Paesi come la Francia o l’Inghilterra – e sempre più lontani dalle aspettative e dai linguaggi dei giovani, i musei rischiano di divenire dei luoghi dimenticati di cui, invece, le nuove generazioni dovranno prendersi cura.

Iniziative come quella che oggi impazzerà sulla rete – e che siamo lieti il MiBACT abbia abbracciato – fanno comprendere come sia possibile concepire in modo nuovo gli spazi museali e la comunicazione dei beni culturali pur mantenendo quel rispetto e quella attenzione che sempre più di rado incontriamo anche all’interno delle “sale dei bottoni”.

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