L’Italia replica alla Germania con Sandro Gozi: un fante contro il Fuhrer (che però è colpita nel vivo)

Il sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi ha risposto alle osservazioni della cancelliera tedesca, Angela Markel, sulla insufficienza di riforme di Italia e Francia e sulla necessità di nuove misure di austerità. In breve: ma chi ti credi di essere?

20141207-sandro-gozi-655x436


Roma – Ad Angela Merkel risponde Sandro Gozi, il che equivale a schierare un fante (che però ha qualche colpo decisivo in canna) contro la feroce Fuhrer della Germania. Con tutto il rispetto per Gozi, il cui intervento non è peraltro casuale (spieghiamo dopo perché), le affermazioni di Merkel sono gravi per due motivi: il primo perché proiettate al fronte interno, al vertice della CDU che fra due giorni la confermerà “kuita suprema” dei conservatori “teteschi”; il secondo perché Merkel parla con un intollerabile tono ducesco.

Dunque, alle dichiarazioni di Angela Merkel, che oggi ha affidato al quotidiano conservatore Die Welt le critiche a Francia e Italia e le osservazioni sulla insufficienza delle misure intraprese per sfasciare i due Paesi (perché sia chiaro: con la via dell’austerità si uccideranno le due economie di Italia e Francia, come con un’esecuzione capitale), replica il Governo italiano con un sottosegretario: una mossa tattica di Renzi, volta a sminuire il ruolo dell’interlocutore – Angela Merkel – e a giocare sul tavolo della Commissione Europea la partita della politica economica suicida dell’UE.

Come risponde Sandro Gozi alla cancelliera Merkel?

Chiedendo anzitutto “rispetto”. Berlino rispetti Roma, pensi ai propri problemi e dia un “contributo importante” all’Europa, afferma Gozi. “La logica dei compiti a casa è finita“, aggiunge. “Dispiace molto – afferma in una nota il sottosegretario agli Affari Europei – che le riforme avviate dal governo Renzi, che hanno ricevuto un coro internazionale di apprezzamenti, dal Presidente degli Stati Uniti Obama al Fondo Monetario, siano ritenute insufficienti dal Cancelliere tedesco Merkel“.

Oltre la questione dei contenuti – aggiunge Gozi – ce n’è anche una di stile. Non sta ai capi di governo interpretare le opinioni della Commissione europea. Il governo italiano non si è mai permesso di dare pagelle su un Paese membro della Unione e chiediamo lo stesso rispetto alla Germania“. “Nessuno – sottolinea – pensa di bacchettare Berlino o dare lezioni ad altri governi. I tempi e la logica sbagliata dei a compiti a casaa sono dietro di noi: la ragioneria e le pagelle devono finalmente lasciare il posto alla politica“.

Forse la Cancelliera Merkel potrebbe concentrare la sua attenzione sulla domanda interna, sulla mancanza di investimenti o sugli squilibri della bilancia dei pagamenti tedesca. Sarebbe un contributo importante che la Europa aspetta da tempo da parte di Berlino e che sinora non e’ arrivato“, riflette con incisività Gozi, che smette le vesti di chihuahua e si dimostra un labrador dolce ma serenamente deciso. “Noi siamo impegnati in un difficile lavoro di riforma nella interesse della Italia, ma con la convinzione che porterà importanti benefici a tutta la zona euro“, conclude il sottosegretario agli Affari Europei.

Tuttavia, sebbene la mossa tattica di far parlare un esponente di governo di rango inferiore (rispetto sempre all’interlocutore, un capo di governo) sia del tutto indovinata e condivisibile, la mossa strategica da attuare nei confronti di Berlino sarebbe un’altra: chiedere alla Germania di uscire dall’Euro e di farsi una moneta propria, tornando al Marco, con cui si potrebbe competere in modo più libero e tirare fuori le capacità di ripresa delle economie di Francia e Italia, nazioni latine sorelle con molti indiscutibili problemi, ma anche con un range di potenzialità inespresse. Non ci si può impiccare al debito pubblico per uccidere due Paesi importanti. 

Angela Merkel se ne faccia una ragione e capisca che a volte i chihuahua nascondono un cuore da pastore maremmano. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA