La Lega annuncia la Rivoluzione d’Ottobre 2! Mese pericoloso… ma questa volta il tema è liberale: sciopero fiscale

Il congresso federale prolunga fino alla fine del 2016 il mandato a Salvini, che annuncia: “aliquota unica al 20 per cento”

Foto dal profilo Facebook della Lega Nord

Padova – Non prendete impegni per ottobre, perché ci sarà una rivoluzione. La Rivoluzione d’Ottobre 2. Si calmino i nostalgici della falce e del martello, la storia si può ripetere, ma commettere gli stessi errori sarebbe da allocchi.

Non è stata frequentata da allocchi Padova, dove domenica si è svolto il Congresso Federale che ha confermato Matteo Salvini segretario del “Carroccio” fino al 15 dicembre 2016. Squadra che vince non si cambia e la Lega è in netta risalita dopo il viaggio nel deserto di alcuni scandali, di alcune malversazioni (e anche di alcune archiviazioni mai pubblicizzate in modo dovuto).

Che la Lega stia rimontando sugli altri partiti del Centro-Destra, ammesso e non concesso che esista ancora un’area politica che non si sia “consegnata” a Matteo Renzi – novello “califfo” della politica italiana – è un dato oggettivo. Anche perché l’altro partito che in teoria dovrebbe guidare l’area dei moderati italiani – Forza Italia – è occupata a risolvere i problemi personali di Berlusconi, ora con il preclare contributo di Francesca Pascale. Chapeau!

Di rivoluzione fiscale non si parla più, forse anche per non suscitare una bordata di fischi modello curva-sud. Quindi oggi al neo-riconfermato segretario della Lega Nord non restava che prendere l’ideale testimone non-passato da Berlusconi: abbandonato nella panchina di un parco alla mercé di spacciatori, nullafacenti, immigrati senza una prospettiva fornita da una società in difficoltà per i propri cittadini, figurarsi se in grado di dare una prospettiva ad altri.

Quindi, la Rivoluzione d’Ottobre prossima ventura è il tema del giorno. “Oggi lanciamo una rivoluzione fiscale che, in ottobre, spero porti in piazza milioni di italiani: proporremo un’aliquota fiscale secca al 20 per cento uguale per tutti, dal Nord al Sud, per ricchi e poveri. La nostra scommessa è – ha affermato Salvini – quella di far pagare di meno a chi oggi paga troppo e di costringere a pagare chi oggi non lo fa“.

Abbiamo “iniziato un percorso per uno sciopero fiscale“, gli ha fatto eco Luca Zaia, intervenendo durante i lavori del Congresso. “Stiamo lavorando su questo: pensiamo che 600mila imprese debbano pagare prima i lavoratori che gli altri“. Zaia ha invitato la platea a partecipare alle battaglie del movimento. “Spesso il primo nemico della Lega rischia di essere la Lega, ora non ci sono piu’ alibi“, ha affermato.

I 400 delegati della Lega hanno, come detto, confermato Salvini al vertice politico del partito fino al 2016. Un solo voto contrario. In mancanza di proroga, il mandato di Salvini – eletto dal congresso dopo una consultazione ‘stile primarie’ tra i militanti – sarebbe scaduto nell’estate 2015 dopo solo un anno e mezzo, anziché tre, perché l’europarlamentare era subentrato a Roberto Maroni, dimessosi in anticipo per non esercitare contemporaneamente le funzioni di segretario e di “governatore” della Lombardia.

L’assemblea ha approvato anche  il nuovo “Statuto” del partito, che accoglie le modifiche indispensabili a poter accedere ai finanziamenti ai partiti secondo le nuove regole. Ma nessuna modifica è stata introdotta all’articolo in cui si definisce “l’indipendenza della Padania” come “finalità” del movimento.

Chi non condivide l’articolo uno“, ha ammonito Roberto Calderoli, responsabile organizzativo della Lega, “se ne può andare“. Tra le modifiche introdotte l’inserimento della parità della rappresentanza di genere e delle minoranze interne negli organi statutari.

Circa le alleanze politiche, Matteo Salvini ha detto un “no” fermo a Forza Italia. “Chi va a braccetto con Matteo Renzi in Italia e con Angela Merkel in Europa, non va a braccetto con la Lega“. Parlare chiaro è segno d’amicizia, si dice dalle mie parti. Anche se la politica – va sempre ricordato – è l’arte del possibile. Quindi “no” fino a quando non si può dire “sì”. Tuttavia, pur dicendo no alle alleanze “stile ammucchiata”, il segretario del Carroccio ha auspicato che il partito di Silvio Berlusconi “possa ripartire“. Più che altro liberarsi della sindrome di Firenze…


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